Infrastrutture

5G e cavi sottomarini, bando UE da 250 milioni di euro

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Le risorse saranno assegnate a progetti per la realizzazione di infrastrutture 5G per le comunità locali e lungo i principali corridoi europei, ma anche per dispiegare nuovi cavi sottomarini, migliorando la sicurezza e la resilienza delle reti dorsali continentali. C’è tempo fino al 20 febbraio 2024.

Il bando

Potenziare la connettività continentale, rafforzare la sicurezza delle infrastrutture di comunicazione, ampliare la copertura 5G delle comunità locali e aumentare il numero di cavi sottomarini per migliorare l’interconnessione tra i territori dell’Unione e le sue isole, sono alcuni degli obiettivi principali della nuova serie di inviti a presentare proposte per la componente digitale del meccanismo per collegare l’Europa.

Entro il 20 febbraio 2024 sarà possibile presentare le candidature di progetti per la realizzazione di infrastrutture 5G per le comunità locali e lungo i principali corridoi di trasporto europei, nonché per la realizzazione di cavi sottomarini, migliorando la sicurezza e la resilienza delle reti dorsali all’interno e verso l’UE.

Il budget complessivo è pari a 252 milioni di euro.

5G e cavi sottomarini, le aree di intervento

Le risorse andranno quindi a sostenere l’ampliamento della copertura 5G per le comunità locali, attivando connettività per ospedali, scuole, università e altre strutture pubbliche, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi offerti alla cittadinanza.

Ulteriori finanziamenti riguarderanno anche i corridoi 5G per la mobilità autonoma e connessa e quindi per adeguare anche le infrastrutture stradali, autostradali, ferroviarie e per i trasporti fluviali transfrontalieri al nuovo standard di telecomunicazione.

Altro passaggio strategico per il meccanismo di connessione europeo è la realizzazione di nuovi cavi sottomarini, che dovranno garantire l’interconnessione tra l’Europa continentale e l’Irlanda, tra l’Europa continentale e le sue regioni periferiche in Oceano Atlantico, nonché alcune isole nel Mediterraneo e l’Africa.

In particolare, i progetti 5G per le comunità locali saranno destinati al potenziamento dei servizi territoriali per la crescita economica e la coesione sociale, attraverso le smart communities, che la Commissione europea individua nelle reti ospedaliere, universitarie, scolastiche, dei trasporti pubblici, degli enti pubblici locali.

Questo perché Bruxelles vuole che il 5G sia sfruttato per l’avvio di progetti per l’Internet delle cose integrata al cloud per promuovere l’automazione industriale avanzata, la robotica ospedaliera (soprattutto in chirurgia), l’applicazione diffusa della realtà virtuale e aumentata e rendere l’apprendimento da remoto più facile e accessibile a tutti per rafforzare i piani di formazione regionali.

5G, una questione strategica

Una tecnologia, il 5G, che può davvero fare la differenza, ma che negli ultimi tempi ha incontrato diversi ostacoli che ne hanno rallentato la diffusione. Tra questi, gli investimenti troppo esigui, la scarsa conoscenza da parte degli utilizzatori istituzionali e delle imprese, il problema dell’inquinamento elettromagnetico che non è del tutto superato.

Ultima, ma non meno importante, la questione dei consumi energetici. Le infrastrutture 5G consumano molta energia ma Bruxelles non le ha inserite nella lista dei settori energivori e quindi non godono di un adeguato sostegno finanziario, riconosciuto invece ad altri comparti.

In tutto il mondo si sono raggiunte 1,3 miliardi di abbonamento ai servizi 5G alla fine del secondo trimestre del 2023, secondo l’Ericsson Mobility Report.

Probabile che già entro la fine del 2024 si supereranno i 2 miliardi di abbonamenti globali e i mercati leader saranno Stati Uniti, Cina, Giappone e Sud Es Asiatico. Chi consoliderà più rapidamente la propria posizione in questo settore, rispetto ai concorrenti diretti, avrà modo di sfruttare un vantaggio competitivo non indifferente.