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5G, Commissione Ue: emissioni ben al di sotto dei limiti e simili al 4G

Nessuna evidenza di danni alla salute ed effetti analoghi a quelli di 4G. Questo l’esito della risposta della Commissione Ue a un’interrogazione presentata da Klaus Buchner, Europarlamentare, membro del Gruppo Verdi-Alleanza libera europea al Parlamento europeo, sugli effetti dell’esposizione ai campi elettromagnetici al 5G.

La posizione di Bruxelles arriva a pochi giorni dalla pubblicazione dell’aggiornamento delle linee guida dell’ICNIRP sul 5G, tema attuale anche in considerazione delle forti resistenze di molti comuni italiani alla posa di nuove antenne 5G per (ingiustificati) timori per la salute dei cittadini.

L’interrogazione

L’interrogazione (qui il link), fa riferimento da un lato ad eventuali danni generati dall’esposizione ai campi elettromagnetici e, dall’altro chiede di fare chiarezza sulla composizione del comitato scientifico SCENIHR (Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks) su eventuali conflitti d’interesse con i membri dell’ICNIRP, l’organismo internazionale che fra le altre cose studia le conseguenze delle emissioni elettromagnetiche e ne fissa i limiti.

La risposta del commissario Ue alla Salute Stella Kyriakidou

La risposta (scarica qui il testo in PDF) è arrivata da Stella Kyriakidou, Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare e chiarisce che:

– il comitato ha formulato cinque pareri pertinenti, l’ultimo nel 2015, che non hanno fornito alcuna giustificazione scientifica per rivedere i limiti fissati dalla raccomandazione 1999/519 / CE del Consiglio. Tali limiti si basano su una guida indipendente pubblicata dalla Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti. 

– Per quanto riguarda la diffusione del 5G, tutte le bande di frequenza previste sono coperte dalla raccomandazione del Consiglio. Si prevede che l’esposizione ai campi elettromagnetici sia molto vicina all’esposizione causata dal 4G e ben al di sotto dei rigorosi limiti raccomandati dal Consiglio, pari in media a 60 v/m che in Italia sono fino a 10 volte più severi pari a 6 v/m. 

– Per sostenere la valutazione del rischio, la Commissione ha investito 49 milioni di euro in progetti di ricerca in campi elettromagneticiattraverso i suoi programmi quadro di ricerca e innovazione. I risultati sono disponibili su CORDIS

– Per quanto a conoscenza della Commissione, nessun membro del comitato scientifico SCENIHR è membro della Commissione internazionale per Protezione dalle radiazioni non ionizzanti. La natura collegiale del Comitato garantisce l’indipendenza ed evita pregiudizi. I processi di selezione sono conformi alle norme di trasparenza della Commissione e garantiscono una composizione equilibrata dei gruppi di lavoro.

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