Le regole dei giornalisti

di di Caterina Malavenda, Carlo Melzi d’Eril e Giulio Enea Vigevani |

Istruzioni per un mestiere pericoloso

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Le regole dei giornalisti

Il Mulino Editore

Pubblicato: ottobre 2012

Pagine: 184

ISBN: 8815240583

Prezzo: 15,00

 

In un paese come il nostro si è soliti pensare che non vi sia alcun controllo, che ognuno possa scrivere ciò che vuole, senza rischiare severe sanzioni, come nelle democrazie più serie, né la vita o il carcere, come nei paesi a democrazia sospesa. Eppure anche qui da noi la vita può essere dura per coloro che non hanno un padrone e rispondono solo al lettore.

 

Basata unicamente su notizie «ufficiali», provenienti dalle fonti istituzionali o dai diretti interessati, l’informazione sarebbe indenne da ogni rischio. Per fare davvero il proprio mestiere, il giornalista deve invece trasformarsi in un bravo segugio, che va a cercare le notizie, districandosi fra regole e limiti tesi a bilanciare il diritto di informazione con altri diritti e interessi quali la reputazione, la privacy, il buon costume.

 

Innumerevoli casi di cronaca ci ripropongono continuamente la tensione tra ciò che può e non può essere detto o scritto, tra ciò che è corretta informazione e ciò che è insinuazione o diffamazione, tra ciò che è giornalismo e ciò che è puro gossip. Le norme in materia sono complesse e di difficile interpretazione: di fatto è sempre più difficile far bene il giornalista senza finire sotto processo.

(Nota a cura dell’editore)

 

Caterina Malavenda, è avvocato esperto di diritto dell’informazione e della comunicazione. Tiene corsi d’insegnamento presso i Centri di formazione per il giornalismo di Perugia e Urbino, e in vari master a Milano.

 

Carlo Melzi d’Eril, è avvocato esperto di diritto dell’informazione e di internet. Insegna nell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino e tiene lezioni in vari corsi universitari e master a Milano.

 

Giulio Enea Vigevani, è professore di Diritto costituzionale e Diritto dell´informazione e della comunicazione nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Milano-Bicocca.

 

Flavio Fabbri