L'indagine

‘Momento decisivo per la tv italiana’. Intervista a Antonio Nicita (Agcom)

a cura di Paolo Anastasio |

In dirittura d’arrivo l’indagine dell’Agcom su mercati rilevanti e posizioni dominanti nell’audiovisivo e per quella sulle quote di programmazione e di investimento in opere audiovisive indipendenti

L’Agcom ha chiuso il primo semestre del 2015 con la conclusione dell’analisi di mercato nell’accesso alla rete fissa. Un provvedimento – relatori i commissari Antonio Nicita e Antonio Preto – che determinerà la cornice della concorrenza e degli incentivi agli investimenti per i prossimi anni. Entro fine anno è prevista inoltre la conclusione di un’altra importante analisi di mercato, quella su mercati e posizioni dominanti nell’audiovisivo. Di questo secondo provvedimento abbiamo parlato con Antonio Nicita, di nuovo relatore questa volta con il collega Antonio Martusciello.

K4B. Possiamo dire che il 2015 è un anno di svolta per la convergenza telco-media?

 

Antonio Nicita. Sicuramente finora è stato un anno impegnativo, e lo sarà anche in autunno, per la definizione delle regole che caratterizzeranno per almeno un triennio gli assetti competitivi nella rete fissa e nell’audiovisivo. Agcom segue l’approccio europeo volto a favorire la certezza delle regole, fissando un periodo congruo di regolazione e la convergenza dei mercati in senso pro-concorrenziale. Occorre mettere al centro il consumatore interessato a fruire del più ampio insieme di servizi, in diverse modalità e con sempre minori costi di passaggio tra offerte concorrenti, siano esse relative alla fonia, ai dati o ai contenuti.

 

K4B: Che novità si attendono dall’analisi di mercato nel settore audiovisivo?

 

Antonio Nicita. Intanto è già una notizia l’analisi di mercato audiovisivo, attesa da qualche anno ormai. L’attuale Consiglio ne ha fatto una priorità e il punto di arrivo sarà innanzitutto quello di stabilire, alla luce di analisi anche di tipo quantitativo, se è ancora valida, in Italia, dopo l’avvento di una ricca offerta DTT, la distinzione tra mercati free e mercati pay. Occorre capire se l’esplosione di nuove forme di fruizione, anche di tipo freemium, quali quelle offerte via streaming, hanno di fatto già eroso i confini, una volta chiari e definiti, tra i due mercati, anche a seguito dell’avvio di importanti fenomeni di convergenza telco-media nell’offerta di contenuti.

K4B. Quali implicazioni avrà la definizione dei mercati rilevanti audiovisivi?

 

Antonio Nicita. Se si individuerà un mercato unico, ci saranno implicazioni importanti in merito alla revisione degli obblighi posti in capo alle ‘vecchie’ posizioni dominanti. Se, al contrario, i mercati free e pay risultassero ancora distinti, occorrerà stabilire se in essi vi siano o meno posizioni dominanti. Circostanza funzionale alla individuazione di rimedi pro-concorrenziali che potranno riguardare il tema delle esclusive e del funzionamento del mercato pubblicitario, ma soprattutto quello dell’apertura dei decoder e della catch up tv, regole di must carry e di must offer della programmazione lineare o della catch up, e così via.

L’industria televisiva italiana sembra caratterizzata da una nuova ventata di concorrenza nel pay e forse nel free. Gli stessi accordi di Telecom Italia con Sky, Netflix e Mediaset sembrano ridurre i rischi impliciti in integrazioni verticali esclusive. Dal punto di vista del regolatore si tratta di tenere aperte queste opportunità concorrenziali e di mantenere fluida la scelta dei consumatori.

K4B. A questo proposito, l’Autorità ha posto le basi perché la Rai possa metter fine agli oscuramenti sul satellite di Sky, anche con apposito accordo commerciale, ma nel frattempo altre emittenti annunciano battaglia sulle ‘retrasmission fee’. Che succederà ai consumatori? 

