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Vorticidigitali. Editoria, come può la radio monetizzazione la propria presenza online?

di Andrea Boscaro, fondatore The Vortex |

È il momento per gli editori di recuperare la loro centralità lavorando al meglio tanto dal punto di vista dei contenuti che della monetizzazione della propria presenza online, anche sui social media.

Vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Un quarto degli utenti americani e inglesi – rileva un recente Rapporto Ericsson – dicono di aver dato credito ad una fake news letta sui social media e di averne compreso solo successivamente il senso: il dato dimostra la perdita di fiducia che lo stesso Edelman Trust Barometer riporta e che in Italia è misurata dalla perdita di dieci punti in un anno che Facebook ha sofferto secondo il Censis come luogo dove reperire news ed informazioni.

È il momento per gli editori di recuperare la loro centralità lavorando al meglio tanto dal punto di vista dei contenuti che della monetizzazione della propria presenza online, anche sui social media.

In questa prospettiva, la radio assume un nuovo ruolo grazie al tradizionale posizionamento di “comunità” che la voce e la connotazione editoriale o territoriale le hanno sempre riservato.

Per questo motivo, la radio è il principale luogo dove informarsi, usato dal 68,7% degli italiani nonostante che cali l’uso di radio fm a casa e in auto, compensato dal suo ascolto via pc/smartphone.

Del resto, la radio può avvalersi al meglio del Web, del mobile e dei social media per accrescere il tempo di contatto con l’ascoltatore e per monetizzare i contenuti attraverso i diversi modelli di business disponibili.

Fra questi modelli:

  • la vendita di contenuti audio/video ad altre testate editoriali o ad aziende per iniziative di branded content;
  • la vendita diretta agli utenti di contenuti radio on demand, anche in forma di podcast e veicolata attraverso ambienti specifici (AppStore, Google Play Store, …);
  • la vendita di spazi pubblicitari su ambienti web e app proprietari attraverso la raccolta diretta o affidata a concessionarie di pubblicità, seconda la valorizzazione del CPM;
  • la valorizzazione del traffico web e mobile attraverso l’erogazione automatizzata di pubblicità raccolta da operatori come Google, con un modello di compenso a CPM, seppur inferiore al valore che può essere ottenuto attraverso una raccolta diretta;
  • la distribuzione di parte dei contenuti in ambienti social per accrescere gli utenti raggiunti e per il traffico che può oggi essere valorizzato grazie alle funzionalità di co-brand post offerte da Facebook ed Instagram.