IPTV pirata

Xtream Codes, Bagnoli Rossi (FAPAV): “Un’operazione senza precedenti, forte impatto sul consumo illegale”

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Cinque milioni gli utenti coinvolti solo in Italia, per un giro d’affari stimato in circa 60 milioni di euro annui. Procura di Roma e Napoli coordinano vasta operazione tra Italia ed Europa per smantellare rete IIPTV illegali. Sequestrati e oscurati 80 siti internet e di 183 serve.

Sono in corso da stamattina provvedimenti di perquisizione locale, informatica e conseguente sequestro nei confronti della più rilevante organizzazione clandestina mondiale, che sta dietro la piattaforma “Xtream Codes”, ideatrice e principale responsabile della capillare diffusione illegale via internet delle emittenti televisive a pagamento, tra cui Sky, Dazn, Netflix e Mediaset.

È il risultato dell’operazione “Black IPTV”, condotta in Italia dal Procuratore della Repubblica di Napoli, dott. Giovanni Melillo, e coordinata dal Procuratore Aggiunto, dott. Vincenzo Piscitelli, e dal sostituto procuratore, Dott.ssa Valeria Sico, ma che riguarda anche altri Paesi europei, tra cui Francia e Germania.

Alla notizia dell’operazione della Guardia di Finanza, è arrivato il plauso della FAPAV, la Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali.
Apprendiamo con grande soddisfazione la notizia dell’operazione “Black IPTV” e ci congratuliamo per l’importante risultato ottenuto con la Procura di Napoli, il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza e tutte le Forze dell’Ordine coinvolte” – ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV.
Si tratta di una operazione senza precedenti che avrà un impatto fortissimo sul consumo illegale di contenuti audiovisivi, in particolare sportivi“, ha precisato Bagnoli Rossi.
“L’imponente organizzazione criminale che gestiva e utilizzava Xtream Codes, operante a livello internazionale, rivela, anche all’opinione pubblica, tutto quello che si nasconde dietro la pirateria: un fenomeno ancora troppo sottovalutato, a livello di gravità, nella percezione comune. Stiamo infatti parlando di gruppi criminali che guadagnano cifre impressionanti. I danni che questa filiera illecita causa all’industria legale devono destare preoccupazione, in vista anche delle ricadute occupazionali sul settore”, ha concluso il Segretario Generale della FAPAV.

Sull’argomento ci sono i dati nazionali della ricerca FAPAV/Ipsos pubblicata a luglio 2019, che rivelano come, solo in Italia, siano 5 milioni le persone che utilizzano IPTV illegali per vedere contenuti audiovisivi. 4,7 milioni di persone hanno invece dichiarato di aver visto contenuti sportivi su piattaforme non autorizzate. La stima del fatturato perso dall’industria audiovisiva a causa della pirateria è di 600 milioni di euro. I danni per l’intera economia italiana sono di oltre 1 miliardo.

E proprio i dati emersi dall’indagine odierna, si legge nel comunicato ufficiale della Guardia di Finanza, hanno evidenziato che sono 5 milioni gli utenti coinvolti solo in Italia, per un giro d’affari stimato in circa 60 milioni di euro annui.
Spendendo appena 12 euro si acquistavano interi pacchetti di dati per vedere tutti i principali palinsesti delle televisioni a pagamento in diverse regioni, come Lombardia, Veneto, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.
Otto gli ordini di indagine a livello europeo emessi dalla Procura di Napoli che, tramite l’Agenzia Europea per il coordinamento investigativo e la cooperazione giudiziaria ’Eurojust’, sono stati eseguiti simultaneamente in più Paesi.

Il sequestro e l’oscuramento della piattaforma “Xtream Codes” è stato seguito dal blocco di 80 siti internet e di 183 server dedicati alla riproduzione e diffusione dei flussi audiovisivi, erogati, al momento del sequestro, ad oltre 700.000 utenti online.

Venticinque complessivamente gli obiettivi delle perquisizioni odierne sul territorio nazionale e, fanno sapere le forze dell’ordine, nei confronti dei responsabili dell’organizzazione, si potrà procedere per “Associazione a delinquere finalizzata alla riproduzione e commercializzazione illecita di IPTV”, con la circostanza aggravata del reato transazionale; mentre nei confronti dei fruitori del servizio “è prevista la reclusione da sei mesi a 3 anni e la multa fino a 25.822 euro”.