Cinema: la Ue apre una consultazione per prolungare di altri tre anni i criteri fissati per gli aiuti di Stato all’industria  

di Raffaella Natale |

Unione Europea


Commissione europea

Da ieri nell’ambito del Festival internazionale del film di Roma si stanno svolgendo gli Stati Generali del cinema italiano con lo scopo di vagliare, assieme a tutte le categorie del cinema, agli operatori del settore, al mondo delle imprese e alle Istituzioni stesse, delle linee guida, da suggerire al Governo, che possano rilanciare le condizioni del Cinema italiano.  

Tutto questo mentre la Commissione Ue ha preso un importante provvedimento quello di aprire una pubblica consultazione sulla proposta di prorogare, fino al 31 dicembre del 2012, i criteri che riguardano gli aiuti di Stato fissati dalla Comunicazione sul cinema adottata nel 2001 su proposta del Commissario Ue Viviane Reding.

In base alle attuali disposizioni, gli aiuti di Stato per la produzione cinematografica, in alcuni casi, possono sottrarsi ai divieti stabiliti dal Trattato CE.

Queste eccezioni riguardano solo alcune tipologie di film, come quelli culturali, e il sostegno deve avvenire nel rispetto di alcuni principi che fissano l’obbligo della territorializzazione e l’ammontare degli aiuti, che devono in ogni caso conformarsi alle norme Ue e non riguardare alcune specifiche attività di produzione.

Bruxelles ha adesso proposto di prorogare la validità di tali criteri per un periodo di tre anni e invitato le parti interessate a presentare le loro osservazioni entro il 30 novembre 2008.

  

A riguardo, il Commissario Ue per la Concorrenza, Neelie Kroes, ha dichiarato: “I cittadini europei vogliono avere una maggiore possibilità di scelta di film. I tre anni supplementari, durante i quali proponiamo di mantenere le regole attualmente in vigore in materia di aiuti di Stato, dovrebbero essere ben accolti e rassicurare i Paesi membri e l’industria cinematografica. Allo stesso tempo, vorremmo avviare un dibattito in tutta Europa per capire se si è soddisfatti della scelta dei film che proposti e, se non è così, spiegare perché”.

  

Viviane Reding, Commissario Ue per la Società dell’Informazione e i Media, ha indicato che per l’Europa, “la diversità culturale è molto di più che un obiettivo politico tra gli altri. E’ un valore inerente a un modello sociale che rende l’Europa unica al mondo. E’ per questa ragione che la Ue propone di applicare le attuali regole sugli aiuti di Stato alla produzione cinematografica fino alla fine del 2012″ .

“Questa decisione – ha aggiunto – darebbe una certa sicurezza giuridica ai produttori cinematografici e stimolerebbe un nuovo slancio di creatività nella produzione audiovisiva europea. Sono convinta che per il cinema europeo ci saranno altri premi Oscar nei prossimi anni”. 

  

La consultazione lanciata dalla Commissione fa seguito alla dichiarazione congiunta della Kroes e della Reding dello scorso maggio e tiene conto dei risultati di uno Studio indipendente sull’impatto economico e culturale degli obblighi di territorializzazione delle spese spesso previste da alcuni ordinamenti nazionali per dare sostegno al cinema.

  

Attualmente la Commissione si basa sui criteri fissati dalla Comunicazione del 2001 per valutare le forme di sostegno all’industria di settore.

Per gli altri tipi di aiuto, la Ue fa riferimento a quanto stabilito nella Comunicazione sul cinema per applicare l’articolo 87, paragrafo 3, punto D, del Trattato CE, che autorizza gli aiuti di Stato volti a promuovere la cultura a condizione che non incida negativamente sugli scambi con altri Stati membri.

  

La Comunicazione adottata dalla Commissione nel 2001 spiega in modo chiaro secondo quali criteri vengono valutati i regimi di aiuti alla produzione cinematografica e televisiva.

La Commissione verifica in un primo tempo che le condizioni di accesso al regime non siano contrarie al Trattato CE, in specie in termini di discriminazioni fondate sulla nazionalità (ad esempio riservare l’aiuto ai soli nazionali) e in termini di rispetto delle regole del mercato interno. In un secondo tempo, la Commissione verifica che siano rispettati tutti i criteri specifici agli aiuti cinematografici e televisivi descritti nella decisione del giugno 1998 relativa al regime d’aiuto francese.

  

Ciò facendo, la Commissione applica la “deroga culturale” prevista nel Trattato, che assicura un trattamento a priori favorevole al settore culturale e applica una soluzione equilibrata tra gli obiettivi di creazione culturale, lo sviluppo della produzione audiovisiva nell’Unione e il rispetto del diritto comunitario in materia di aiuti di Stato.

  

Questi criteri specifici sono i seguenti:

 

*      Lo Stato membro deve essere vigilante sul contenuto culturale delle opere sostenute, secondo criteri nazionali verificabili. Conformemente al principio di sussidiarietà, la Commissione non emette mai giudizi su ciò che viene considerato di natura culturale.

 

*      Lo Stato membro non può esigere dal produttore di spendere sul territorio più dell’80% del bilancio del film o dell’opera televisiva, e spetta al produttore scegliere quali voci del suo bilancio sono spese al di fuori dello Stato membro.

 

*      Se la consistenza dell’aiuto nazionale è limitata in linea di massima al 50% del bilancio di produzione, i film difficili e con piccolo bilancio sono dispensati da questo massimale. Gli Stati membri definiscono in ciascun regime d’aiuto quali sono per loro i film difficili e con piccolo bilancio. I film provenienti da una zona linguistica o culturale limitata beneficeranno di una maggiore flessibilità.

 

*      Per evitare che i regimi nazionali di sostegno alla produzione di cinema o di televisione abbiano un effetto di attrazione da uno Stato membro a un altro, i supplementi di aiuto ad attività specifiche di produzione (come la postproduzione) non sono autorizzati.

  

Secondo le stime, ogni anno si spendono 1,6 miliardi di euro a sostegno del cinema nazionale. La maggior parte di questi aiuti viene erogata sotto forma di sovvenzioni dirette o incentivi fiscali.

Tra questi, il 70% circa si concentra sulla produzione cinematografica. Sono anche previsti aiuti a livello europeo nell’ambito del programma MEDIA e misure per la promozione delle opere europee previste dalla Direttiva sui servizi media audiovisivi.

Il programma MEDIA 2007 (2007-2013) dispone di un budget di 755 milioni di euro e sostiene la produzione e distribuzione di film e le attività di formazione, festival e progetti di promozione in tutta Europa.

 

    

  

Proposta di proroga dei criteri fissati dalla Comunicazione del 2001 sugli aiuti di Stato al cinema

   

Le osservazioni possono essere inviate entro il 30 novembre all’indirizzo: Stateaidgreffe@ec.europa.eu

  

Relazione sullo Studio riguardante l’impatto economico e culturale delle clausole di territorializzazione previste da alcuni tipi di aiuti di Stato per la produzione cinematografica e audiovisiva

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