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Huawei, ricavi globali +19% nel 2019 ma futuro incerto. Luigi De Vecchis ‘5G in Italia non sta rallentando’

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Huawei ha chiuso il 2019 con ricavi in aumento del 19% nonostante le sanzioni Usa. Incertezza sul 2020 a causa del virus. Luigi De Vecchis (Huawei Italia): 'Gli operatori italiani non stanno rallentando con il roll out delle reti 5G'.

Huawei ha chiuso il 2019 con ricavi da smartphone e altri prodotti, fra cui le apparecchiature di rete 5G di mezzo mondo, in aumento del 19% nonostante le sanzioni che pesano sull’azienda cinese da parte del Governo americano. Ma l’azienda lancia l’allarme dovuto al contesto globale, definito “più complicato” con implicito riferimento all’emergenza coronavirus. Difficile per l’azienda fare previsioni sull’andamento del 2020. Regna l’incertezza e non potrebbe essere altrimenti.

Luigi De Vecchis: ‘Il roll out del 5G in Italia non sta rallentando’

L’emergenza coronavirus sta impattando su tutte le attività economiche del nostro paese, ma “la capacità degli operatori italiani è intatta”, ha detto Luigi De Vecchis, presidente di Huawei Italia in tele conference a margine dei risultati economici comunicati oggi.

“Il 5G è una tecnologia costantemente sotto osservazione da parte di tutti – ha detto De Vecchis – per diversi motivi che vanno dalla salute, dall’uso delle frequenze e molto altro. Tutte polemiche che diventano poi oggetto di interrogazioni parlamentari. Per quanto riguarda le frequenze, la banda 700 e quella 3.6-3.8 Ghz vengono utilizzate da lungo tempo. Il tema della copertura e dell’aumento di antenne si pone con la banda 26 Ghz, che prevede un maggior numero di antenne. Più alta è la frequenza minore è la diluizione del segnale”. Le nuove alte frequenze per il 5G rischiano di subire interferenze dalle fronde degli alberi, dal pulviscolo presente nell’atmosfera, e costringerà gli operatori a guardare da vicino l’orografia del territorio per realizzare le nuove antenne. “Il rilascio dei permessi e l’individuazione dei siti diventa quindi un tema complesso – aggiunge De Vecchis – ma noi ad oggi dal nostro osservatorio abbiamo riscontrato che gli operatori italiani stanno cominciando a offrire i primi servizi 5G. Gli operatori non stanno affatto rallentando il roll out” pur trovandoci in piena emergenza coronavirus.    

App anti-Covid 19 serve un compromesso

Sulla app di tracciamento per contrastare il virus, il presidente di Huawei Italia ha detto che “occorre trovare compresso tra privacy, diritto e migliore soluzione digitale da usare in Italia”. De Vecchis ha precisato si è detto favorevole a soluzioni tecnologiche di contact tracing in Italia. La Cina senza l’uso delle tecnologie non avrebbe avuto lo stesso risultato con Covid-19. Huawei, tra le soluzioni tecnologiche messe in campo in Cina, ha offerto agli ospedali software di intelligenza artificiale per lo screening rapido delle TAC polmonari.

Difficile fare previsioni per il 2020

“Quando ci sono turbolenze un’azienda o chiude o continua a investire per mantenere la leadership e continuare a competere: noi al momento non recediamo da questa posizione, gli investimenti erano stati pensati in un clima diverso ma rimangono inalterati e come avete sentito anche dal presidente Xu non intendiamo abbassare la guardia”. Così Luigi De Vecchis risponde a chi gli chiede se anche nel nostro paese il 2020 sarà un anno ‘cruciale’ contrassegnato da problemi tra cui l’atteggiamento degli Stati Uniti che ha messo al bando il gruppo cinese e la diffusione della pandemia, come indicato dal presidente di Huawei Eric Xu presentando i dati.

“In Italia – ha aggiunto De Vecchis – vogliamo rafforzare il rapporto con le università con cui abbiamo in campo una serie di iniziative, nella cybersecurity intanto anche perché vogliamo che il nostro messaggio di trasparenza sia ulteriormente compreso avendo messo a disposizione tutto cio’ che ci riguarda”.

