Le regole

5G&Co. Laura Aria (Agcom): “5G, manca un business model ben definito”

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L’aspetto regolatorio nello sviluppo della nuova rete di telecomunicazioni, tra sfide e criticità del presente, serve un nuovo business model che stimoli nuovi investimenti. l’intervento di Laura Aria, Commissario Agcom, alla 6° edizione del 5G Italy, la conferenza internazionale organizzata dal CNIT, dal titolo “5G & Co. 2024. Everything is Connected”.

Dai nuovi servizi alle applicazioni, dai verticals alla regolamentazione, sono molteplici gli aspetti necessari concomitanti nella creazione e lo sviluppo di un nuovo ecosistema basato sulla rete 5G e 5G standalone. Uscito dalla sua prima fase tecnologica di avvio, il 5G sta ormai evolvendo silenziosamente ma in maniera costante verso una molteplicità di applicazioni capillari a vantaggio soprattutto del mondo aziendale.

Su questi temi si è centrato l’intervento di Laura Aria, Commissario Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) alla 6° edizione del 5G Italy, la conferenza internazionale di riferimento del mondo delle telecomunicazioni organizzata dal CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni), dal titolo “5G & Co. 2024. Everything is Connected”, che si svolgerà oggi e domani al palazzo delle Esposizioni di Roma.

Il 5g ha rivoluzionato il concetto di utente finale. Ha aumentato la capacità di far dialogare le macchine tra loro. Il 5G è fattore di discontinuità rispetto al tradizionale servizio radio mobile. Questo spiega la difficoltà di affermarsi di questa tecnologica, perché manca un business model ben definito. In un ambiente digitale ci sono numerosi servizi, spesso offerti da aziende non europee. Qui manca la vecchia leadership dell’Europa nei servizi mobili, in cui collaborarono tutti gli stakeholder per individuare interfacce comuni che hanno determinato il successo del Gsme”, ha spiegato Laura Aria.

Questa del 5G è una storia che stenta a decollare, perché presuppone un cambio totale di business, di mercato e nell’individuare reti di servizi più flessibili rispetto alle precedenti. Queste sono reti che si modellano davanti ai servizi e quindi il 5G necessità di un livello alto di digitalizzazione delle imprese e del mercato, nonché grandi competenze digitali e regole di condivisione dello spettro che prima non c’erano. Dal punto di vista delle regole, nel 2016 c’è stato l’Action plan e poi nel 2017 una legge nazionale per i criteri delle aste delle frequenze. Siamo satti il primo regolatore in Europa che ha predisposto l’asta 5G. in questo regolamento – ha aggiunto il Commissario – l’autorità ha introdotto prime forme di flessibilità come il sistema “o lo usi o lo lasci”, il sistema club house che determinata l’entrata in un club degli operatori per la condivisione delle frequenze”.

Se il panorama delle regole è chiaro, ora bisogna passare alla pratica. Il 5G deve tradursi in opportunità di mercato, in un contesto favorevole per la crescita della domanda e degli investimenti. Nel 2018 era forte l’aspettativa degli operatori di introdurre un 5G con tariffe differenziate, ma oggi non vediamo una differenza marcata tra l’uso della tecnologia 4g e 5G e quindi l’utente non è spinto al cambiamento. Ci sono stati dei saldi negativi nei ricavi degli operatori proprio quando servivano maggiori investimenti. Uno dei fattori più critici è nella frammentazione degli operatori. In Europa – ha detto Aria – sono più di 100 e hanno una media di 4,4 milioni di abbonamenti per operatore. Se non crescono questi numeri le imprese non saranno propense ad offrire servizi di nuova generazione. Un altro motivo è la mancanza dello sviluppo del 5G stand-alone, mentre altrove è presente da tempo e con ottimi risultati”.

Tutto questo, ha proseguito il Commissario, “ha determinato preoccupazione nelle Istituzioni europee, spingendole a cercare nuove soluzioni a supporto dello sviluppo di industrie e mercati. Oggi ci sono segnali di ripresa dopo la pandemia, con lo sviluppo di reti a sostegno di nuovi progetti. C’è il progetto Porsche engineering in Puglia, il progetto TIM nel porto di Livorno, le smart city e la logistica nei trasporti. La collaborazione tra Ferrovie dello Stato e Fondazione Bordoni per il monitoraggio delle infrastrutture ferroviarie”.

Nel 5G advanced infine i margini di crescita potrebbero essere molto alti, in particolare nel settore dell’intrattenimento e dei social media. Nei prossimi anni ci attendiamo uno sviluppo concreto per i broadcaste. La Commissione ha avviato una consultazione sul Libro bianco della connettività, per attrarre nuovi investimenti, individuando il percorso per alleggerire la regolamentazione e l’introduzione di alcuni criteri chiave come la sostenibilità economica e la sicurezza delle reti. Sulla base del nuovo quadro – ha concluso Aria – speriamo si possa assistere ad un concreto sviluppo del 5G in Europa”.