Streameast contava su 80 domini pirata associati per un totale di 1,6 miliardi di visite annue
Colpo durissimo alla pirateria audiovisiva internazionale. In collaborazione con le autorità egiziane, l’Alliance for Creativity and Entertainment (ACE) – la più grande coalizione globale antipirateria – ha annunciato la chiusura di Streameast, la principale rete al mondo di streaming illegale di eventi sportivi live.
Secondo i dati diffusi da ACE, Streameast aveva costruito un impero del web parallelo: 80 domini associati, oltre 1,6 miliardi di visite in un solo anno.
Numeri che ne facevano la piattaforma pirata di riferimento per lo streaming di eventi sportivi in diretta, con un impatto economico e reputazionale enorme per leghe, broadcaster e piattaforme OTT.
Secondo quanto riportato da ACE, il traffico verso i vari domini di Streameast proveniva principalmente da Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Filippine e Germania.
Nel corso delle operazioni, la Polizia ha anche trovato collegamenti con una società fittizia negli Emirati Arabi Uniti che sarebbe stata utilizzata per riciclare 4,9 milioni di sterline di entrate pubblicitarie dal 2010, nonché 150.000 sterline in criptovaluta.
Rivkin (MPA): “Tuteliamo chi investe e i fan di tutto il mondo”
L’azione congiunta con le autorità egiziane ha portato alla disattivazione dell’intera infrastruttura digitale di Streameast, inclusi i domini che garantivano l’accesso agli utenti. L’operazione è stata descritta da Charles Rivkin, presidente di ACE e della Motion Picture Association (MPA), come una “vittoria storica” nella battaglia contro i network criminali della pirateria digitale.
“Con questa azione – ha dichiarato Rivkin – abbiamo colpito la più grande piattaforma illegale di live streaming sportivo, restituendo valore a chi investe nei contenuti e proteggendo i fan in tutto il mondo”.
Nel mirino i grandi campionati di calcio di Italia, UK, Spagna e Germania, ma anche NBA, Foruma1 e MotoGP
L’offerta illecita di Streameast copriva praticamente l’intero panorama sportivo mondiale:
- i campionati di calcio europei più seguiti, come Premier League (Inghilterra), La Liga (Spagna), Serie A (Italia), Bundesliga (Germania), Ligue 1 (Francia) e Primeira Liga (Portogallo);
- le competizioni UEFA (Champions League, Europa League, Conference League) e i tornei internazionali FIFA ed UEFA (Mondiali, Europei, Nations League);
- tornei sudamericani come la Copa América della CONMEBOL;
- il calcio statunitense con la Major League Soccer (MLS) e le coppe nazionali.
Ma Streameast non si fermava al calcio: il network pirata trasmetteva anche NFL, NBA, NHL, MLB, oltre a eventi di boxe, MMA, Formula 1 e Moto GP, diventando un hub globale per l’accesso illegale a qualsiasi evento sportivo di alto profilo.
La pirateria si batte con strumenti di enforcement e cooperazione
L’operazione è stata salutata come un successo da broadcaster e operatori del settore. Ed McCarthy, COO del gruppo DAZN, ha sottolineato come Streameast “sottraesse valore allo sport a tutti i livelli, mettendo a rischio gli stessi tifosi”.
Da beIN Media Group, il direttore legale anti-pirateria Cameron Andrews ha rimarcato che “la pirateria non è un crimine senza vittime: colpisce leghe, investitori, atleti e tifosi. Questo risultato dimostra che con cooperazione internazionale e strumenti di enforcement adeguati nessuna rete illegale è fuori portata”.
Il traffico generato dai siti pirata di Streameast proveniva in gran parte da Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Filippine e Germania, segno di un fenomeno globale che colpisce mercati avanzati e in forte crescita.
Secondo Larissa Knapp, Executive Vice President e Chief Content Protection Officer della MPA, “questa azione dimostra che nessuna rete pirata è al riparo da un enforcement internazionale coordinato”.
Il peso strategico della chiusura di Streameast
La disattivazione di Streameast ha un valore strategico per almeno tre motivi:
- Colpisce la principale fonte di streaming illegale sportivo al mondo, riducendo la disponibilità immediata di eventi pirata.
- Lancia un messaggio chiaro ad altri network criminali, mostrando la capacità di ACE di agire a livello transnazionale.
- Protegge un ecosistema miliardario – quello dei diritti sportivi – che rappresenta una delle principali fonti di finanziamento per leghe e club.
La battaglia, tuttavia, non si ferma. ACE ha ribadito che continuerà a monitorare e smantellare i grandi network della pirateria digitale, con l’obiettivo di ridurre un fenomeno che, secondo diverse stime, sottrae miliardi di dollari ogni anno all’industria globale dello sport e dell’intrattenimento.
La trasmissione di eventi sportivi è un grande business e in crescita, solo lo scorso anno il valore totale dei diritti TV in tutto il mondo ha superato la soglia dei 60 miliardi di dollari. Rimane il problema dell’accesso alle piattaforme a pagamento che legalmente offrono contenuti sportivi in diretta, ma ad un prezzo ritenuto da molti troppo elevato e che sta di nuovo ri-avvicinando il pubblico all’offerta illegale, soprattutto nei paesi nordeuropei, come Regno Unito e Norvegia.