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5G, Blockchain, Industria 4.0, Pa e reddito di cittadinanza digitali. La Smart Nation nel Def

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Nella nota di aggiornamento del Def inviata alle Camere si legge che il Governo è pronto ad investire sull’innovazione e sulla tecnologia. 5G, Blockchain, Industria 4.0, Pa efficiente e reddito di cittadinanza erogato in forma digitale: il piano dell’esecutivo per ‘trasformare l’Italia in una Smart Nation, con un ruolo trainante del settore pubblico’. Tutte le novità ‘digitali’ nel Def.

Con la legge di Bilancio 2019 il Governo vuole sia ridurre la povertà, la disoccupazione e rilanciare l’economia in Italia sia “trasformare il Paese in una Smart Nation, con un ruolo trainante del settore pubblico”.

“È di vitale importanza per il Paese” si legge nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2018 che è stata presentata ieri alle Camere, “investire sull’innovazione e sulla tecnologia, per recuperare un gap consistente sul digitale, sull’offerta di servizi, sulla penetrazione della banda larga – seppure con differenze territoriali – e sulle competenze digitali”.

Allora vediamo nel dettaglio quali sono i punti programmatici presenti nel Def con cui il Governo punta a digitalizzare fortemente l’Italia.

Rilancio degli investimenti pubblici e della ricerca scientifica e tecnologica

Il settore pubblico deve avere un ruolo trainante nel trasformare il nostro Paese in una Smart Nation, ma è necessario che le politiche pubbliche in questo ambito siano tra loro pienamente integrate e coordinate, è scritto nella nota di aggiornamento del Def 2018,  a tal fine “il Governo intende promuovere la creazione, all’interno di ogni Ministero, di un avamposto digitale che sovraintenda alle iniziative digitali dei singoli Ministeri e si coordini con le altre Amministrazioni in una strategia di sviluppo unitaria”. L’idea degli avamposti digitali nei ministeri è di Luigi Di Maio, il ministro dello Sviluppo economico nell’audizione del 26 luglio scorso ha parlato per la prima volta di questa sorta di commissione digitale trasversale, che in collaborazione con l’Intergruppo parlamentare Innovazione coordini una strategia unitaria per lo sviluppo del digitale a livello di PA centrale.

Le strategie nazionali sulla Blockchain e sull’intelligenza artificiale

Nella prospettiva di digital transformation dell’Italia, per il Governo è essenziale partecipare al programma ‘Europa Digitale’, con il quale la Commissione Europea intende investire 9,2 miliardi per lo sviluppo di settori chiave per l’innovazione (Supercomputer, Intelligenza Artificiale, Cybersicurezza, competenze digitali, trasformazione digitale della P.A.). In questo ambito, un settore di particolare interesse è quello della tecnologia blockchain, sempre più centrale nello sviluppo del digitale, tanto a livello di iniziativa privata quanto nel settore pubblico.

“Il Governo intende promuovere una strategia nazionale sulla tecnologia blockchain”, si legge nella nota aggiornata del Def. Il 28 settembre scorso il Mise ha lanciato la call per dar vita al Gruppo di 30 esperti per elaborare nel 2019 la strategia nazionale sulla blockchain. La stessa modalità è stata utilizzata anche per l’Intelligenza artificiale. “Il Governo si propone inoltre di aumentare gli investimenti pubblici e privati nell’intelligenza artificiale e nelle tecnologie strettamente connesse”, emerge dal Def, “anche attraverso la definizione di una apposita Strategia nazionale e di gruppi di lavoro”. Infatti il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato già una call for experts per la definizione della Strategia nazionale sull’intelligenza artificiale.

Sviluppo della Banda Ultra Larga

Il termine “Banda Ultra Larga” è presente tre volte nelle 123 pagine della nota di aggiornamento del Def 2018 e sul tema non sono state introdotte novità rispetto agli obiettivi del piano BUL. Infatti si legge nel Def: “L’obiettivo della Strategia è quello di: garantire entro il 2020 la copertura con reti ultraveloci oltre i 100 Mbps ad almeno l’85 per cento della popolazione italiana; estendere la copertura ad almeno 30 Mbps alla totalità della popolazione italiana e la copertura oltre i 100 Mbps a tutte le sedi/edifici pubblici, poli industriali, aree di interesse economico e concentrazione demografica, nonché alle principali località turistiche e agli snodi logistici”.

Sblocco fondi per banda ultra larga nelle aree grigie

Nella nota di aggiornamento del Def è previsto, inoltre, lo sblocco dei fondi per lo sviluppo della banda ultra larga nelle cosiddette aree grigie. “…Un’ulteriore attività, fondamentale per la realizzazione della Strategia Nazionale, riguarda la definizione della seconda parte del Piano Nazionale Banda Ultra larga con l’intervento nelle aree grigie. A tale riguardo è necessario impegnare i fondi previsti nella delibera CIPE, previa ripresa del dialogo in materia con la Commissione Europea”.