“Come ha detto Eric Xu è difficile fare previsioni per quest’anno visto che oltre alla situazione complicata con gli Usa c’è anche da tenere presente la pandemia che renderà più complicato lo sviluppo; una delle prime cose che abbiamo fatto – ha sottolineato De Vecchis – è stato pensare alla salute e sicurezza dei nostri dipendenti” anche in termini di dispositivi come mascherine e strumenti di disinfezione.

Il conflitto con gli Usa

Huawei è coinvolta da tempo in una serie infinita di cause legali con Washington, che accusa il gruppo cinese di rappresentare un rischio per la sicurezza Usa e dei suoi alleati.

La compagnia rispedisce le accuse al mittente e le autorità di Pechino sostengono che l’amministrazione Trump sta abusando delle sue prerogative e dello ‘spauracchio‘ della sicurezza nazionale per limitare la minaccia rappresentata da Huawei per i competitor americani.

Huawei è il primo brand mondiale nel mondo del tech e il conflitto aperto con gli Usa da tempo aggiunge tensione sulle ambizioni di Pechino di primato tecnologico globale e sulla guerra dei dazi avviata nel 2018 dal presidente Trump.

Nel 2019 le vendite di Huawei sono cresciute del 19,1% a 858.8 miliardi di yuan ($123 miliardi), in linea con l’aumento del 19,5% registrato nel 2018.

Gli utili sono aumentati del 5,6% a 62,7 miliardi di yuan ($9 miliardi), in frenata rispetto al balzo del 25% registrato nel 2018.

Il business resta solido

Il business “resta solido” nonostante “l’enorme pressione esterna”, ha detto in una nota in Eric Xu, una delle tre persone a prendere la presidenza del gruppo a turno. Tuttavia, Xu ha messo in guardia sul fatto che “il contesto esterno diventerà soltanto più complicato andando avanti”.

Le sanzioni approvate dal presidente Donand Trump a maggio, se saranno messe totalmente in atto, taglieranno quasi completamente l’approvigionamento di componenti e tecnologie Usa per Huawei. Washington ha garantito il prolungamento per alcuni prodotti, ma il fondatore del gruppo Ren Zhengfei ha detto che prevede un aumento delle barriere per la sua azienda.

L’azienda è il secondo produttore globale di smartphone, alle spalle di Samsung. Nel 2019 le vendite di smartphone sono aumentate del 15% a 240 milioni di unità.

Huawei può continuare a utilizzare il sistema operativo di Google Android nei suoi modelli, tuttavia deve fare i conti con il blocco sancito alla fornitura da parte di Google di musica e altri servizi molto popolari per i nuovi modelli che saranno lanciati in futuro.

Huawei sta creando un servizio in house per sostituire Google e dice che il suo sistema conta già 400 milioni di utenti attivi in 170 paesi a fine 2019.

La creazione di un ecosistema proprietario impone a Huawei di convincere gli sviluppatori a scrivere applicazioni ad hoc per il suo sistema operativo, una sfida ambiziosa in una industry dominata dalle applicazioni per Android e iOS di Apple.

Huawei è inoltre uno dei principali fornitori globali di apparecchiature di rete 5G, insieme alla svedese Ericsson e alla finlandese Nokia. Sulle due aziende scandinave ha messo gli occhi l’amministrazione Trump.

L’amministrazione Trump sta cercando di convincere i governi europei e i suoi altri alleati globali ad escludere a priori le tecnologie di Huawei per il 5G.

Australia e Taiwan, insieme ad alcuni altri governi, hanno imposto dei limiti all’utilizzo di tecnologie fornite da Huawei per le loro reti 5G, mentre la Germania e alcune altre nazioni, compresa l’Italia, sostengono che Huawei è libera di proporsi come fornitore per le nuove reti 5G. C’è da dire che nel nostro paese restano le forti preoccupazioni espresse a più riprese dal Copasir.

Huawei, che a livello globale conta 104.572 dipendenti cinesi su un totale di 194mila, nega con forza di essere controllata dal Partito Comunista o di lavorare come “spia” al soldo del governo di Pechino.

L’azienda ha risposto ai controlli di Trump sull’export rimuovendo i componenti made in usa dai suoi principali prodotti.

La compagnia ha presentato i suoi chip e il suo sistema operativo proprietario, che contribuisce a ridurre la sua vulnerabilità rispetto ai controlli americani sull’export.

