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Vorticidigitali. Quattro cose da sapere per vendere online sui marketplace

di Andrea Boscaro |

Amazon, e-Bay e lo sviluppo degli altri marketplace, a partire da ePrice, inducono a valutarne sempre di più l’utilizzo sia per chi vende già online con un sito proprietario sia chi si affaccia oggi al commercio elettronico.

Vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4bizwww.thevortex.it. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

La crescita di Amazon, il protagonismo che e-Bay continua a rivestire nel panorama eCommerce e lo sviluppo degli altri marketplace a partire da ePrice inducono a valutarne sempre di più l’utilizzo sia per chi vende già online con un sito proprietario sia chi si affaccia oggi al commercio elettronico.

A proposito di marketplace vanno quindi distinti:

– i marketplace generalisti internazionali, a partire da Amazon ed eBay;
– i marketplace generalisti nazionali quali ePrice in Italia e in Europa Priceminister, Cdiscount, Bol.com e Allegro;
– i merchant che offrono anche la possibilità di integrare offerte esterne attraverso un’area marketplace (es. Darty e Fnac);
– gli shopping engine che offrono, in modalità white-label, il loro servizio a siti terzi, es. Mirakl;
– i marketplace settoriali internazionali come Zalando nel mondo moda o, per il mondo dell’artigianato, Etsy e Dawanda.

A proposito di Amazon, il più noto dei marketplace, è utile ricordare che esso, agli occhi di un’impresa, può essere sia un semplice retailer che si occupa in prima persona dell’ottimizzazione della presenza dei prodotti sul proprio portale sia un vero e proprio marketplace ed in quest’ultimo caso è fondamentale conoscerne l’algoritmo così da rientrare nella Buy Box ovvero risultare la prima scelta indicata.

I fattori rilevanti di tale algoritmo sono:

– il prezzo, talvolta in concorrenza con Amazon stessa e con il suo potente dynamic pricing;
– i “relevance factors” che richiedono di scegliere correttamente la tassonomia in cui inserire il prodotto e ottimizzare il titolo rispetto alle keyword per le quali si vuole essere trovati;
– i “performance factors” di vendita;
– i “type of fullfillment” offerti dove la soluzione di Amazon “FBA” è un possibille elemento di vantaggio;
– i “reputation factors” quali la qualità del customer care, il rispetto dei tempi di spedizione e delle aspettative determinate dalla scheda prodotto pubblicata e il tasso di recesso sperimentato.

La vendita su Amazon consente infine di attivare iniziative promozionali specifiche:

– spedizione gratuita;
– applicazione di uno sconto grazie a coupon;
– prendi due, paghi uno;
– attivazione di vantaggi successivi all’acquisto.

Sono quindi da considerare le soluzioni pay-per-click, pianificabili sulla base della scelta di keyword di ricerca, che Amazon offre per accelerare le vendite sulla piattaforma stessa o come leva per generare traffico verso siti esterni.

Quattro spunti ci auguriamo utili per accelerare le vendite online grazie ad ambienti sempre più presenti fra le consuetudini di acquisto degli italiani.