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Spid diventa a pagamento con alcuni provider: ma c’è la CIE che si può usare online in modo semplice

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Polemiche sul fatto che alcuni Identity Provider mettono a pagamento il rinnovo dello Spid, in attesa del rilascio da parte del Governo dei 40 milioni stanziati per la gestione del Sistema pubblico di identità digitale. Ma resta il fatto che l'uso della CIE online è gratuito.

I primi provider a far pagare lo Spid

A partire da maggio 2025, il servizio SPID – fino ad oggi gratuito – diventa a pagamento per chi lo ha attivato con Aruba. Dal 31 luglio, la stessa scelta sarà adottata da Infocert. In entrambi i casi, il rinnovo dell’identità digitale comporterà un costo annuale di 5,98 euro. La decisione potrebbe presto coinvolgere anche altri gestori. Al momento, però, Poste Italiane, che gestisce circa il 70% delle utenze SPID, non ha annunciato cambiamenti e mantiene la gratuità. E questo è già un primo passo.

Le cause del cambiamento: mancano i fondi statali

Il passaggio alla modalità a pagamento è legato alla mancata erogazione dei 40 milioni di euro promessi nel 2023 dal governo ai gestori SPID. Questi fondi, previsti per sostenere i costi di gestione e innovazione tecnologica del servizio, non sono ancora stati sbloccati, nonostante una convenzione con lo Stato in scadenza proprio a fine luglio. La situazione ha generato forti critiche da parte del Codacons, che parla di violazione dei diritti dei consumatori e minaccia cause risarcitorie contro Stato e Agid (Agenzia per l’Italia Digitale).

Le rassicurazioni del governo

Il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha provato a spegnere le polemiche, affermando che i 40 milioni “ci sono” e saranno erogati. Inoltre, il governo punta a un progressivo passaggio alla Carta d’Identità Elettronica europea (CIE), una valida alternativa allo SPID che permette già l’accesso ai servizi della PA ed è gratuita. Anche se oggi ha un ruolo ancora marginale (52 milioni di accessi nel 2024 contro 1,2 miliardi con SPID), la CIE è vista come l’alternativa del futuro, anche perché funzionerà anche oltre i confini nazionali.

Questi 40 milioni promessi è giusto che arrivino, ma poi finiranno: quindi come iniziare ad alimentare l’uso della CIE online che si usa in modo semplice come SPID? Che è gratis, più sicuro e sarà per sempre a gratis?

Come evitare di pagare

Per chi non vuole sostenere il costo del rinnovo, restano due opzioni:

  • Trasferire l’identità SPID a un gestore che la mantiene gratuita, come Poste.
  • Utilizzare la Carta d’identità elettronica (CIE), che consente già l’accesso ai principali servizi pubblici online, gratuitamente.

Perché il governo vuole sostituire lo SPID con la CIE

1. Sistema statale, non gestito da privati

Lo SPID è gestito da fornitori privati (come Poste, Aruba, Infocert) che offrono il servizio sotto convenzione con lo Stato. La CIE, invece, è un documento ufficiale dello Stato, emesso dal Ministero dell’Interno e gestito dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.

Più controllo pubblico, meno dipendenza da attori esterni.

2. Validità europea

La CIE è già conforme agli standard europei e sarà il cuore dell’identità digitale interoperabile nell’UE (eIDAS 2). Significa che potrà essere usata anche all’estero, per accedere ai servizi pubblici di altri Paesi UE.

SPID, invece, è solo nazionale.

3. Maggiore sicurezza e standard tecnologici più elevati

La CIE contiene un microchip con certificati digitali, ed è più sicura per quanto riguarda l’identificazione e l’autenticazione rispetto al sistema SPID, soprattutto in scenari di alto rischio.

Ideale per futuri servizi digitali avanzati e più critici.

4. Unificazione e razionalizzazione

L’Italia si è dotata di due sistemi paralleli per l’identità digitale (SPID e CIE), ma mantenerli entrambi è costoso e inefficiente. L’obiettivo a lungo termine è razionalizzare, mantenendo un solo sistema pubblico e gratuito.

La CIE è la scelta naturale per diventare l’unico sistema.

Cosa ostacola la transizione?

  • Lentezza nella diffusione della CIE: anche se oltre 48 milioni di italiani hanno la carta, molti non la usano online.
  • Scarsa usabilità e procedure più complesse rispetto allo SPID (che è molto più intuitivo, soprattutto via app).
  • Diffusione massiccia dello SPID: oltre 36 milioni di identità attive, con 1,2 miliardi di accessi nel 2024.

Per ora, la CIE non è ancora all’altezza dello SPID in termini di semplicità e utilizzo pratico.

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