Caldo record

Reti “ko”, l’Italia si spegne a zone, ma arrivano i rimborsi

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L’ondata di caldo, ormai tutt’altro che “eccezionale”, mette in crisi le reti elettriche italiane, con blackout a macchia di leopardo in numerose città. I consumi schizzano per l’uso massiccio di condizionatori, mentre cavi e trasformatori cedono al surriscaldamento. Il Codacons chiede indennizzi automatici in bolletta per i cittadini coinvolti.

L’Organizzazione Meteorologica Mondiale definisce un’ondata di caldo come un periodo, da qualche giorno fino a un mese, in cui un anomalo accumulo di calore in un determinato luogo impedisce alle temperature, sia massime che minime, di scendere sotto una soglia critica.

Ed è proprio sotto le sembianze di un “anticiclone”, un’area di alta pressione che porta tempo stabile e cielo sereno, che una vera e propria emergenza sta colpendo l’Italia e molti Paesi europei, spingendo governi e amministrazioni ad attivare misure urgenti. Una bolla infuocata, che soffoca soprattutto le grandi città, dove le infrastrutture energetiche non sono progettate per reggere simili picchi. Il risultato? Cavi e trasformatori in affanno, consumi impazziti per via di condizionatori e ventilatori accesi ovunque, e interi quartieri lasciati al buio.

L’Europa non regge l’estate del futuro

Il conto è pesante: blackout, incendi, siccità e crisi idriche che incidono sulla vita quotidiana.
Insomma, l’Europa si scopre vulnerabile. Eppure Clare Nullis, portavoce della World Meteorological Organization, lo ha detto chiaramente a Ginevra: “Questo caldo estremo è qualcosa con cui dobbiamo imparare a convivere”. Non è un’eccezione, ma la nuova normalità, figlia del cambiamento climatico causato dall’uomo.

Reti elettriche sotto stress

Da Nord a Sud, lo scenario cambia poco. A fare eccezione solo i violenti nubifragi, che da una parte contrastano la siccità, ma dall’altra fanno scattare il rischio idrogeologico. Roma, Bergamo, Firenze, Napoli, Livorno, Savona, Salerno, Milano e diverse località delle Isole hanno sperimentato blackout prolungati. E quando salta la corrente, spesso viene a mancare anche l’acqua: gli autoclave, alimentati elettricamente, restano fermi per ore.

La mappa delle disalimentazioni sul sito di E-Distribuzione racconta il quadro meglio di qualsiasi commento: segnalazioni ovunque, centinaia di guasti e migliaia di utenze colpite.
Non siamo davanti a un blackout su scala nazionale, come quello che ha colpito la Spagna qualche mese fa, ma la tendenza è chiara. Le nostre reti non sono pronte a reggere carichi così alti in condizioni estreme.

Secondo i dati diffusi da Sky, i consumi elettrici degli ultimi giorni sono arrivati a sfiorare i massimi storici. Il picco del 1° luglio ha toccato quasi 56 gigawattora, a un soffio dal record di 57,51 del luglio 2024 e non troppo lontano dai 58,87 gigawattora del 2023. Numeri che non si vedono in nessun altro periodo dell’anno. Per rendere l’idea: la domanda di luglio 2024 è stata del 25% superiore a quella di febbraio 2025.

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, descrive il quadro italiano come “a macchia di leopardo”:
Il caldo persistente sta generando criticità sparse nel Paese. Al Sud torna la siccità, come lo scorso anno, mentre in alcune zone del Nord piove così tanto da spingere in alto la produzione idroelettrica. È questa la straordinarietà che diventa ordinaria: non esistono più schemi climatici prevedibili. Servono interventi sulle dighe, che devono raccogliere l’acqua quando è troppa e rilasciarla nei momenti di crisi. Serve un piano nazionale serio, non improvvisato”.

Anche il Nucleare vacilla

Ma non è solo la rete elettrica a soffrire. In Francia, Électricité de France (EDF) ha annunciato il taglio della produzione nella centrale nucleare di Golfech, vicino a Tolosa, perché la Garonna ha superato i 28°C. L’unità 1 è stata fermata temporaneamente, mentre la 2 è già inattiva per manutenzione. Anche il nucleare, insomma, vacilla sotto la morsa del caldo.

Blackout? Scattano i rimborsi in bolletta

Sul fronte dei consumatori, il Codacons ricorda che le interruzioni prolungate danno diritto a un indennizzo automatico in bolletta, come previsto da Arera. Per le utenze domestiche fino a 6 kW, si parte da 34,50 euro, con un’aggiunta di 17,25 euro ogni 4 ore extra, fino a un massimo di 240 ore. Per utenze superiori ai 6 kW, come negozi o aziende, il rimborso base è di 172,50 euro, più 86,25 euro ogni 4 ore successive.

Il Codacons avverte: le società energetiche devono garantire la continuità del servizio anche in presenza di condizioni climatiche estreme, soprattutto quando, come in questo caso, sono ampiamente prevedibili.

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