Lavoro

Smart working, 7 lavoratori su 10 non vogliono tornare in ufficio. Cloud in forte aumento

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Cresce in maniera esponenziale la domanda di nuove soluzioni digitali per lo smart working che resterà in auge in maniera sempre più massiccia anche dopo la fine della crisi sanitaria.

Il lavoro non sarà mai come prima del lockdown. Questo l’esito di un sondaggio condotto su un campione di 3700 executive del mondo IT di sette paesi, realizzato da Censuswide per conto di Citrix, secondo cui il 75% degli intervistati è d’accordo sul fatto che gli impiegati non torneranno a lavorare allo stesso modo di prima in ufficio. Per il 72% del campione inoltre il Covid-19 sta accelerando la digital transformation delle aziende (scarica il report in PDF).

Lavoro sempre più flessibile

La domanda di lavoro sempre più flessibile cresce, le persone saranno riluttanti a tornare in ufficio alle stesse condizioni di prima. Il 62% del campione risponde che in conseguenza di ciò sta velocizzando il passaggio al cloud.

Modelli di lavoro sempre più flessibili diventano quindi necessari per riorganizzare il lavoro.

Non sorprende più di tanto il fatto che il 69% dei manager IT intervistati dica che lavorare da casa non è stato poi così difficile per la maggioranza del personale, e il 71% aggiunge che le tecnologie utilizzate hanno consentito di lavorare come se si fosse faccia a faccia al lavoro.

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Smart working sul lungo periodo

Alla luce di tutto ciò, il trend generale è un’accelerazione verso il digitale con l’implementazione di nuove soluzioni di lavoro da remoto per il lungo periodo.

  • Il 62% degli IT leader dice che il loro dipartimento sta pensando di restringere l’infrastruttura IT fisica per avviare una transizione verso il modello cloud.
  • Il 42% sta anticipando l’introduzione di nuove piattaforme lavorative digitali.
  • Il 44% sta esaminando il ricorso a servizi di cloud pubblico per semplificare il lavoro da remoto sul lungo termine.

Percorso difficile

La strada obbligata dal virus verso lo smart working non è stata una passeggiata. Il 48% degli intervistati dice che l’azienda non disponeva di un piano di business continuity che abbracciasse tutti i dipendenti in telelavoro da casa. Il 61% degli intervistati ha avuto problemi a cambiare assetto verso lo smart working.

Inoltre, l’ampia adozione dello smart working ha dato la stura ad una serie di nuove preoccupazioni e sfide:

  • Il 70% degli IT leader è preoccupato per la sicurezza delle informazioni visto che i dipendenti lavorano da casa e non possono controllarli personalmente.
  • Il 54% afferma che c’è stato un forte incremento di dipendenti che hanno installato software non autorizzati.
  • Il 23% dice di aver registrato spegnimenti imprevisti delle Vpn (Virtual private network) e che questo è stato un problema per il dipartimento IT nelle ultime settimane. 

L’IT paga dazio ma tiene botta

Tutto questo non è stato indolore per i reparti IT delle aziende, con il 77% degli intervistati che ha parlato di alti livelli di stress. Però c’è un lato positivo. Questa crisi ha dato una forte spinta al ruolo e alla reputation dei reparti IT delle aziende, molto spesso diventati i veri eroi in questa fase di lockcdown. Il ruolo strategico dell’IT sta emergendo sempre di più e resterà anche dopo la crisi come elemento “business critical” per le organizzazioni per il 77% degli intervistati.