Dividendo digitale. Stefano Pileri: ‘Metà degli introiti tornino alle Tlc’

di Alessandra Talarico |

Luca Barbareschi a Paolo Romani: 'Basta coi beauty contest per favorire la famiglia Berlusconi'.

Italia


Stefano Pileri

Almeno la metà proventi dell’asta delle frequenze lasciate libere dal passaggio alla Tv digitale dovrebbe essere “reinvestita nel settore delle telecomunicazioni”. E’ quanto ha chiesto al Governo Stefano Pileri, presidente di Confindustria Servizi innovativi e tecnologici,  l’associazione che rappresenta le imprese dell’Information technology e delle Tlc.

 

Una richiesta che sembra trovare d’accordo il ministro per lo Sviluppo economico Paolo Romani, che nelle scorse settimane aveva espresso il medesimo auspicio, ma che si scontra con quanto affermato venerdì dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, secondo cui le entrate dell’asta potrebbero andare invece a coprire le  misure di sviluppo da inserire nel disegno di legge di Stabilità, che verrà presentato mercoledì prossimo in Commissione Bilancio a Montecitorio e prevede interventi per 7 miliardi di euro, dei quali 1 miliardo è destinato all’università, poco meno di 1 miliardo alla defiscalizzazione dei salari di produttività e poi al rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, ricerca, 5 per mille e fondi per alcune misure di spesa, come le missioni di pace, che verranno prorogate.

Il tutto senza aumentare le sigarette ma recuperando risorse dalla gara delle frequenze digitali, dalla quale si prevedono introiti per 3 miliardi, quasi metà della cifra complessiva, e dai giochi.
 

Secondo le direttive Ue, le frequenze che si libereranno con lo spegnimento della Tv analogica sulla banda degli 800, dei 1800 e dei 2600 megahertz dovranno essere destinate al settore della telefonia mobile. Dall’asta di questa importante risorsa, la Germania ha incassato oltre 4 miliardi di euro, mentre la Spagna attende introiti superiori ai 10 miliardi.

In Italia, dove le frequenze sulle bande 1.800 mhz, 2.500 e 2.600 mhz, sono occupate dal ministero della Difesa e da questo poco utilizzate, l’Agcom potrebbe indire la consultazione pubblica sul dividendo digitale entro la fine di quest’anno e il presidente Calabrò ha già più volte ribadito la necessità di realizzare l’asta entro il 2011, come dovrebbero fare anche Gran Bretagna e Francia.

 

Su questo tema verterà anche un incontro tra il deputato di futuro e Libertà Luca Barbareschi e il ministro Romani: quello dell’innovazione tecnologica e della rete a banda ultralarga “…è l’ultimo treno economico che può essere preso anche al Sud per fare un balzo in avanti, altrimenti avremo un blocco dei soliti noti’, ha affermato Barbareschi, sottolineando l’importanza di non “realizzare dei ‘beauty contest’ per le frequenze che finiscono per premiare la famiglia Berlusconi’.

Inizialmente, infatti, il Governo aveva previsto – con la delibera Agcom 181 del 2009 e poi con il decreto Romani – soltanto il dividendo interno (frequenze alle sole emittenti tv), per poi fare un piccolo passo avanti col Piano frequenze varato a giugno, in cui l’Autorità ha posto maggiore attenzione agli indirizzi comunitari, in base ai quali le frequenze sono destinate a servizi di telecomunicazioni (dividendo digitale esterno) per servizi innovativi quali la banda larga mobile di quarta generazione e prevedendo di mettere a disposizione di tali servizi le risorse inutilizzate (le cosiddette “white spaces”).