Lo scorso anno Huawei ha presentato il primo smartphone basato su chip prodotti internamente in sostituzione di tecnologie Usa.

Il comunicato ufficiale di Huawei

Huawei ha pubblicato oggi i risultati finanziari del 2019, confermando la solidità del proprio business. Il fatturato complessivo dell’azienda nel 2019 ammonta a 123 miliardi di dollari, una crescita del 19,1% rispetto al precedente anno. L’utile netto è di 9 miliardi di dollari, mentre il flusso di cassa proveniente dalle attività operative ha superato i 13,1 miliardi di dollari, una crescita del 22,4% su base annua. A dimostrazione del costante impegno dell’azienda nell’innovazione tecnologica e nella ricerca, Huawei ha investito 18,8 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, il 15,3% del fatturato complessivo. Negli ultimi 10 anni, Huawei ha investito oltre 86 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo.

“Il 2019 è stato un anno straordinario per Huawei”, ha affermato Eric Xu, Presidente di Huawei. “Nonostante l’enorme pressione esterna, l’azienda ha fatto continui progressi, ponendo particolare attenzione alla creazione di valore per i nostri clienti. Abbiamo lavorato duramente per guadagnare la loro fiducia e rispetto, così come quello dei nostri partner in tutto il mondo. Il business rimane solido”.

Carrier Business Group

Nel 2019, l’attività del Carrier Business Group di Huawei ha guidato l’implementazione commerciale delle reti 5G. Per favorire lo sviluppo commerciale della rete e promuovere le nuove applicazioni del 5G, l’azienda ha realizzato diversi 5G joint innovation center in collaborazione con gli operatori di tutto il mondo. Le soluzioni “RuralStar base station” di Huawei, ad esempio, hanno dimostrato che è possibile affrontare efficacemente i problemi di copertura della rete anche in aree remote e prima difficilmente raggiungibili. Queste soluzioni sono state adottate in oltre 50 Paesi, garantendo la connessione internet mobile a oltre 40 milioni di persone che vivono in aree remote. Nel 2019, il fatturato del Carrier Business Group di Huawei ha raggiunto 42,5 miliardi di dollari, una crescita del 3,8% rispetto all’anno precedente.

Enterprise Business Group 

Le attività dell’Enterprise Business Group di Huawei continuano a supportare la trasformazione digitale dei clienti in tutti i settori e contribuiscono a gettare le basi per un mondo digitale. A livello globale, oltre 700 città e 228 aziende della Fortune Global 500 hanno scelto Huawei come partner per la trasformazione digitale. Nel 2019, Huawei ha annunciato la sua nuova strategia di crescita mirata a rendere il mondo sempre più connesso e digitale. Come parte di questa strategia, l’azienda ha lanciato il processore AI più veloce al mondo, l’Ascend 910, e il training cluster di AI Atlas 900. Nel 2019, il fatturato dell’Enterprise Business Group di Huawei ha raggiunto 12,8 miliardi di dollari, una crescita del 8,6% su base annua.

Consumer Business Group 

Il Consumer Business Group di Huawei continua a registrare una forte crescita, con un totale di 240 milioni di smartphone consegnati durante l’anno. Huawei ha registrato forti progressi anche nello sviluppo dell’ecosistema “Seamless AI Life” su tutti i dispositivi prodotti dall’azienda, inclusi personal computer, tablet, dispositivi indossabili e schermi intelligenti. Nel 2019, il fatturato del Consumer Business Group di Huawei ha raggiunto 66,9 miliardi di dollari, in crescita del 34% su base annua.

“In futuro, il contesto ambientale in cui opereremo diventerà ancora più complicato”, ha affermato Xu. “È necessario continuare a migliorare la competitività dei nostri prodotti e servizi, promuovere l’innovazione e creare soluzioni di valore per i nostri clienti e la società in generale. Questo è l’unico modo per cogliere le grandi opportunità offerte dalla trasformazione digitale dei vari settori e mantenere una crescita sostenuta nel lungo periodo”.

Il bilancio della Relazione Finanziaria Annuale 2019 di Huawei è stato sottoposto a revisione contabile indipendente da parte di KPMG, società di revisione contabile internazionale che fa parte delle Big Four. Il documento è disponibile per il download al seguente link www.huawei.com/en/press-events/annual-report/2019