5G

Il Governo è impegnato nello sviluppo del 5G attraverso la sperimentazione, l’adozione ed il rilascio di nuovi servizi e, in prospettiva, l’introduzione di piattaforme digitali di nuova generazione. A tal fine la procedura di gara per l’assegnazione delle frequenze è stata avviata e, alla luce della segnalazione trasmessa dall’Autorità di settore, verrà istituito un tavolo di coordinamento tra tutti i soggetti interessati al fine di assicurare che il percorso di trasformazione del sistema radiotelevisivo e il trasferimento delle frequenze nella banda 700 MHz avvenga senza ritardi rispetto alle scadenze stabilite, assicurando gli obiettivi di bilancio e le legittime esigenze di tutti gli attori coinvolti. In seguito si provvederà a migliorare l’allocazione e l’utilizzo dello spettro, anche al fine di reperire ulteriori risorse finanziarie per il bilancio pubblico.

Reddito di cittadinanza digitale

Dal primo gennaio le pensioni arriveranno a 780 euro, mentre dal primo aprile, scatta il reddito di cittadinanza a disoccupati e lavoratori poveri. L’importo cresce in base ai componenti del nucleo familiare (mentre il possesso di una casa riduce il sussidio). Ne hanno diritto italiani o stranieri residenti da almeno 10 anni, con un reddito annuo inferiore a 9.360 euro (per un single). Il ministro Di Maio ha precisato che il reddito non sarà uguale per tutti: “chi ha un reddito di 500 euro, ad esempio, ne percepirà 280 euro; chi ha un reddito di 200 euro ne percepirà 580; chi ha un reddito pari a zero percepirà 780 euro”. I furbi, ha avvertito ancora  il vicepremier, “si beccano 6 anni di galera per dichiarazioni non conformi alla legge”. Bisognerà stipulare un patto di servizio con il Centro per l’impiego ed alla terza offerta di lavoro rifiutata si perderà il diritto a percepire la somma, che sarà versata su una card elettronica spendibile solo per alcuni beni in Italia. Al momento non si conosce ancora come tecnicamente il reddito sarà erogato, il Governo sta studiando la migliore soluzione digitale per erogare il reddito di cittadinanza dal 2019 al 2021.

In sintesi, si legge nel Def “con il Reddito di Cittadinanza, il Governo introduce la Cittadinanza digitale che apre le porte all’innovazione per il singolo cittadino e per il sistema Paese. Il Reddito di Cittadinanza opererà in via completamente digitale, riducendo tempi costi e possibilità di frodi. Nel contempo verrà attuata la piena interoperabilità delle banche dati a disposizione dello Stato e dei Centri per l’Impiego, consentendo l’incontro in tempo reale della domanda e dell’offerta di lavoro”.

Pa digitale (DdL ‘Concretezza’)

 Il Governo intende agire in maniera mirata nel solco di una riforma, anche digitale, della Pubblica Amministrazione che modernizzi e migliori i rapporti tra cittadino o impresa e la PA. In particolare, emerge dalla nota di aggiornamento del Def, “Il Governo intende individuare soluzioni concrete per garantire l’efficienza delle pubbliche amministrazioni, il miglioramento immediato dell’organizzazione amministrativa e l’incremento della qualità dei servizi erogati dalle stesse”. Un’efficienza della Pa per il cui raggiungimento l’esecutivo punta soprattutto sull’utilizzo delle tecnologie (e sulle competenze digitali dei prossimi nuovi assunti). Il Governo ha approvato in via preliminare e presenterà al Parlamento il disegno di legge con cui vuole introdurre le impronte digitali contro i furbetti del cartellino e per tutelare chi, invece, va a lavorare regolarmente. In più nell’interazione con la PA, “il cittadino potrà ricorrere maggiormente a strumenti digitali in vari ambiti quali, ad esempio, la sanità, il fisco, la previdenza, la mobilità, i servizi anagrafici”, questa la promessa del Governo per una Pa digitale.

 Un Fondo venture capital per start up innovative

Come annunciato da Di Maio al DigithOn il 10 settembre scorso, il Governo è pronto a presentare un “Disegno di legge recante misure a favore delle start up innovative (c.d. Fondo venture capital per start up innovative)”.

Industria 4.0

Tenuto conto del riscontro positivo del Piano ‘Impresa 4.0’, il Governo lavora per confermarne le misure cercando comunque di migliorarne alcuni aspetti, raccogliendo istanze anche dalle associazioni di categoria. L’innovazione tecnologica, che costituisce il pilastro del Piano, continuerà a rivestire un ruolo primario nell’agenda del Governo anche per altri fronti complementari. Innanzitutto sono indispensabili lo sviluppo e la diffusione della rete 5G e della fibra nonché della tecnologia blockchain destinata ad avere numerose applicazioni, dalla riconoscibilità e tracciabilità dei prodotti Made in Italy all’avvio della disintermediazione attraverso gli smart contract. La profonda semplificazione amministrativa che è alla base della strategia di sviluppo del Governo investirà diversi settori economici ed avrà un ruolo trainante per lo sviluppo delle PMI. Gli sportelli unici per l’impresa, già esistenti a livello territoriale, verranno potenziati e questo consentirà di monitorare il livello di spesa delle risorse pubbliche disponibili, soprattutto dei fondi europei.