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Voucher banda ultralarga, si va verso l’aggiornamento dei requisiti dei device

Dopo le polemiche degli ultimi giorni sulle modalità di erogazione del voucher per la banda ultralarga, primi segnali di schiarita almeno sul fronte dei device. Infratel sta valutando l’aggiornamento delle specifiche tecniche dei requisiti dei device, dopo le proteste dei giorni scorsi, secondo cui gli unici device in linea con i stringenti requisiti sarebbero stati quelli in mano a TIM, che ne avrebbe già fatto incetta riempiendo i magazzini e che sarebbe stata contraria all’aggiornamento dei requisiti.

A favore del cambio delle specifiche, fra gli altri, Tiscali e molti altri operatori soprattutto quelli di piccole dimensioni. Contraria invece TIM. Fra i cambiamenti ci sarà ad esempio il cambiamento sulla focale dei device, che consentirà di allargare notevolmente il numero di dispositivi che potranno essere proposti ai richiedenti.

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Più di 100 piccoli provider accreditati

“Per i voucher si sono accreditati più di un centinaio di piccoli operatori – ha detto a Key4biz Dino Bortolotto, presidente di Assoprovider (Confcommercio), l’associazione che rappresenta i piccoli operatori Tlc – stamattina, Infratel ci ha fatto sapere che intende porre rimedio, e che vuole modificare i requisiti dei device ampliando la gamma. Ne siamo contenti, in questo modo anche i piccoli provider potranno riuscire a servire la vasta platea di persone che ne faranno domanda in territori di digital divide. I piccoli operatori devono essere coinvolti nei territori in digital divide”.

I nuovi requisiti allo studio consentiranno così di reperire sul mercato un numero più ampio e vario di device anche a basso prezzo, più in linea con le disponibilità finanziarie del target di riferimento, fatto di famiglie a basso reddito cui è destinato il bonus. Tra l’altro, mentre l’erogazione dei voucher è partita sul sito di Infratel, prosegue la registrazione di nuovi operatori sulla piattaforma.

“Basti pensare che tra le caratteristiche tecniche obbligatorie previste da Infratel c’è la webcam da almeno 8 megapixel di cui devono essere dotati Pc o Tablet: è praticamente impossibile trovare sul mercato dispositivi low-cost dotati di tale requisito – si legge in una nota di Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo – Questo sta portando gli operatori a vendere ai consumatori prodotti scadenti e di bassa qualità o, come nel caso di un noto gestore delle Tlc, a ricorrere ad artifizi tecnici, fornendo agli utenti un computer a basso costo che non rispetta i requisiti previsti assieme ad una webcam esterna che invece è conforme alla normativa, in modo da eludere i vincoli stabiliti dal decreto”.

Platea potenziale

La platea potenziale dei beneficiari è di 2 milioni di persone, complessivamente i fondi stanziati per i voucher (200  milioni) potrebbero coprire le richieste di 400mila persone.  

Il voucher da 500 euro, riservato alle famiglie con ISEE inferiore a 20mila euro, è partito ed è accessibile sul sito di Infratel, che da alcuni giorni ha avviato l’erogazione. Il bonus riguarda due voci, il contributo per la connettività (variabile da 200 a 400 euro) e quello per il device (tablet o pc) anch’esso variabile (da 100 a 300 euro). Ad ogni modo, la somma complessiva sarà pari a 500 euro.

Oltre al problema dei requisiti tecnici dei device, che sembra in via di risoluzione, l’altro grande problema legato ai voucher riguarda i soggetti che possono erogarlo, vale a dire gli operatori di telecomunicazioni in esclusiva. Qui la polemica non sembra ancora risolta.

Perché l’esclusiva agli operatori Tlc?

Il problema è stato subito sollevato da mesi, già in fase di consultazione, da Aires, l’associazione che raccoglie le principali aziende e gruppi specializzati in elettrodomestici ed elettronica di consumo fra cui EuronicsExpertTrony e UniEuro. In seguito, si è aggiunta ANCRA – Associazione Nazionale Commercianti Radio Televisione Elettrodomestici e Affini -, con l’intervento ad adjuvandum di Mediaworld – che hanno impugnato davanti al Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio il decreto, affidando il ricorso ad un team di professionisti dello studio BGLV & Partners coordinato dagli avvocati Sandro Guerra ed Elisa Vannucci Zauli.

