eCommerce e pubblicità

Vorticidigitali. Amazon lancia la pubblicità self-service in Italia: vale la pena testarla?

di Andrea Boscaro |

La scorsa settimana il colosso americano dell' eCommerce ha lanciato anche in Italia la piattaforma self-service per l'acquisto di spazi pubblicitari, un servizio in concorrenza con Google AdWords.

Vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4bizwww.thevortex.it. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

 

Durante tutti i miei corsi dedicati al commercio elettronico, chiedo sempre ai partecipanti se iniziano il loro percorso di acquisto on-line partendo da Google o partendo da Amazon ed è incredibile come nel corso dell’ultimo anno la percentuale di coloro che intraprendono un acquisto on-line a partire da Amazon sia esploso: ecco perché non si tratta più di porsi di fronte a una scelta se sia voglia essere sul marketplace: vendere attraverso Internet oggi significa essere presenti anche su Amazon e questo è il motivo per cui nelle ultime settimane ho dedicato i nostri Vortici Digitali proprio all’uso del marketplace di Seattle.

Sappiamo bene però che vendere grazie ad Amazon può voler dire sia vendere “ad” Amazon in qualità di vendor sia vendere “attraversoAmazon e la sua infrastruttura: accanto a queste due alternative sempre di più deve essere considerata anche la soluzione per la quale vendiamo attraverso il marketplace di Amazon, ma avvalendoci della logistica che Amazon offre (la cosiddetta “Fullfilled by Amazon” o FBA): come abbiamo osservato questa terza soluzione offre la possibilità di far sì che i nostri prodotti vengano inseriti nel paniere di Amazon Prime ed in tal modo i consumatori si sentano più sicuri e possano godere delle spese di spedizione azzerate che la formula Prime consente.

La scorsa settimana Amazon ha lanciato anche in Italia la piattaforma self-service per l’acquisto di spazi pubblicitari: un servizio molto più snello e meno elaborato rispetto a quello di Google AdWords che consente un’iniziale attività di comunicazione a vantaggio dei prodotti che vengono venduti sulla piattaforma grazie all’indicazione delle keyword per cui si intende far trovare i prodotti.

Con valori di pay-per-click decisamente più competitivi rispetto a quelli forniti di Google e forti del fatto che il tasso di conversione sarà certamente accresciuto dalla user experience garantita dalla piattaforma, la soluzione pubblicitaria di Amazon,  per quanto meno granularmente pianificabile rispetta a quella di Google, deve però essere presa in considerazione soprattutto se si pensa alla difficoltà di accedere alla Buy Box cavalcando tutti fattori che abbiamo analizzato negli articoli precedenti.

Con posizionamenti pubblicitari che spaziano dalla promozione di un prodotto nell’ambito di un listing di offerte a disposizione del navigatore fino ad arrivare alla correlazione dei prodotti stessi rispetto a quello che l’utente ha di fronte a sè, Amazon ha immaginato degli spazi pubblicitari molto più integrati nell’esperienza di navigazione dell’utente in una formula che se non esclude il display ad tipico di portali e motori di ricerca, rappresenta però una modalità molto più simile al formati pubblicitari che sperimentiamo tutti giorni sui social media.

Considerando infine il limitato affollamento pubblicitario che certamente la soluzione self-service sperimenterà attualmente in Italia, c’è da concludere quindi che questa nuova soluzione merita un test.