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Wind-3 Italia: sul tavolo Ue nuove proposte di Hutchison per strappare il sì dell’Antitrust

Con l’obiettivo di riuscire a concludere la fusione con Wind, CK Hutchison – proprietaria di 3 Italia – ha offerto una serie di nuove concessioni alla Commissione europea che, lo ricordiamo, ha invece bocciato la fusione con O2 nel Regno Unito.

Le concessioni sono arrivate lunedì 6 giugno sul tavolo dell’Antitrust europeo, che ha quindi posticipato di 15 giorni lavorativi la decisione sul dossier, attesa per l’8 settembre.

“L’estensione temporale è stata decisa dalla Commissione in accordo con le parti”, ha dichiarato un portavoce della Commissione europea.

CK Hutchison, controllata dal conglomerato Hutchison Whampoa del magnate Li Ka-shing, punta ad ammorbidire l’intransigente posizione di Bruxelles impegnandosi a cedere ampie porzioni di spettro e parte degli impianti e a siglare accordi di roaming per creare un quarto operatore mobile.

Secondo alcune fonti, citate da Reuters, Fastweb sarebbe tra i pretendenti di questi asset, insieme alla francese Iliad.

Bloomberg riporta invece che un’offerta sarebbe arrivata anche dall’operatore mobile giamaicano Digicel.

Si tratterebbe al  momento di offerte non vincolanti per l’acquisizione di frequenze e di circa 5 mila torri. Asset che consentirebbero di creare un nuovo operatore e di smorzare le possibili criticità avanzate dalla Commissione.

La riduzione del numero degli operatori da 4 a 3 non è infatti ben vista dalla Ue secondo cui, venendo a mancare un concorrente si arriverebbe inevitabilmente a un aumento dei prezzi ai consumatori.

La Commissione dovrebbe rendere noto entro un paio di giorni se le offerte sono ammissibili o meno.

Nonostante il pollice verso dell’Antitrust europeo alla fusione tra 3UK e la controllata britannica di Telefonica O2, e l’apertura  – lo scorso 30 marzo – di una ‘indagine approfondita’ sulla proposta di fusione, il gruppo russo Vimpelcom, proprietario di Wind, si è detto fiducioso sul buon esito dell’operazione entro la fine di quest’anno.

Il progetto da 21,8 miliardi di euro creerebbe il principale operatore mobile italiano e la Ue ha evidenziato come anche in questo caso vi sia il rischio di un possibile aumento dei prezzi e un calo degli investimenti nelle reti di telecomunicazioni mobili.

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