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Volkswagen investirà 122 miliardi di euro in veicoli elettrici, software e gigafactory entro il 2027

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Presentato il piano industriale dei prossimi quattro anni, con gli investimenti nelle auto elettriche, nella produzione di batterie e nella digitalizzazione. Attenzione ai mercati più strategici, soprattutto locali, come Stati Uniti e Cina. Ma in Europa continua lo scontro tra pro e contro l'emobility.

La strategia per l’emobility e la digitalizzazione della VW

Elettrificazione della mobilità, digitalizzazione e batterie nel futuro della Volkswagen (VW), che cerca nell’innovazione e nella sostenibilità la chiave per competere ancora a livello globale, soprattutto con il gigante cinese.

Questa la strategia presentata dal CEO del Gruppo, Oliver Blume, durante la Conferenza annuale di Berlino in corso stamattina, con l’annuncio di un piano investimenti da 180 miliardi di euro da realizzare tra il 2023 ed il 2027.

Il 68% di queste risorse sarà speso per la mobilità elettrica, la digitalizzazione dei veicoli e la produzione di batterie. Si tratta di circa 122 miliardi di euro che il Gruppo metterà per migliorare i livelli di competitività in un settore, quello dell’emobility, in cui Blume ha dimostrato di credere.

Nonostante un 2022 non facile, le auto a batteria hanno raggiunto il 7% delle consegne totali, raggiungendo una pietra miliare significativa per il settore. Per questo stiamo aumentando i nostri modelli elettrici, ma stiamo anche lavorando a nuove strategie di prodotto per i nostri marchi e nuovi software. Il 2023 sarà un anno decisivo per il futuro del Gruppo”, ha dichiarato il CEO VW.

Produrre batterie per supportare la produzione di auto elettriche

Vogliamo essere più competitivi in diversi mercati nel mondo, soprattutto a livello regionale, puntando su tecnologie chiave e innovative”, ha aggiunto Blume, precisando che “la Volkswagen aumenterà la propria presenza in Nord America e in Cina. Circa 15 miliardi di euro saranno investiti in gigafactory e startup per lo sviluppo di batterie di ultima generazione. Ci aspettiamo cbe entro il 2025 la PoweerCo raggiunta un fatturato di oltre 20 miliardi di euro”.

La controllata nata appena un anno fa e specializzata in produzione di batterie al litio dovrebbe realizzare la prima gigafactory del Gruppo fuori dall’Europa in Canada entro il 2027 (una seconda anche nella Carolina del Sud negli Stati Uniti), proprio per la produzione di celle per batterie destinate ai motori dei modelli elettrici in portafoglio, tra cui i più venduti Volkswagen ID.3 e 4, o la Skoda Enyaq iV.

L’industria manifatturiera delle batterie non cenna a fermarsi, con un valore di mercato che, in Europa, si stima raggiungerà i 250 miliardi di euro all’anno dal 2025. Il settore, però, è ancora guidato dalla Cina, che detiene un’ampia fetta della produzione di celle (75% del totale) e di anodi ed elettroliti (90%) usati nelle batterie.

Un’auto su cinque del Gruppo venduta nel 2022 è una BEV

Durante il 2022 le consegne di auto a batterie sono aumentate in modo significativo, mentre il numero totale di unità consegnate è diminuito leggermente, del 7%, a causa della carenza di semiconduttori, delle interruzioni nella catena di approvvigionamento e degli stop alle forniture in Cina.

In totale sono stati consegnati ai clienti 572.100 BEV, il 26% in più rispetto all’anno precedente, a dimostrazione dell’apprezzamento della gamma di modelli 100% elettrici del Gruppo. La quota BEV sulle consegne è quindi cresciuta a circa il 7%.

Il Gruppo Volkswagen sta accelerando la propria trasformazione, investendo nel software, nelle batterie e nelle piattaforme BEV e ICE per prepararsi al lancio di importanti prodotti a partire dal 2024. Di conseguenza, la spesa per la Ricerca e Sviluppo è aumentata a 18,9 miliardi di euro nel 2022, con un rapporto dell’8,1% rispetto ai ricavi Automotive.

Stop ai motori endotermici entro il 20235, Germania e Italia alla testa dell’opposizione in Europa

Nel 2023 il Gruppo Volkswagen prevede che le consegne globali di veicoli raggiungeranno circa i 9,5 milioni, grazie soprattutto al cospicuo portafoglio ordini, con i problemi della catena logistica e di fornitura dei semiconduttori che dovrebbero attenuarsi nel corso dell’anno.

Rimane il problema della proposta della Commissione europea di divieto di vendita e produzione di nuove auto a benzina e diesel in Europa dal 2035, che vede il no secco di molti Paesi europei, soprattutto quelli a maggiore tradizione industriale e manifatturiera.

La proposta è finalizzata ad accelerare il processo di decarbonizzazione completa del settore automobilistico e dei trasporti, con una più decisa spinta in avanti nella produzione di auto elettriche e altri veicoli a zero emissioni.

Al momento però la Germania sembra proprio il Paese capofila, assieme a Italia, Austria, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, di un fronte che si oppone a questa iniziativa legislativa.

C’è da chiedersi come la strategia industriale del più grande produttore di auto in Europa si sposi con la politica del proprio Paese, che vuole ad ogni costo una clausola favorevole ai carburanti sintetici a basso impatto ambientale o eFuels.