NGN: dalla manovra finanziaria via libera all’ultrabroadband, ma senza costi aggiuntivi

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Per le nuove reti e per colmare il digital divide si ricorrerà ai Fondi strutturali 2007/2013 e alla riprogrammazione delle risorse della delibera Cipe del gennaio 2011. Paolo Romani, 'Conferma degli impegni del MoU siglato con gli operatori a novembre'.

Italia


Paolo Romani

Le reti a banda larga e ultralarga sono rientrate nell’emendamento alla manovra finanziaria approvato dal Senato e che ora passa all’esame della Camera: nell’articolo 30 del documento si legge infatti che il ministero delle Sviluppo economico, insieme alle imprese e agli enti proprietari di reti e impianti predispone “senza nuovi o maggiori oneri al bilancio dello Stato – un progetto strategico in cui individuare gli interventi finalizzati alla realizzazione dell’infrastruttura di telecomunicazione a banda  larga e ultralarga, anche mediante la valorizzazione, l’ammodernamento e il coordinamento delle infrastrutture esistenti”.

 

Il finanziamento del progetto avverrà sia attraverso le risorse pubbliche relative agli interventi cofinanziati dai Fondi strutturali europei 2007/2013, sia attraverso la riprogrammazione e l’accelerazione della spesa delle risorse previste dalla delibera Cipe n° 1 dell’11 gennaio 2011.

 

Spetterà quindi all’Agcom definire un sistema tariffario in modo da incentivare gli investimenti necessari alla realizzazione della rete e tale da assicurare “un’adeguata remunerazione dei capitali investiti”.

 

L’Italia accelera così su internet veloce, con in vista anche le indicazioni di Bruxelles, che ha fissato nell’Agenda digitale obiettivi molto ambiziosi, tra cui la copertura a banda larga dell’intero territorio entro il 2013 e la fornitura di connessioni a banda ultralarga a metà della popolazione entro il 2020.

Dal momento che per colmare il gap digitale tutte le tecnologie sono fondamentali e vista anche l’adorazione degli italiani verso il cellulare bisogna, però, puntare anche su quelle mobili. E’ anche in quest’ottica, ha affermato il ministro dello sviluppo economico Paolo Romani in audizione alla commissione trasporti della Camera, che il governo ha deciso di anticipare l’assegnazione delle frequenze  del dividendo digitale agli operatori, che le useranno per sviluppare reti e servizi mobili di quarta generazione. Dall’asta, il Governo conta di incassare 2,4 miliardi.
Le tecnologie mobili 4G aiuteranno il paese a recuperare il ritardo accumulato nella fibra ottica e a beneficiare dei vantaggi dell’ICT in termini di crescita economica e sociale. L’Internet economy italiana, nel 2010 ha generato un valore pari a 31,6 miliardi di euro, una cifra equivalente al 2% del PIL nazionale, in crescita del 10% rispetto ai 28,8 miliardi di euro del 2009.

La decisione di introdurre la misura relativa alle nuove reti nella manovra, rappresenta un “ulteriore aggancio alla banda larga”, e “conferma quel memorandum of understanding firmato nello scorso novembre” con gli operatori, ha aggiunto il ministro.

Ci sarà, ha concluso Romani, una “condivisione dell’infrastruttura di Rete” tra gli operatori del settore e poi, eventualmente, un intervento del pubblico, in particolare della Casse depositi e prestiti, che possa contribuire agli 8,3 miliardi di euro “che dovrebbero e potrebbero servire per il progetto definitivo della banda larga”.