 

Antonio Nicita. Ciò che Agcom ha recentemente deciso riguarda solo gli obblighi che ha Rai in quanto concessionaria del servizio pubblico rispetto alle vecchie previsioni del contratto di servizio 2010-2012, tuttora in vigore per la mancata pubblicazione del contratto 2013-15. Dopo anni di irrisolte litigation, l’attuale Consiglio ha cercato di mettere al centro il consumatore svantaggiato dagli oscuramenti e di difendere il diritto dell’abbonato Rai alla fruizione della programmazione di servizio pubblico. Riconoscendo al contempo la valorizzazione equa e ragionevole dei contenuti, Altre decisioni di emittenti non concessionarie sono frutto di libere strategie di mercato, a meno che la nostra analisi delle posizioni dominanti non ci porti a definire come rimedi, a seconda dei casi, nuove regole di must carry o di must offer, a prezzi equi e ragionevoli. E’ un tema concorrenziale che resta comunque distinto dagli obblighi inerenti il servizio pubblico.

Segnalo inoltre che a breve l’Agcom sarà coinvolta anche nel processo di rinnovo della nuova Concessione, Convenzione e Contratto di servizio della Rai sulla base della normativa che si sta definendo in Parlamento. L’ultimo rinnovo della Concessione risale al 1994, prima dalla costituzione dell’Autorità.

K4B: Le emittenti free e pay tradizionali si lamentano intanto dell’asimmetria di regole nei loro confronti rispetto agli OTT e ai nuovi operatori che a quelle regole si sottraggono…

 

Antonio Nicita. Quello dell’asimmetria regolatoria è un tema rilevante che va affrontato e risolto con una ragionevole e progressiva tempistica, magari introducendo soglie minime oltre le quali possano scattare proporzionalmente regole analoghe. Ad esempio, un’altra indagine Agcom che sarà conclusa in autunno riguarda il tema delle quote di programmazione e investimento delle opere indipendenti europee. Lo sviluppo degli investimenti nella produzione è uno degli obiettivi fondamentali, ma nell’ultimo decennio l’Italia ha perso quote di mercato anche a causa di un sistema di norme, deroghe, controlli e sanzioni che si è rivelato poco efficace.

K4B. Un tema, quello degli investimenti, che sta affrontando anche la Commissione europea.

 

Antonio Nicita. Sì, la Commissione ci sta lavorando proprio in questi mesi e l’Autorità non farà mancare il suo contributo. Oltre a introdurre forme di semplificazione e di flessibilità anche pluriennale degli obblighi e un ruolo crescente alla prominence, si deve espandere progressivamente la platea dei soggetti interessati e rendere prevedibili gli investimenti nella produzione indipendente. Le migliori esperienze europee dimostrano che norme chiare e controllabili spingono produttori e broadcaster verso forme di autoregolamentazione di comune interesse. Su questo l’Autorità potrà anche segnalare a Governo e Parlamento possibili riforme rispetto alle attuali inefficienze dell’impianto normativo.

K4B: Le battaglie tra operatori passano anche attraverso l’accaparramento delle esclusive sui diritti sportivi. Non c’è il rischio di creare barriere all’entrata o di inflazionare i costi a danno dei consumatori finali?

 

Antonio Nicita. Se il consumatore può combinare diverse offerte e passare senza ostacoli tra l’una e l’altra, lo sfruttamento delle esclusive non è di per sé diseconomico. Evitando gli accaparramenti e mettendo al centro la libertà di scelta del consumatore si possono ripensare alcune caratteristiche della Legge Melandri oggi superate dall’evoluzione dei mercati e delle piattaforme trasmissive. Anche qui, non escludo che Agcom possa opportunamente segnalare tale necessità al Parlamento in un prossimo futuro. Insomma, sarà un autunno decisivo per la tv.