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Vorticidigitali. Gli accessi ai siti dagli instant messenger, mare ignoto del marketing digitale

Il cambiamento dell’algoritmo di Facebook, per quanto già scontato dalle aziende più grandi che già vedevano nella propria presenza sul social network essenzialmente un “paid media”, richiede in altre realtà – come, per esempio, quelle editoriali – avere una visione più completa del traffico proveniente da Facebook e della sua qualità.

Come già accennato la scorsa settimana, risulta opaco il traffico proveniente dalle condivisioni di link su WhatsApp e Facebook Messenger – allo stesso modo di altri instant messenger – con il rischio che tali accessi vadano ulteriormente ad accrescere la voce “Direct / None” presente nel Rapporto Acquizione > Sorgente / Mezzo di Google Analytics.

La crescente propensione da parte degli utenti a condividere contenuti in questa forma e le sollecitazioni che in qualche caso arrivano dai siti stessi producono una mancata trasparenza che inficia la comprensione di tali provenienze, accresce l’irrilevanza dell’analisi dei dati e impedisce quindi l’ottimizzazione del comportamento degli utenti.

Come se non bastasse, stanno ulteriormente crescendo le tipologie di traffico che Google Analytics ha difficoltà a riconoscere come il traffico che da ambienti https atterra su ambienti http, gli accessi generati da qr code ancor più le visite originate da link presenti in app mobile: è evidente quindi che sono molte le aree che le nuove soluzioni di web Analytics devono affrontare e risolvere.

Se si vuole provare a comprendere quanta parte del traffico di un sito è oggetto di questa area di incomprensione, quanto alla sua provenienza, è, con Google Analytics, il seguente:

È ancor più importante conservare tale Vista tenendo sotto controllo la sua evoluzione per capire l’andamento di questo fenomeno e e i suoi sviluppi.

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