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5G, dalle auto senza conducente alla chirurgia robotica: ecco come ci cambierà la vita

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Il 5G non ci farà solo navigare più velocemente dal cellulare, ma sarà uno strumento abilitante per l’‘internet delle cose’ e i sistemi machine-to-machine, che designano un futuro in cui il traffico sulle reti sarà sempre più generato non tanto dagli ‘umani’, quanto dagli oggetti e dalle macchine connesse.

Il 4G, la banda larga mobile di ultima generazione, è diffusa ancora a macchia di leopardo, ma l’industria è già proiettata verso il 5G che però, assicurano, sarà una tecnologia completamente diversa da quelle che l’hanno preceduta. E non solo perché migliorerà notevolmente la qualità delle connessioni, ma soprattutto perché consentirà una profonda revisione dell’uso dello spettro radio, aprendo nuove, importanti opportunità per svariati settori, dalle smart city alla chirurgia in remoto, dalle auto senza conducente all’internet delle cose.

Parola chiave: armonizzazione

La parola chiave per comprendere meglio la portata del 5G è ‘armonizzazione’ dello spettro.

I dati sono trasmessi attraverso le onde radio. Le onde radio sono divise in bande di frequenze, a seconda dell’uso che ne viene fatto nei sistemi di telecomunicazione

Ogni banda, in sostanza, è riservata a un diverso tipo di comunicazione – come ad esempio i segnali di navigazione aeronautica e marittima, le trasmissioni televisive e i dati mobili. L’uso di queste bande di frequenza è regolato dall’International Telecommunications Union (ITU).

Attualmente, però, per farla molto semplice, lo spettro è molto affollato e in alcune bande sono allocati vari servizi, il che ha causato – per i servizi mobili a banda larga – problemi con la velocità di connessione e l’affidabilità.

In previsione dello sviluppo del 5G, l’ITU ha quindi deciso di considerare l’utilizzo di nuove bande per far fronte all’aumento esponenziale delle connessioni.

Scaricare 33 film HD in un secondo

Spiega il prof. Rahim Tafazolli, direttore del 5G Innovation Centre della University of Surrey, che le connessioni 5G arriveranno a 800Gbps, cento volte le velocità delle attuali connessioni.

Per fare un esempio, quando Samsung annunciò lo scorso anno di essere riuscita a effettuare un trasferimento dati a 1Gbps nella banda di frequenza 28GHz si era detto che per scaricare un film in alta definizione ci sarebbero voluti 30 secondi.

A una velocità di 800Gbps, in un secondo si potrebbero scaricare più di 30 film HD.

Gli sviluppi

Entro il 2020, più o meno quando sarà pronta la tecnologia 5G, saranno connessi a internet tra 50 e 100 miliardi di dispositivi.

Le reti dovranno quindi prepararsi ad affrontare questo aumento delle connessioni aumentando la capacità, un po’ come allargare una galleria stradale per aumentare le corsie e rendere il traffico più scorrevole. Un traffico che non sarà generato solo da smartphone o tablet o pc ‘gestiti’ da umani, ma anche da automobili, contatori intelligenti ed elettrodomestici.

Una delle caratteristiche principali del 5G sarà infatti l’affidabilità delle connessioni, che sarà paragonabile a quella della fibra ottica, grazie anche ai notevoli miglioramenti delle antenne che dovrebbero evitare le disconnessioni improvvise.

Un fattore, questo, essenziale per la sicurezza e che sta spingendo molte aziende a immaginare, ad esempio, un futuro in cui il 5G permetterà alle auto senza conducente di comunicare tra loro e con le infrastrutture che attraversano o ai dottori che praticano la chirurgia robotica di lavorare con una latenza stimata di un millisecondo, quindi pressoché impercettibile.

L’Europa, che ha accumulato un forte ritardo nello sviluppo delle tecnologie mobile di ultima generazione – dopo aver guidato, lo ricordiamo, la nascita del GSM, quindi della telefonia mobile – sta puntando molto sul 5G: la Commissione europea ha già stanziato 700 milioni di euro per sostenere lo sviluppo di infrastrutture internet di nuova generazione nell’ambito dei partenariati contrattuali pubblico-privato (cPPP) lanciati a dicembre dello scorso anno. Altri 50 milioni di euro sono stati stanziati per la ricerca in questo ambito.