L'allarme

5G Italy. Onde elettromagnetiche. 5G e salute ‘Timori immotivati’

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La tavola rotonda ‘Onde elettromagnetiche. 5G e salute’ che si e’ tenuta oggi al 5G Italy promosso dal CNIT in corso al CNR il 3, 4 e 5 dicembre.

Non c’e’ alcuna evidenza scientifica che le onde elettromagnetiche del 5G siano in qualche modo dannose per la salute, ma l’irrazionale timore che le nuove antenne del 5G possano essere dannose e’ alquanto diffuso e in alcuni comuni i sindaci bloccano le antenne. Questo il tema della tavola rotonda su onde elettromagnetiche 5G e salute che si tiene oggi al 5G Italy, promosso dal CNIT e organizzato da Supercom che si tiene il 3,4 e 5 dicembre al CNR.

Cosa dicono le telco ai sindaci che bloccano le antenne? “Al sindaco direi che il suo comune perde un’enorme possibilita’ di progresso per il timore di pericoli che non sono comprovati da nessuna parte”, ha detto Marzia Minozzi, Responsabile normativa e regolamentazione di Asstel, secondo cui di fatto basterebbe che gli operatori rispettassero i stringenti limiti in vigore per essere a posto, ma che invece e’ fondamentale comunicare con la cittadinanza e con le amministrazioni per divulgare le conoscenze sulle emissioni.

Emissioni che vengono studiate a fondo da Rita Massa, direttrice dell’ICEMB, che riunisce un gruppo  altamente specializzato di ricercatori costantemente all’opera  sulle relazioni fra campi elettromagnetici e biosistemi in collaborazione con i principali istituti internazionali come l’ICNIRP e l’OMS. “Piu’ aumenta l’altezza delle frequenze, come nel caso delle onde millimetriche del 5G (20-30 Ghz), minore e’ l’impatto sulla pelle”, ha detto Rita Massa, che racconta come si stia lavorando alla messa a punto di sistemi di misurazione delle  emissioni sempre piu’ precisi e a buon mercato. Servono certamente criteri di misurazione condivisi a livello internazionale, in linea con la normativa che anch’essa e’ in fase di aggiornamento, in linea con le novita’ tecnologiche.

Secondo Alessandro Polichetti, l’esperto piu’ autorevole dell’Istituto Superiore di Sanita’, i timori che si sono diffusi sulle emissioni 5G dipendono dall’alto numero di antenne necessarie per la nuova rete, che paradossalmente sono invece il motivo principale per cui invece la popolazione dovrebbe stare tranquilla. “La normativa italiana sulle emissioni e’ molto restrittiva – ricorda Polichetti – e la principale fonte di emissioni sono i cellulari, non certo le stazioni radio base”.

Se lo IARC ha riscontrato un rischio cancerogeno, seppur lieve, legato all’abuso del cellulare, l’OMS non ha ritenuto per questo di dover modificare gli standard internazionali di protezione internazionali. “Per il 5G non servono segnali molto intensi quindi i segnali non devono essere intensi. Le esposizioni sono molto piu’ basse dei limiti in vigore”, aggiunge Polichetti pari a 6 v/m anche in presenza simultanea di diversi standard sullo stesso impianto.

Dal canto suo Alessandro Morelli, presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni alla Camera, dove e’ in corso un’indagine conoscitiva sul 5G, ha detto che il tema delle emissioni e’ molto sentito nella popolazione e che per questo va affrontato, dicendo le cose come stanno, ovvero che “i livelli di elettrosmog che ci sono in Italia sono assolutamente compatibili con la salute pubblica”.  

In tema 5G, e’ stata presentata alla Camera una proposta sulle antenne, aggiunge Morelli, per assegnare ai sindaci il compito di “individuare il numero di  antenne 5G e il loro posizionamento, con l’ausilio di esperti del mondo universitario, per evitare problemi e togliere d’impaccio le telco”.

Infine, Morelli auspica il coinvolgimento delle imprese in un progetto di road show di promozione sociale per raccontare sul territorio le possibilita’ legate alla nuova tecnologia.

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