L'intervento

Pirateria e rischi informatici: Bagnoli Rossi (FAPAV): “Sono i dati personali il nuovo business criminale”

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L'intervento di Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV, all'evento "Pirateria e rischi informatici" del 2 aprile a Roma: “Gli atti di pirateria per accedere ai contenuti audiovisivi non provocano danni solo nei confronti dell’industria e del sistema economico e professionale che ruota intorno alla cultura e alla creatività del nostro Paese, ma mettono in serio rischio anche la sicurezza e la privacy degli utenti stessi”.

Solo il 55% degli utenti italiani, secondo i dati Ipsos per FAPAV, è consapevole di tutto ciò che potrebbe accadere fruendo contenuti pirata tramite il linking, lo streaming, live e on demand, e il download. Percentuale che scende sotto il 49% per i giovani under 15. Imbattersi in malware, phishing o peggio ancora essere derubati dei propri dati personali è una possibilità reale e concreta.

Il 2 aprile scorso, a Roma, si è tenuto l’evento “Il prezzo della gratuità – Pirateria e rischi informatici”, organizzato dalla Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali (FAPAV) e da LUISS Business School.

Uno scenario che da un lato fa da appendice ad una ricerca più ampia, già presentata nei mesi scorsi dalla stessa FAPAV e Ipsos, sul tema dell’evoluzione della pirateria audiovisiva nel nostro Paese, ma dall’altro evidenzia in maniera chiara un grave problema culturale e di sicurezza.

Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV, nel suo intervento introduttivo all’evento, ha dichiarato senza mezzi termini: “C’è un problema molto grave, perché dietro a questa inconsapevolezza c’è un enorme business. Lo abbiamo detto molte volte e non ci stancheremo mai di dirlo, dietro alla pirateria non ci sono benefattori o Robin Hood del web, ma vere e proprie mentalità criminali che hanno solo un obiettivo: fare profitti, sempre più profitti”.
Il prezzo della gratuità, piena o parziale, di questi contenuti offerti illegalmente in rete, in piena violazione della legge sul copyright – ha precisato Bagnoli Rossi – è proprio questo: esporsi e mettere a repentaglio la sicurezza dei propri dati personali. Gli atti di pirateria per accedere ai contenuti audiovisivi non provocano danni solo nei confronti dell’industria e del sistema economico e professionale che ruota intorno alla cultura, alla creatività e al talento del nostro Paese, ma mettono in serio rischio anche la sicurezza e la privacy degli utenti stessi”.
Come si evince dal basso livello di consapevolezza di chi fruisce di contenuti audiovisivi attraverso piattaforme illecite – ha aggiunto il Segretario Generale della FAPAV – il vero problema risiede proprio nel fatto che compiendo queste azioni, non solo si viola la legge, ma si abbassa il livello di sicurezza e tutela della propria identità personale, offrendo, il più delle volte senza accorgersene, al mondo dell’illegalità web, ciò che di più intimo ed inviolabile possediamo, ovvero i nostri dati, le nostre informazioni, i nostri comportamenti. Ecco il perché di questa giornata organizzata da FAPAV e LUISS Business School: riteniamo fondamentale promuovere campagne educative ed informative che consentano di innalzare il livello di consapevolezza sui rischi legati ad un utilizzo leggero e poco attento delle piattaforme illegali. Un danno latente che colpisce in modo subdolo prima di tutto gli utenti, quindi l’industria audiovisiva sino all’intera economia italiana, attraverso l’evasione fiscale e la contrazione dei posti di lavoro”.

Un tema molto complesso e particolarmente critico, perché da un lato ci sono i criminali informatici e il loro business, dall’altro utenti del web spesso ignari o comunque non pienamente consapevoli dei rischi a cui vanno incontro fruendo contenuti pirata.

Per questo, ha spiegato il Segretario Generale, è stata realizzata una guida, scaricabile dal sito web della Federazione, un vademecum sui principali rischi informatici legati alla pirateria e sui più diffusi strumenti online utilizzati dai criminali informatici per piratare film e serie tv a danno dell’industria audiovisiva e dei tanti professionisti che vi lavorano.

Promuovere l’industria audiovisiva italiana vuol dire anche raccontare quelli che sono i suoi nemici più dannosi, per questo stiamo lavorando da anni nello studio del fenomeno della pirateria e a piani dedicati alla comunicazione e all’informazione, destinati soprattutto ai più giovani, che rappresentano il futuro del settore”, ha detto Bagnoli Rossi.
Prima di parlare della pirateria è anche utile raccontare cosa c’è dietro una macchina da presa, chi sono i protagonisti dell’industria culturale, i professionisti del settore, le maestranze e i grandi artisti, e lo abbiamo fatto incontrando i giovani soprattutto nelle scuole – ha spiegato Bagnoli Rossi – perché quando parliamo di cinema e serie tv, parliamo di posti di lavoro e di investimenti, oggi minacciati proprio da tutti quei criminali informatici che si nascondono dietro la pirateria audiovisiva, i siti web e le piattaforme che offrono illegalmente contenuti in rete in violazione delle leggi sul copyright.
L’industria audiovisiva perde fatturato per oltre 617 milioni di euro l’anno, mentre il danno complessivo all’economia nazionale si aggira sul miliardo di euro l’anno”.
Dati che saranno aggiornati e presentati nei prossimi mesi da FAPAV, con una nuova indagine relativa al 2018.

Oggi, secondo dati Ipsos per FAPAV, l’incidenza complessiva della pirateria (di film, serie e programmi televisivi) tra gli italiani di 15 anni o più nel 2017, è al 37%. Il digitale si conferma la modalità preferita di pirateria, 33% e in particolare lo streaming, 26%. Il download/P2P appare in aumento, attestandosi al 22% (+ 5%).
Se si vuole salvare l’industria dell’audiovisivo, d’altronde, si devono salvare proprio i più giovani.

Sul fronte educativo, infatti, sono tante le iniziative portate avanti e supportate da FAPAV negli ultimi anni (“Rispettiamo la creatività”, “Love © – Stand up for Creativity” e “Seminare domande” solo per citare le più recenti).
Il 35% di chi guarda film o serie tv pirata, e che ha sperimentato l’oscuramento di un sito pirata, si è poi rivolto almeno una volta ad alternative legali, cioè ha preferito pagare. Un dato che da solo fa capire quanto sia importante lavorare nelle scuole a contatto con i giovani per promuovere la legalità dei consumi e i comportamenti virtuosi.

In Italia si è lavorato molto negli ultimi mesi sul tema pirateria, sia promuovendo nuovi modelli culturali e di consumo orientati alla legalità, sia lavorando con la Magistratura, le Forze dell’Ordine e le Autorità preposte sul lato del contrasto al fenomeno: “Disponiamo del Regolamento AGCOM e la sua azione di contrasto alla pirateria, ottenendo ottimi risultati in termini di blocco dei siti e repressione del fenomeno, che ci ha reso un Paese in grado di offrire una best practice sul tema.
Allo stesso tempo, però, ci sono diverse criticità e sfide ancora aperte. Una tra tutte, quella che riguarda ad esempio il camcording, pratica illegale di registrazione audio-video dei film in sala, che rappresenta l’apice della filiera illecita pirata; Un’altra forte criticità è rappresentata dalle IPTV illegali, anch’esso fenomeno in crescita, sui cui il prossimo 31 maggio diffonderemo nuovi dati”.