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5G, prorogati al 5 luglio i termini della consultazione Agcom con gli operatori

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Prorogati al 5 luglio i termini per la consultazione con gli operatori dell'indagine conoscitiva sul 5G.

Agcom ha prorogato di una decina di giorni, dal 26 giugno al 5 luglio, i termini per l’invio dei contributi di risposta all’indagine conoscitiva sul 5G da parte degli operatori. La consultazione con gli operatori è finalizzata a sondare le prospettive di sviluppo dei sistemi wireless e mobili verso la quinta generazione 5G e l’utilizzo di nuove porzioni di spettro nella parte alta, sopra i 6 Ghz ai sensi della delibera n. 557/16/CONS.

Presumibilmente tutti i contributi arriveranno l’ultimo giorno utile e ci vorranno poi 180 giorni per chiudere l’indagine all’inizio di gennaio 2018.

Un’indagine molto attesa, quella sul 5G, per capire cosa pensano gli operatori del nuovo standard wireless in termini di nuove frequenze utilizzabili e di nuovi servizi potenziali per lo sviluppo dei mercati verticali, legati alla nuova fase di mercato che si aprirà con la diffusione dell’IoT.

Sempre in tema 5G, il Mise sta vagliando i progetti per la sperimentazione in cinque città (Milano, Prato, L’Aquila, Bari e Matera) che fungeranno da pilota per il nuovo standard wireless. L’assegnazione dei progetti ai diversi consorzi in lizza è attesa per la fine di luglio, con l’auspicio che all’appello abbiano risposto diversi player, non solo le telco.

Per quanto riguarda altre porzioni di spettro prioritarie per il nostro paese in ottica 5G, sulla banda 3.4-3.8 Ghz sempre il Mise ha fatto sapere che entro il 2017 fisserà i criteri per l’assegnazione di questa porzione di spettro al 5G, non si sa ancora se nella sua interezza o soltanto in banda 3.6-3.8 Ghz o con altri format. Con ogni probabilità l’asta si terrà nel 2018.

Infine, per quanto riguarda i 700 Mhz, l’Italia sta lavorando al coordinamento internazionale da completare entro la fine dell’anno. Entro il 2018 il nostro paese dovrà presentare la roadmap per la migrazione dei 700 Mhz dai broadcaster televisivi agli operatori mobili. Il processo di migrazione sarà poi completato entro il termine ultimo del 2022.

Arcep in Francia

Intanto, in Francia l’Arcep, il regolatore transalpino, ha pubblicato una sintesi di 66 contributi raccolti dalla consultazione pubblica sul 5G avviata a gennaio sull’allocazione futura di diverse bande di frequenza per il 5G e diversi altri utilizzi.

L’analisi delle risposte ha consentito al regolatore francese di confermare l’uso di almeno 40 Mhz in banda 3.4-3.8 Ghz per le reti fixed wireless broadband nelle aree rurali a settembre, dopo una consultazione ad hoc che partirà a luglio. Altri 10 Mhz sulla stessa banda potrebbero essere riservati allo stesso scopo, in aree selezionate del paese, se sarà fattibile dal punto di vista tecnologico.

Lo spazio restante in banda 3.5 Ghz sarà destinato ai nuovi servizi 5G, con più di 300 Mhz di spettro contiguo disponibile nel 2020.

L’Arcep vuole poi destinare una sotto banda di 80 Mhz (3600-388 Mhz) ai progetti pilota per il 5G e ha individuato sei città per svolgere i primi test sul territorio a Lione, Nantes, Lille, Le Havre, Saint-Etienne e Grenoble. La procedura di assegnazione avrà luogo nel 2018.

In banda 2.6 Ghz TDD (2570-2620 Mhz), infine, 40 Mhz di spettro saranno assegnati ai network PMR (Professional mobile radio) entro fine anno, dopo una consultazione che si terrà in autunno.