Dossier rete unica

Rete unica. Butti (FdI): ‘Cosa pensa il Tesoro dell’ingresso di CDP nel Cda TIM?’

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Interrogazione di Fratelli d'Italia al ministro dell'Economia Daniele Franco sull'ingresso di CDP nel Cda di TIM e sulla strategia della Cassa in relazione al progetto di rete unica.

Depositata oggi l’interrogazione urgente di Fratelli d’Italia al ministro dell’Economia e delle Finanze sull’ingresso di CDP nel Cda di TIM. L’interrogazione (a firma dei deputati Alessio Butti, Marco Silvestroni, Mauro Rotelli) al ministro dell’Economia Daniele Franco per sapere cosa ne pensa della posizione di subalternità in cui si troverà il rappresentante della Cassa in un Cda a maggioranza Vivendi e quale sarà la strategia del governo Draghi sul progetto rete unica di TIM.   

Il testo dell’interrogazione

Premesso che:

• È notizia di ieri sera l’entrata di Cassa Depositi e Prestiti nel CdA di TIM, nella quale è presente con il 9,98% delle azioni, con un consigliere individuato nello stesso presidente di CDP, Giovanni Gorni Tempini;

• Il rappresentante di CDP in seno al CdA di TIM aderirà alla lista di maggioranza espressa dall’attuale CdA.

• CDP ha quindi escluso l’opzione di partecipare alla lista di minoranza in corsa per il Cda di TIM e la cui scelta avrebbe invece conferito una autonoma personalità all’azione di CDP;

• CDP detiene anche il 50% delle quote di proprietà di Open Fiber e che nel corso del medesimo CdA di ieri sera ha deciso di lasciare cadere l’esercizio dell’opzione di acquisto sulla quota detenuta oggi da ENEL in seno ad Open Fiber ed oggetto di una trattativa di cessione ad un fondo estero (Macquarie ndr) per una consistenza compresa tra l’80% e il 100% della quota detenuta da ENEL in Open Fiber;

Cosa pensa CDP?

• Non è stata data alcuna spiegazione ufficiale da parte di CDP a sostegno di ambedue le scelte.

• Non risulta l’esistenza di alcun Piano industriale da parte di CDP, la qual cosa denota mancanza di visione strategica.

Il dossier sulla rete unica lasciato in eredità dal precedente governo si è sviluppato in modo disordinato e con forzature gravi dal punto di vista istituzionale, industriale e regolatorio.

Risulta evidente il paradosso di una presenza dello Stato nelle quote azionarie dei due soggetti industriali, impegnati nel medesimo settore industriale e commerciale, in aperta concorrenza nella implementazione della rete di TLC.

Il paradosso diventa apertamente rischio quando si intravede la ricostituzione di un regime di monopolio del settore delle tlc con grave danno per il mercato, per la concorrenza e per i consumatori.

CDP subalterno

Una situazione aggravata dalla posizione subalterna del rappresentante di CDP.

La rete unica, che noi vorremmo pubblica e non verticalmente integrata, è indispensabile per la crescita del Paese e la sua competitività.

Infine, la cosa ancor più grave è che siamo alle soglie delle valutazioni progettuali del PNRR in sede di NextGenerationEU che proprio su digitale e green pone grandi aspettative. E non vorremmo che tali aspettative riguardassero anche, attraverso una malintesa definizione di dossier nazionale, azioni di sostegno non dovuto (aiuti di Stato ndr) a società private che versano in situazioni di difficoltà industriale ed economico-finanziarie.

Tutto ciò premesso, si chiede:

• Quale sia la valutazione del ministro sulla evidente subalternità del singolo consigliere d’amministrazione di CDP in seno al CdA di TIM (in rappresentanza del risparmio postale italiano) rispetto alla nutrita componente facente capo alla società francese Vivendi, che sino ad ora non ha speso una sola parola per far sapere ai mercati quale sia il proprio punto di vista sul futuro della società di tlc di cui detiene il pacchetto azionario principale (23,9% ndr) e di cui si appresta ad esercitare il ruolo di primo azionista anche nella gestione operativa.

• Quale sia l’opinione del ministro in relazione alla imbarazzante presenza dello Stato nelle due società, una pubblica ed una privata, in competizione tra loro e quale senso industriale, strategico e politico abbia tale indecisa e confusa condotta, considerate le circostanze a cui stiamo assistendo da settimane, ovvero alla dismissione di una società della fibra come Open Fiber che rappresenta una storia di successo riconosciuta in Europa.

• Quale sia la strategia del governo in ordine alla realizzazione di una rete in fibra, con architettura avanzata ed in linea con le aspirazioni di infrastruttura al servizio della Gigabit society: se quella di sostenere una società a controllo pubblico, come è oggi Open Fiber (che costruisce reti in fibra ottica) o appoggiare i disegni di una società privata come TIM”.