Si contesta, in particolare, che la disciplina dei Bonus prevista dal Decreto prevede che solo gli operatori dei servizi di connettività possano fornire anche i dispositivi informatici, escludendo di fatto tutti gli altri rivenditori di dispositivi elettronici e informatici. Una simile impostazione, oltre a restringere le possibilità di scelta degli aventi diritto, si presenta come un’evidente distorsione della concorrenza.

Nel comunicato si legge che: “Con il deposito del ricorso, è stata presentata domanda cautelare di sospensione dell’esecutività e degli effetti del decreto ministeriale, stante l’evidenza e l’irreparabilità dei danni che il provvedimento governativo è in grado di provocare a tutte le imprese operanti nel settore dei prodotti elettronici, con la sola eccezione dei pochissimi operatori che stipuleranno accordi con gli operatori telefonici”.

Il Tribunale Amministrativo Regionale dovrebbe pronunciarsi il 20 novembre sulla richiesta di sospensiva, mentre il giudizio sul merito avrà luogo nei prossimi mesi.

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Da tempo l’associazione sostiene che i voucher devono poter essere spesi anche nei loro negozi da parte dei cittadini, per l’acquisto di tablet e pc, e non riservati in esclusiva alle telco per forniture bundle di connettività e device in comodato d’uso. Il modello giusto sarebbe quello del Bonus Docenti.

In realtà, secondo l’associazione, il piano Voucher contiene tre diversi ordini di problemi.

  1. Mancata libertà di scelta e controllo dell’utente sull’apparecchiatura finale – gli utenti verrebbero significativamente limitati nella scelta di apparati conformi alle loro specifiche esigenze.

Anziché poter contare sull’articolata pluralità di offerta di modelli – e di produttori – disponibili sul libero mercato, sarebbero costretti ad operare una scelta obbligata fra il piccolo numero di apparati rivenduti dal loro fornitore di connettività. A livello normativo, il principio di libera scelta trova fondamento nell’art. 3, co. 1, del Regolamento (EU) 2015/2120 (il regolamento Ue sulla net neutrality, che prevede anche il diritto di neutralità tecnologica). Anche l’Agcom garantisce questa libertà di scelta, con la normativa sulla “libertà di modem”.

2. Tutela della concorrenza – Il riferimento alla necessaria fornitura: “in comodato d’uso” confermerebbe che la fornitura di tali hardware verrebbe limitata ai soli operatori di telecomunicazione, verosimilmente in bundle con il servizio. “Ovviamente una scelta del genere avrebbe un effetto dirompente sulla concorrenza tra produttori e importatori di hardware con effetti pesantissimi ai danni dei rivenditori di elettronica di consumo. È di tutta evidenza che quando milioni di famiglie e imprese potranno avere (anche se solo per un periodo limitato di tempo) gratuitamente connessione e apparecchiature messe a disposizione dagli operatori di telecomunicazione, le vendite di questi apparecchi subiranno un blocco quasi totale in tutti gli altri canali di vendita”, lamenta l’associazione.

3. Tutela degli Utenti – che, una volta cessati i voucher, rischiano di essere messi in una condizione di sudditanza economica verso gli operatori di telecomunicazione“Ad oggi i dati di mercato mostrano come i consumatori prediligano (anche perché più conveniente) rivolgersi ai rivenditori ed acquistare i propri prodotti elettronici, magari anche ricorrendo al credito al consumo. Altre formule di vendita rateale o simili attuate dagli operatori telefonici ed elettrici hanno dimostrato di avere un decrescente favore da parte della clientela. È di tutta evidenza, inoltre, il fatto che una volta assegnato un apparecchio ad un abbonato, gli operatori di telecomunicazione si troveranno ad imporre penali nel caso di cessazione del contratto e/o di passaggio ad un operatore concorrente”.

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