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Vivendi, il piano media è un’incognita. Canal+ perde 400 mila abbonati in un anno

Ricavi in calo mentre la pay tv perde 400 mila abbonati in un anno. Vivendi fa fatica come rivelano i dati del primo trimestre.

La media company non rinuncia però al proprio progetto di trasformazione in un conglomerato forte per il Sud Europa e sta portando avanti un piano strategico ampio che va dall’eCommerce ai videogame, allo streaming, passando per i diritti tv calcio e la pay tv.

Lo ha ribadito chiaramente ieri in Cda l’amministratore delegato Arnaud de Puyfontaine, dicendo senza mezzi termini: “Vogliamo diventare un player in Sud Europa” che sia redditizio e faccia parte di una posizione “solida” del gruppo nella regione.

Ma anche Premium arranca con perdite per 56 milioni di euro, come è emerso dai dati del primo trimestre presentati questa settimana, tanto da spingersi a domandarsi se il presidente di Vivendi, Vincent Bolloré, abbia fatto un buon affare a comprarla.

Ieri De Puyfontaine ha, però, rilanciato sull’importanza degli accordi con Telecom Italia – di cui è il maggiore azionista con il 24,7% – e Mediaset: “Vanno in questa direzione, ci danno questa opportunità”.

“Abbiamo l’ambizione di creare una storia di successo, lavoreremo con Premium per creare delle opportunità“, ha dichiarato nella conference call con gli analisti al termine della presentazione dei risultati trimestrali.

Il direttore finanziario di Vivendi, Philippe Hervé, ha poi precisato: “Non sappiamo ancora quale potrà essere la data per il closing” sull’acquisizione di Mediaset Premium e lo scambio di azioni con Mediaset. “Ci stiamo lavorando, stiamo completando tutto il lavoro di due diligence, diremo di più in futuro”.

Il closing è previsto per la fine dell’estate.

 

Liquidi per 4,8 miliardi

Vivendi ha registrato utili in calo di oltre il 27%, a 99 milioni di euro. In particolare sui conti della società peserebbe l’impatto negativo per 41 milioni dell’accordo raggiunto negli Usa sull’annosa querelle giuridica con Liberty Media su uno scambio azionario avvenuto nei primi anni del 2000.

Il fatturato è rimasto quasi stabile a 2,49 miliardi di euro (-1,4%), con un risultato operativo in aumento del 4,5% a 228 milioni, e un Ebita in calo del 2,5% a 213 milioni.

A incidere positivamente la vendita dell’editore americano di videogame Activision Blizzard.

Le riserve di liquidità nette sono scese da 6,4 miliardi di euro al 31 dicembre 2015 a 4,8 miliardi, per effetto del pagamento di un dividendo ad interim di 1 euro per azione.

 

La pay tv Canal+ ha perso 183 mila abbonati nel primo trimestre

Nel primo trimestre Canal+ ha perso 183 mila abbonati. Al 31 marzo la base clienti era di 8,28 milioni. In particolare, ha indicato il gruppo, Canal+ e Universal Music hanno di fronte un’agguerrita concorrenza senza poi tralasciare le mutate abitudini dei consumatori.

In un anno Canal+ ha perso oltre 400 mila abbonati (-4,7%) ha dichiarato Vivendi, ricordando però d’aver avviato “un piano di trasformazione importante” che si è concretizzato da subito con i cambi ai vertici della pay tv e quindi l’uscita di figure chiave responsabili, secondo il management, della cattivo andamento del gruppo.

Arnaud de Puyfontaine ha precisato che l’azienda continua a portare avanti la ristrutturazione della pay tv con ‘determinazione’. Vivendi sta studiando diverse opzioni e alla fine si potrebbe decidere di aumentare i programmi criptati a danno di quelli in chiaro.

Riguardo ai rumors sulla cessione del canale all news iTélé, de Puyfontaine ha detto che al momento il gruppo non è impegnato nella vendita dell’asset, ha però sottolineato che “non è più in grado di sostenere le perdite” di questa rete ancora per molto.

Il futuro di Canal+ dipenderà molto dalla decisione che prenderà l’Antitrust francese sull’accordo commerciale con BeIN Sport, attesa entro la fine del mese, specie ora dopo la forte avanzata di Patrick Drahi sul mercato media.

A far da traino alla pay francese adesso è soprattutto l’Africa che ha determinato a un aumento complessivo di 170 mila abbonamenti in un anno a 15,4 milioni.

“In sostanza – ha spiegato Vivendi – la situazione di Canal+ in Francia è compensata dalle altre attività del gruppo in particolare all’estero”.

Le previsioni però non sono rosee. Vivendi stima che le perdite di Canal+ aumenteranno nel corso dell’anno soprattutto a causa dell’inflazione dei costi sportivi.

 

Yannick Bolloré entra nel Cda di Vivendi

La società ha anche annunciato la cooptazione del Ceo di Havas, Yannick Bolloré, nel Cda di Vivendi che prenderà il posto di Philippe Donnet nominato Ceo di Generali.

Yannick Bolloré non molla il suo incarico in Havas e in Vivendi, si legge nella nota dell’azienda, “porterà la sua esperienza nei media, il suo know-how nella trasformazione digitale delle imprese e la sua conoscenza dei brand. Metterà a disposizione le sue competenze per sostenere l’ambizione di Vivendi di diventare un grande gruppo internazionale di contenuti e media”.

La nomina di Bolloré indica che quella per Vivendi è una strategia familiare e questo da maggiore stabilità e opportunità di realizzare una strategia a lungo termine.

Ricordiamo che Bolloré Jr è alla guida del quinto gruppo nel mondo di comunicazione e pubblicità che raggruppa oltre 18 mila collaboratori in un centinaio di Paesi.

Yannick Bolloré ha trasformato Havas nel gruppo più integrato del suo settore e uno dei più innovativi nella costumer experience.

Il tutto confermato da risultati finanziari di Havas in forte crescita dall’arrivo del rampollo di casa Bolloré.

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