norme nel DSA?

“L’Ue pronta a seguire l’esempio dell’Australia per far pagare le news a Google e Facebook”

di |

Gli eurodeputati a lavoro sul Digital Service Act sono favorevoli ad introdurre norme per ottenere un pagamento equo per le news da parte di Google e Facebook, sulla scia del modello australiano e canadese.

Il Digital Services Act (DSA) e il Digital Markets Act (DMA), nella fase di approvazione al Parlamento europeo, potrebbero includere norme per far pagare le news alle Big Tech, sulla scia del codice che l’Australia vuole adottare (seguita anche dal Canada) per ottenere un pagamento equo per le news da parte di GoogleFacebook, ecc…

L’hanno detto al Financial Times gli europarlamentari che stanno lavorando alle due bozze sulla futura regolazione europea per arginare lo strapotere dei GAFAM e per applicare anche online le stesse regole che valgono offline.

“L’approccio dell’Australia pone fine agli squilibri contrattuali tra Google/Facebook-editori”

Alex Saliba, un eurodeputato maltese che ha guidato il primo rapporto del parlamento su DSA, ha affermato che l’approccio australiano nei confronti di Google e Facebook è riuscito a far fronte “agli squilibri acuti del potere contrattuale” con gli editori.

Google e Facebook guadagnano con le news scritte dai giornalisti: manca l’equo compenso

“Con la loro posizione di mercato dominante nella ricerca, nei social media e nella pubblicità, le grandi piattaforme digitali creano squilibri di potere e beneficiano in modo significativo dai contenuti delle notizie”, ha affermato. “Penso che sia giusto che restituiscano un importo equo”, ha detto l’europarlamentare Saliba.

Direttiva Copyright, ancora non recepita dall’Italia

Google e Facebook hanno intensificato i loro sforzi per raggiungere accordi di licenza con gli editori in Europa da quando l’UE ha rivisto le sue leggi sul copyright nel 2019. Le modifiche danno agli editori il diritto a un risarcimento per i frammenti di contenuto (titolo e snippet) che appaiono sulle piattaforme online. Ma alcuni deputati affermano, scrive il FT, che il regime resta troppo debole. Ed alcuni Stati, come l’Italia, ancora non ha recepito la direttiva copyright.

L’europarlamentare Ansip: “Non pagare gli autori delle news? Non l’accettiamo”

Andrus Ansip, eurodeputato estone ed ex commissario che ha contribuito a elaborare la direttiva sul copyright, si è detto aperto a ulteriori modifiche. “L’idea della direttiva sul copyright era di creare una posizione negoziale più forte per gli editori di notizie”, ha detto.

Ora sappiamo che lo stesso processo è in corso in Australia”, ha aggiunto Ansip. “Non voglio riaprire la direttiva sul copyright, ma dovremo guardare al Digital Services Act per fare maggiore chiarezza, perché non accetteremo mai questa situazione quando qualcuno utilizza i contenuti. . . e gli autori non sono affatto remunerati “, ha concluso Andrus Ansip, che è vicepresidente della commissione che si occupa dei principali atti di legislazione digitale. 

Come introdurre le regole per far pagare le news a Google&Co.?

Mentre cresce il sostegno per le misure annunciate dall’Australia per far pagare le news ai Big Tech, i deputati del Parlamento europeo sono più divisi sul modo migliore per introdurre la remunerazione: se sia meglio attendere l’impatto e il recepimento direttiva copyright.

“Introdurre il diritto per gli editori di sapere quando cambiano gli algoritmi per indicizzare le news”

Arba Kokalari, un eurodeputato svedese di centro-destra che in qualità di relatore ombra è responsabile di aiutare a guidare il DSA attraverso il parlamento, ha detto che è “problematico” considerare una nuova legislazione “prima ancora di vedere come verrà implementata la nuova direttiva sul copyright”.

Ma ha aggiunto che misure come il diritto per gli editori di sapere quando le aziende tecnologiche hanno modificato i loro algoritmi, influenzando la classifica delle notizie, “è qualcosa che penso che dobbiamo affrontare nel DSA“.

Il modello francese, l’accordo Google-editori

Google ha recentemente raggiunto accordi di licenza in Francia, in parte perché un tribunale è intervenuto per imporgli di negoziare con gli editori di notizie. Gli accordi di licenza “copriranno i diritti connessi e consentiranno anche ai giornali di accedere a News Showcase”, il programma lanciato di recente da Google con cui paga i media per una selezione di contenuti arricchiti.

“Obbligare le piattaforme a pagare le news”

“È ora di obbligare le piattaforme online a impegnarsi in trattative eque per remunerare i contenuti delle notizie che ottengono dagli editori di stampa e consigliarli sui cambiamenti degli algoritmi che influenzerebbero il ranking dei contenuti“, ha detto Stéphanie Yon-Courtin, l’eurodeputata del gruppo Renew ed ex consigliere dell’autorità garante della concorrenza francese.

La risposta di Google e il no comment di Facebook

Google, che si è impegnata a spendere 1 miliardo di dollari in tutto il mondo per pagare le licenze delle news nei prossimi tre anni, ha affermato che la direttiva sul copyright dell’UE “mira a trovare il giusto equilibrio” tra editori e piattaforme.

“Siamo disposti a pagare per sostenere ulteriormente il giornalismo e lo stiamo facendo in tutto il mondo”, ha detto un portavoce al FT. Mentre Facebook ha rifiutato di commentare le dichiarazioni degli eurodeputati rilasciate al Financial Times.