Finanza

Industry Tlc, nuova ondata di consolidamento in Europa?

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La debolezza borsistica degli operatori Tlc europei rilancia l’ipotesi di un’ondata di nuovo consolidamento paneuropeo nel mercato del Vecchio Continente.

La debolezza borsistica degli operatori Tlc europei rilancia l’ipotesi di un’ondata di nuovo consolidamento paneuropeo nel mercato, favorito dalla Commissione che gli incumbent non vogliono fare. “Bisogna creare dei campioni europei”, dice sempre il commissario Ue per il Mercato interno Thierry Breton. Un refrain che potrebbe presto tradursi in qualcosa di concreto, con un cambio di passo da parte delle autorità europee, scrive Le Figaro, secondo cui sul fronte normativo le autorità (soprattutto antitrust) di Bruxelles potrebbero superare posizioni dogmatiche anti consolidamento, in nome della difesa ad oltranza dei diritti dei consumatori, e favorire invece un’ondata di operazioni di merger, escluso ovviamente ogni tipo di di ritorno al monopolio.

Un conto è il consolidamento a livello paneuropeo, altro conto è consentire di ridurre la concorrenza a livello nazionale.

Uk

Il momento è favorevole per John Malone, patron e fondatore di Liberty Global, conosciuto come il cow boy delle telecom, alla conquista dell’Europa, dopo aver annunciato a primavera la fusione delle sue attività con quelle dell’operatore O2, filiale britannica di Telefonica. Un matrimonio da 30 miliardi, che gli consente di prendere il controllo della nuova entità, che fa venire i sudori freddi a BT.

BT che ha visto il valore del titolo dimezzarsi negli ultimi due anni, 11 miliardi il vaolre complessivo dell’azienda, meno della sua divisione di rete fissa Openreach (valorizzata 20 miliardi) e mobile EE (acquisita per 12 miliardi nel 2016).

Temendo il rischio di un’Opa ostile, BT ha affidato alla banca d’affari Goldman Sachs l’organizzazione di una linea difensiva. Deutsche Telekom, peso massimo delle Tlc europee che detiene il 12% di BT, sarebbe il candidato naturale per sferrare un attacco.

Reti condivise

La debolezza degli operatori europei è ancora più paradossale vista la forte resilienza mostrata di fronte alla grande crisi della pandemia. I consumatori stanno migrando sempre più verso abbonamenti ultraveloci, ma i ricavi degli operatori sono in sofferenza, il corso borsistico delle telco soffre, inesorabilmente. Aumentano le occasioni di acquisizione, come quella della spagnola MasMovil da parte dei fondi d’investimento Providence, Cinven e KKR per 5 miliardi di euro.

Un’altra vittima dei mercati è Orange, che veleggia ai minimi storici con il titolo a 9,30 euro, per una capitalizzazione di 24,5 miliardi.

Il gruppo tenta di rinforzarsi in tutti i paesi europei dove è presente, ma in Romania è più di un anno che Orange punta all’acquisizione dell’operatore storico Telekom Romania.

Francia

In Francia, l’idea di passare da quattro a tre operatori è stata rimessa in soffitta. Gli operatori cercano sinergie altrove. Dove? Nel consolidamento delle reti, che secondo gli analisti di Bryan Garnier è un “mezzo palliativo all’assenza di consolidamento”. Beneficiando di un cambio di atteggiamento da parte delle autorità, che in passato puntavano invece in modo più deciso sulla concorrenza infrastrutturale.

In Francia, SFR e Bouygues Telecom hanno già messo a fatto comune due terzi delle loro torri, nel quadro del New Deal Mobile, l’accordo fatto con il governo per coprire le aree bianche del paese.

Un altro accordo, di cui si parla ciclicamente, potrebbe tornare presto di moda: si tratta della condivisione delle reti fra Orange e Free, che si potrebbe chiudere dopo l’asta 5G che si terrà a novembre.

Dopodiché, tutto sarà di nuovo possibile. Tanto che tutti gli operatori francesi, eccezion fatta per Orange, hanno cominciato a rivendere le loro reti fisse e mobili a dei fondi infrastrutturali. E’ un modo per condividere i costi con dei partner finanziari e non industriali. E, soprattutto, per realizzare un consolidamento quanto meno sotterraneo. Quindi, non sarà più il caso di sapere se Free o SFR si fonderanno con Bouygues, ma se le rispettive infrastrutture sono già riunite nelle mani di alcuni fondi di investimento.

Svizzera

In Svizzera, l’operatore via cavo Liberty Global ha lanciato l’amo per rilevare Sunrise, mettendo sul piatto 6,8 miliardi di franchi (pari a 6,2 miliardi di euro).