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5G, in Europa si indaga su 140 casi di attacchi incendiari alle torri

Si indaga ormai su oltre 140 attacchi incendiari alla rete 5G in 10 Paesi europei. Non solo attacchi all’infrastrutture, alle antenne del nuovo standard delle telecomunicazioni mobili, ma agli stessi tecnici e operatori che lavorano alle apparecchiature.

È quanto denunciato più volte dalle associazioni dei lavoratori come UNI Europa ICTS e dell’industria delle telecomunicazioni ETNO e GSMA, che chiedono alle autorità competenti, a livello locale ed europeo, di intervenire per tutelare l’incolumità di chi lavora e la sicurezza stessa della nuova rete.

Ad oggi, almeno 90 casi di attacchi alla rte 5G sono stati registrati in Gran Bretagna, altri 30 in Olanda, altri ancora in Francia, Belgio, Germania e Italia.

Secondo quanto riportato dalla Reuters, che ha potuto visionare documenti preliminari dell’Unione europea, gli Stati membri hanno espresso più volte la loro preoccupazione per questo tipo di comportamenti violenti e la necessità di trovare subito delle contromisure adeguate.

Il Consiglio dell’Unione europea, sempre secondo il quotidiano internazionale, è pronto a ribadire l’importanza del contrasto attivo alle attività di disinformazione online e alle false notizie, soprattutto relative al 5G.

Attività che preoccupano, perché in alcuni casi propagandano l’esistenza di una relazione diretta tra nuove reti e pandemia di Covid-19.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha più volte smentito categoricamente tale relazione, spiegando che i virus non viaggiano sulle onde radio e le reti mobili, tant’è che il Coronavirus si è diffuso anche in Paesi dove il 5G ancora non c’è.

Anche negli Stati Uniti il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale, Homeland Security Department, scende in campo per difendere le antenne 5G degli operatori Verizon e At&T dagli attacchi vandalici e gli incendi, sempre frutto di fake news.

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