Distribuzione

Amazon: sciopero nelle sedi di Brandizzo e Marene, “Carico di lavoro eccessivo e poca sicurezza”. Black Friday a rischio?

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Migliaccio (Uiltrasporti): “Non siamo più disponibili a mettere a repentaglio la sicurezza fisica dei lavoratori. Amazon chiede di lavorare il sabato, la domenica e i festivi, di fare più turni di lavoro per arrivare a coprire tutte le fasce di richiesta consegne da parte dell’utenza, non è accettabile, serve più personale”.

Da domani, 27 novembre, prenderà il via lo sciopero dei lavoratori addetti alla consegna delle merci nelle sedi Amazon di Brandizzo (Torino) e Marene (Cuneo). Lo sciopero, che non riguarda il personale dipendente della multinazionale, si articolerà in maniera non lineare e senza alcun preavviso, per un arco di tempo di 16 ore.

Un’iniziativa lanciata dalla Uil Trasporti settore logistica a soli tre giorni dall’atteso Black Friday, un evento commerciale che, grazie ad offerte straordinarie e grandi sconti, ha conquistato in Italia una crescente fetta di consumatori, anche in chiave regali di Natale.
Quest’anno però, i lavoratori delle due sedi Amazon hanno deciso di incrociare le braccia e di porre all’attenzione di tutti alcuni problemi, non salariali, ma di sicurezza e condizioni lavorative.

Abbiamo chiesto a Gerardo Migliaccio, segretario Uiltrasporti Piemonte, i motivi di questo sciopero che è locale, certamente, ma che allo stesso tempo pone delle questioni di rilievo assolutamente nazionale: “Lo sciopero è portato avanti localmente, nelle sedi Amazon di Brandizzo e Marene, da dipendenti di aziende che lavorano in appalto e fanno le consegne casa per casa, negozio per negozio. Uno sciopero legato alla sicurezza. Il tema principale è la mancanza di sicurezza.
Abbiamo un sovraccarico di lavoro enorme, che dura tutto l’anno, 12 mesi su 12 mesi, quindi non parliamo di periodi specifici, in occasione dei quali vengono magari assunte più risorse temporaneamente, noi parliamo di un carico di lavoro in crescita costante, per tutto l’anno, che va oltre ogni aspettativa”.

Un carico eccessivo che mette a repentaglio la sicurezza dei lavoratori, con incidenti comprovati e multe che i lavoratori subiscono nello svolgimento del loro lavoro”, ha precisato Migliaccio.
Sicurezza sul lavoro, ma anche stress psicologico acuto, per le condizioni lavorative prima di tutto, ma anche per i litigi crescenti con l’utenza. Molti di questi dissidi nascono semplicemente dalla difficoltà di circolazione dei mezzi di trasporto che per rispettare i tempi di consegna sono costretti a parcheggiare dove capita, nel caso dei centri abitati, spesso in doppia fila, costretti poi a subire le rimostranze di negozianti e cittadini”.
“Senza contare i danni materiali al mezzo di trasporto, che sono molti e a carico del lavoratore stesso, viste le strade dove i corrieri sono spediti, strette e non adatte a questo tipo di distribuzione”, ha aggiunto il sindacalista Uil.

Le richieste del sindacato sono le seguenti: “Ridurre il carico di lavoro e il numero delle consegne, con un aumento del personale e delle ore dei lavoratori assunti a part time”.

Al momento le risposte ricevute dalle aziende che lavorano all’interno di questi servizi “sono positive”, ma non vanno a risolvere il problema della sicurezza, “perché è Amazon ha controllare i livelli di produttività e Amazon non ci ha ancora risposto. Amazon è il grande committente e purtroppo non accetta confronti con il sindacato, che rappresenta lavoratori che non sono suoi dipendenti diretti”.

Amazon, secondo Migliaccio, sta aumentando oltremisura i livelli di produttività, “e questo comporta un aumento del carico di lavoro per i corrieri, chiedendo di lavorare il sabato e la domenica, di fare più turni di lavoro per arrivare a coprire tutte le fasce di richiesta consegne da parte dell’utenza, anche in tarda serata. Non siamo più disponibili a mettere a repentaglio la nostra sicurezza fisica e non siamo più disponibili a pagare le multe legate ad un modello lavorativo sempre più stressante e soggetto a brusche accelerazioni da parte di Amazon”.

Il deposito Amazon operativo a Brandizzo, in provincia di Torino, occupa una superficie di 11mila metri quadri ed è stato aperto poco più di un anno fa con il fine di rafforzare, anche grazie all’utilizzo di moderne e innovative tecnologie, il comparto logistico Amazon del Nord Est Italia.

Comunicazione Amazon
Nel ribadire che l’agitazione non riguarda personale alle sue dipendenze dirette, Amazon ci ha fatto sapere che per le consegne ai clienti “si avvale di piccole e medie imprese specializzate” e che “richiede che tutti i fornitori di servizi di consegna rispettino il Codice di Condotta dei Fornitori Amazon”, che “garantiscano che gli autisti ricevano compensi adeguati, siano trattati con rispetto, si attengano a tutte le normative vigenti e al codice della strada, e guidino in modo sicuro”.
Amazon effettua verifiche su qualsiasi segnalazione di non conformità” e “il numero di pacchi da consegnare è assegnato ai fornitori di servizi di consegna in maniera appropriata e si basa sulla densità dell’area in cui devono essere effettuate le consegne, sulle ore di lavoro, sulla distanza che devono percorrere”.
La multinazionale ha infine comunicato di assegnare le rotte ai fornitori di servizi di consegna “che poi le assegnano ai loro autisti sulla base della loro disponibilità”.