L'analisi

5G, Strand Consult ‘5 motivi per cui l’Europa ha già perso la corsa globale’

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La società di consulenza Tlc non risparmia critiche alla santa alleanza per il 5G siglata dai paesi scandinavi ed elenca i fattori frenanti per lo sviluppo del nuovo standard nella Ue.

La santa alleanza per il 5G siglata recentemente dai primi ministri di 5 paesi scandinavi (Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia e Islanda) per lo sviluppo congiunto di un’area comune di sviluppo e ricerca per guidare insieme lo sviluppo del nuovo standard wireless non convince John Strand, fondatore e Ceo della società di consulenza danese Strand Consult. “Il problema è che la Scandinavia ha perso da anni il suo primato nel mercato del mobile, e oggi è probabilmente troppo tardi per tornare in vetta”. Un giudizio tranciante da parte di un osservatore del mercato Tlc da sempre critico con le politiche dell’Unione Europea in materia di Tlc rispetto alla deregulation spinta del mercato Usa.

In sintesi, è ormai troppo tardi, secondo Strand, per sperare di tornare ai fasti degli anni ’90 e 2000, quando i grandi player della regione, da Nokia a Ericsson, dettavano legge ed invadevano il mercato globale con i loro prodotti. Troppo tardi anche perché, secondo Strand, qualunque sinergia politica transnazionale pro-5G prevede di base grossi investimenti da parte degli operatori, indipendentemente dal fatto che vi sia o meno un’opportunità di business legata al nuovo standard wireless.

Il rischio che il 5G in qualche modo ripercorra i difficili esordi che a suo tempo dovette affrontare il 3G (alti investimenti per le frequenze e scarsa domanda da parte dei consumatori, Arpu piuttosto basso) secondo Strand ci sono.

“Per essere chiari, l’industria telecom non ha bisogno di sovvenzioni e finanziamenti da parte dei governi – scrive l’analista – quello di cui ha bisogno è un quadro (regolatorio) equilibrato e trasparente che sostenga gli investimenti”.

5 ingredienti mancanti per lo sviluppo del 5G in Europa secondo Strand:

  • Condizioni regolatorie favorevoli, che superino regolazioni dannose come net neutrality, che è stata sovrastimata dal BEREC, roam like at home, WiFi4EU, Il Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche, il GDPR, la direttiva ePrivacy e la litania delle regolazioni nazionali che limitano le occasioni per il 5G, particolarmente sul fronte delle small cell.
  • Catena del valore, la regione scandinava era la culla dell’industria mobile con l’attività di ricerca e sviluppo finanziata in larga misura dall’industry delle Tlc. Con l’inaridimento degli investimenti nella Ue, l’attività di R&D si è spostata verso Usa e Asia.
  • Business Model – I modelli di business e la monetizzazione del 5G sono ancora incerti. L’incertezza regolatoria riduce gli incentivi a investire in Europa.
  • Adozione da parte degli utenti – I consumatori americani stanno già comprando e usando prodotti e servizi 5G mentre l’Unione Europea è in ritardo sul fronte delle reti e dell’innovazione.
  • Espansione dei network – Sono due gli elementi che frenano la diffusione delle nuove reti: l’accesso alle frequenze necessarie e le condizioni necessarie che consentono ai tralicci mobili e small cell di formare le nuove reti. In Europa ci sono troppi paesi dove mancano le condizioni per realizzare e gestire le reti 5G.

Cinque carenze che secondo Strand Consult contribuiscono a frenare gli investimenti in nuove reti, consegnando la leadership nella corsa al nuovo standard agli Usa e ai paesi asiatici.