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Zero Roaming, ecco i dettagli che annacquano la riforma

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Sottoscritta ieri dal Comitato dei Rappresentanti Permanenti, la riforma sul Roaming Zero e Net Neutrality presenta alcune clausole che vanno potenzialmente in favore agli operatori tlc.

I paesi membri al Comitato dei Rappresentanti Permanenti hanno approvato ieri con il Parlamento Europeo l’accordo sulla fine del roaming per il 2017, ma alcuni dettagli rischiano in qualche modo di annacquare la tanto attesa riforma.

E’ vero quindi che ieri un altro passo in avanti per l’abolizione della tariffa del roaming è stato fatto, con il timbro al recente accordo raggiunto dopo mesi di negoziati. Questo significa che a partire dal 15 giugno 2017 non ci saranno più sovrapprezzi per gli utenti mobili nell’Unione Europea per le chiamate dall’estero.

D’altro canto però, leggendo il testo ufficiale dell’accordo esaminato da Key4biz, ci sono alcune clausole di salvaguardia per le compagnie di telecomunicazioni che rendono meno la riforma meno netta di quanto si potesse credere.

Secondo l’articolo 15bis, nel documento sottoscritto ieri dal Comitato dei Rappresentanti Permanenti, emerge che “In circostanze specifiche ed eccezionali, in cui un fornitore di roaming non sia in grado di recuperare i costi complessivi  previsti della fornitura di servizi di roaming al dettaglio, i suddetti fornitori  possono chiedere (alle authority nazionali ndr) l’autorizzazione ad applicare un prezzo maggiorato per garantire la sostenibilità del proprio modello di tariffazione domestica”. 

In altre parole, nelle pieghe del documento si sancisce che se le compagnie tlc non riescono a sostenere economicamente il modello Roaming Zero, possono applicare un aumento della tariffa per ottemperare ai mancati introiti, in modo tale da non essere costrette ad aumentare i prezzi sul mercato domestico. E’ chiaro quindi che la riforma in questo modo lascia spazio ad interpretazioni e interventi nazionali che rischiano appunto di annacquare il provvedimento.

Secondo l’articolo 15, gli operatori Tlc potranno poi intervenire in base al principio di “fair use policy”, bloccando eventuali abusi sul roaming, ad esempio nel caso in cui un cliente di un certo paese disponga e faccia un uso abusivo di abbonamenti telefonici di un altro paese dove le tariffe di roaming sono più vantaggiose.

Per quanto riguarda invece le tariffe del roaming, la roadmap per l’abolizione progressive è già in atto. A partire dal 30 aprile 2016, le tariffe saranno tagliate ad un tetto massimo di 0,05 centesimi al minuto per le chiamate, 0,02 centesimi per gli Sms e 0,05 centesimi per megabyte (Iva esclusa). Uno sconto del 75% rispetto alle tariffe in vigore al momento.  

La Commissione Europea si occuperà inoltre di rivedere il mercato all’ingrosso del roaming entro il termine del 2017.

La riforma prevede anche che, per la prima volta, vengano introdotti principi normativi sulla net neutrality. Gli utenti europei saranno liberi di accedere a tutti i contenuti senza blocchi o rallentamenti, fatti salvi servizi di sicurezza. Sarà consentito il blocco solo in un numero limitato di casi, per esempio per contrastare un cyber-attacco o per contrastare temporanea congestione del traffico in Rete.