Il contenzioso

Vivendi-Mediaset, negoziati verso un nuovo impasse?

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Il 27 febbraio scade il termine per trovare un accordo fra le parti per la mancata acquisizione di Premium. La rinnovata popolarità di Silvio Berlusconi in vista delle elezioni rischia di pesare sul gruppo francese.

La campagna italiana di Vivendi sembra nuovamente inasprirsi. Mancano pochi giorni alla scadenza del 27 febbraio, termine entro il quale i negoziati con Mediaset e Fininvest per trovare una soluzione stragiudiziale sulla mancata acquisizione di Premium approdi al Tribunale di Milano, dove è fissata la prima udienza sulla richiesta di risarcimento da parte del Biscione al gruppo Bollorè per il dietrofront su Premium.

Secondo Les Echos, proprio quando una conciliazione con Mediaset sembrava a portata di mano nelle ultime settimane, la situazione per Vivendi si sarebbe complicata a tal punto che alcuni investitori di Mediaset scommetterebbero già su un risarcimento danni non inferiore a 500 milioni.

Un ultimo tentativo di trovare un accordo in extremis sarebbe fissato per lunedì 26 febbraio, alla vigilia della prima udienza in Tribunale.

Il nodo Premium

Il dietrofront di Vivendi del luglio 2016 sull’acquisizione di Premium, in violazione dell’accordo vincolante sottoscritto l’8 aprile 2016, rischia quindi di aprire una lunga battaglia giudiziaria fra i due gruppi.

Secondo il quotidiano francese, da parte di Vivendi si assicura che un accordo è stato più volte rimandato perché Silvio Berlusconi è occupato in campagna elettorale e che comunque un accordo si potrebbe trovare anche in seguito: la giustizia italiana ha tempi lunghi e quindi i negoziati potrebbero continuare anche dopo il 27 febbraio. Un accordo avrebbe senso per ambo le parti, sostiene Vivendi, e sarebbe già stato praticamente raggiunto a dicembre.

La scorsa settimana il Ceo di Vivendi e presidente di Tim Arnaud De Puyfontane, ha assicurato che la visione strategica del gruppo in Italia non è cambiate che i negoziati con Mediaset proseguono.

Silvio Berlusconi is back

Dal canto suo Mediaset, sulle ali del prepotente ritorno sulla scena politica di Silvio Berlusconi, sarebbe molto determinata a far valere i suoi diritti. I negoziati sarebbero cessati dopo Natale, e nessuna soluzione per uscire dall’impasse sarebbe all’orizzonte, nessuna offerta concreta sarebbe arrivata sul tavolo. Quindi, o si torna alle condizioni iniziali dell’accordo disatteso sull’acquisizione di Premium, oppure si procede per via giudiziaria con la richiesta di risarcimento. Mediaset chiede più di un miliardo mentre Vivendi sarebbe disposta a dare meno di 100 milioni.

Insomma, la distanza fra le parti sarebbe davvero troppa.

Tra l’altro Fininvest ha chiesto di riunire in un procedimento unico le due cause che riguardano la mancata acquisizione di Premium e la richiesta di risarcimento per la scalata definita ostile di Vivendi a Mediaset, che a dicembre 2016 li ha portati alla soglia dell’Opa in Mediaset con il 29% delle quote. Il risarcimento danni complessivo sarebbe di circa 3 miliardi.

L’idea originaria di Vincent Bollorè di un accordo fra Vivendi e Mediaset per realizzare una sorta di Netflix del Mediterraneo, in grado di competere con il big americano dello streaming e gli OTT del video on demand, è buona ma dopo due anni di stop and go non si è ancora concretizzata.

A rischio la joint venture TimCanal+?

Tanto più che, sempre secondo Les Echos, Mediaset non sarebbe nemmeno soddisfatta dei termini della sua partecipazione nella joint venture fra Tim e Canal+, che peraltro dovrà passare al vaglio dei soci indipendenti di Tim che hanno stoppato l’operazione. Dal canto suo Vivendi sostiene che la joint venture non è stata concepita come strumento per arrivare alla pace con Mediaset.

Peraltro, secondo quanto riportato da Reuters, il progetto di joint venture Tim-Canal+ potrebbe essere addirittura abbandonato e la questione potrebbe essere trattata al Cda di Tim del 6 marzo.

Attesa per il 4 marzo

Per concludere, secondo Les Echos, il problema di Vivendi nei negoziati con Mediaset è che il Biscione si sente sempre più forte con l’avvicinarsi delle elezioni del 4 marzo. Tutti i sondaggi gli danno ragione e uomini di Berlusconi potrebbero presto trovarsi di nuovo al governo. E’ vero che in un eventuale contenzioso Vivendi-Mediaset la giustizia farebbe il suo corso indipendentemente dalla politica, ma è vero anche, chiude Les Echos, che un Silvio Berlusconi tornato in auge potrebbe trovarsi in condizione di esercitare tutta la sua influenza per penalizzare Tim.