Tv mobile: domanda ancora debole. La Francia si interroga, ma per IDATE la speranza sta nei giovani

di Raffaella Natale |

Francia


Mobile TV

Annunciata per il 2007, o al massimo 2008, la trasmissione televisiva su dispositivi mobili presenta ancora molti dubbi e incertezze. Gli interrogativi riguardano l’assegnazione delle licenze, i modelli economici ma anche semplicemente i contenuti disponibili. In un anno è stato fatto già tanto e sono diversi gli ostacoli già rimossi dal cammino che ci porterà alla Tv in mobilità.

La Francia è uno dei primi Paesi che sta procedendo speditamente verso questa tecnologia, che si serve anche delle reti Edge e 3G, ma anche il Paese dove i player del settore nutrono ancora forti dubbi.

In occasione della 3a Assise sulla Tv mobile, tenutasi al Senato francese e organizzata dall’agenzia Aromates, operatori mobili, broadcaster, produttori, istituzioni e autorità di regolamentazione hanno espresso delle perplessità in merito ai futuri scenari.

 

Bernard Pauchon, direttore per lo sviluppo di servizi Tv su cellulare e vicepresidente del Forum Tv mobile, aprendo i lavori della giornata ha ricordato: “Un anno fa non eravamo nemmeno sicuri di poter liberalizzare le frequenze necessarie per la Tv in mobilità, ma oggi, dopo un anno di test convincenti, sembra che le condizioni tecniche ci siano”.

 

Esistono tecnologie differenti per la trasmissione della Tv mobile. In Francia, i principali player si sono uniti per avviare 4 sperimentazioni a Parigi, il Consiglio superiore dell’audiovisivo (CSA) gli ha concesso momentaneamente l’uso delle bande UHF. Lo standard che al momento raccoglie maggiori consensi è il DVB-H (Digital Video Broadcasting – Handheld), specie a livello europeo. E’ stato infatti adottato in Italia, dove la Tv mobile è partita commercialmente la scorsa primavera. Ma anche in Germania in occasione dei Mondiali di Calcio e in Finlandia, dove prossimamente verrà lanciata la Tv in mobilità.

 

Tra l’altro, lo scorso 2 marzo il presidente del CSA, Dominique Baudis, ha annunciato il dispiegamento di una rete sulla banda UHF, compresa tra i 300 MHz e i 3 GHz, battezzata M7 e usata per la trasmissione della Tv digitale terrestre. Questa rete dovrà tuttavia essere completata in vista di una copertura nazionale del territorio.

Ma per trasmettere la Tv mobile in modalità broadcast, sulle frequenze televisive, bisogna liberare porzioni di spettro.

Questo è uno degli obiettivi del progetto di legge per la riforma del sistema radiotelevisivo, presentato dal Ministro della Comunicazione che dovrà essere discusso in Senato dal 20 al 22 novembre.

Le disposizioni fissano anche al 30 novembre 2011, la data ultima per lo spegnimento del segnale analogico e il passaggio al digitale terrestre, oltre all’introduzione della “Tv mobile personale”.

 

L’assegnazione delle frequenze è affidata al CSA. Al fine di assicurare una migliore copertura rispetto a    quella della TDT, i candidati dovranno fornire garanzie in materia di qualità della ricezione tecnica dei servizi, specie all’interno degli edifici.

 

Secondo Thibault Verbiest, avvocato specializzato in ICT, “Questo progetto è più confacente alla logica degli editori che dei distributori. Tuttavia apre alla possibilità di un’evoluzione a favore dei distributori commerciali di Tv mobile, in particolare alle telcos”.

Jean-Noël Tronc, direttore generale di Orange, ha ricordato: “La commercializzazione della Tv mobile in modalità broadcast passa per gli operatori mobili. Questi player sono al centro del futuro ecosistema della Tv mobile, attraverso i loro investimenti nello sviluppo ed estensione di una rete a banda larga mobile Edge o 3G, tecnologie che costituiscono un completamento necessario alla rete broadcast, e il lancio di offerte tariffarie illimitate”. 

 

In Francia, il quadro tecnico e giuridico della Tv mobile via broadcasting sembra ormai definito. Resta da capire se esiste un mercato per queste offerte future.

 

A margine dell’assise, Florence Le Borgne, responsabile area media per IDATE, ha indicato: “Se il mercato dell’offerta è già avviato, quello della domanda non segua la stessa via”.

Stando ai dati di una ricerca realizzata da IDATE, i consumatori francesi manifestano poco entusiasmo per la Tv mobile: meno del 15% si dichiarano interessati alla possibilità di ricevere canali Tv sui propri cellulari e meno del 18% video.

Le Borgne sottolinea però un aspetto positivo, se le domande vengono estese ai giovani tra i 15-18 anni, le proporzioni cambiano: 30% per la Tv e 50% per il video on demand.

E concludendo ricorda che “…sono i giovani che adottano per primi le nuove tecnologie e poi estendono la loro diffusione alle altre fasce d’età”.

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