Assemblea

Vivendi-Elliott. Assemblea Tim anticipata al 29 marzo (ma cambia poco)

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Vivendi incassa l’anticipo di un paio di settimane dell’assemblea per il cambio di governance, ma per allora Elliott potrà disporre dei dati di bilancio 2018 e del piano industriale dell’ad Luigi Gubitosi.

E’ una vittoria a metà quella incassata oggi in Cda da Vivendi, che ha ottenuto l’anticipo di un paio di settimane (dall’11 aprile al 29 marzo) dell’assemblea sulla revoca di 5 amministratori in quota Elliott e la nomina dei revisori. Meglio di niente, potranno dire i supporter della linea francese, ma di fatto il 29 marzo Elliott non arriverà certo impreparata, e per allora potrà comunque contare su nuove frecce al suo arco, fra le quali in primo luogo i dati di bilancio 2018. Eventuali rallentamenti sul fronte dei conti saranno ascritti dal fondo attivista americano alla strategia industriale dell’ex ad Amos Genish, l’uomo voluto a suo tempo da Vivendi al timone.

Insomma, se Vivendi voleva stringere i tempi e convocare l’assemblea subito (entro il 15 febbraio), dovrà invece attendere la fine di marzo per tentare il contro ribaltone nel board aziendale.

Nota piccata di Vivendi

La stizza del socio di maggioranza per l’esito del cda odierno è stata affidata ad una nota: “Vivendi considera deplorevoli le tattiche volte a perdere tempo utilizzate dai membri del Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia (TIM) nominati da Elliott, che hanno deciso di rinviare l’Assemblea degli Azionisti al 29 marzo, contrariamente a quanto previsto dallo statuto della società e dal Codice Civile italiano”.

“Vivendi – si legge ancora – dopo aver comunicato le proprie intenzioni al Consiglio di Amministrazione l’11 dicembre 2018, ha formalmente richiesto, in data 14 dicembre, che l’Assemblea di TIM fosse convocata il prima possibile. Il Consiglio ha dapprima preso atto della richiesta di Vivendi del 14 dicembre, per poi annunciare, il 21 dicembre, di aver iniziato a valutarla, rinviando la decisione al 14 gennaio, decidendo, infine, di convocare l’Assemblea degli Azionisti oltre due mesi dopo”.

“Queste tattiche volte a perdere tempo – annota ancora Vivendi – stanno influenzando negativamente, di giorno in giorno, i risultati finanziari di Tim, come si evince, purtroppo, dal calo del prezzo del titolo di oltre il 40% dallo scorso 4 maggio. Queste tattiche costituiscono una vera e propria negazione della democrazia degli azionisti e sono in contrasto con i più basilari e fondamentali principi di una buona corporate governance”. “Qualora la governance e i risultati finanziari della società non migliorino significativamente, Vivendi si riserva il diritto di richiedere la convocazione di una nuova Assemblea degli Azionisti in estate”, conclude la nota.

Replica di Elliott

La richiesta di Vivendi “rappresenta il suo ennesimo tentativo di riprendere il controllo di TIM per tornare a gestire la Società nel proprio interesse individuale. Elliott è tuttavia fiduciosa che questo intento abbia scarse possibilità di successo anche laddove Vivendi perseverasse nei suoi tentativi – si legge nella nota – Appena 8 mesi fa, la maggioranza degli azionisti di TIM ha bocciato le modalità con cui Vivendi ha gestito TIM e la serie dei suoi intrecci con parti correlate, e ha scelto di affidare la maggioranza del Consiglio di Amministrazione di TIM ad Amministratori indipendenti, credibili ed esperti. Tra gli azionisti di TIM non collegati a Vivendi, il voto a favore del cambiamento è stato schiacciante: circa l’80% degli azionisti indipendenti della società ha votato a favore di questo nuovo Consiglio”.

“Gli azionisti indipendenti, i dipendenti, le Autorità di controllo e i clienti di TIM chiedono stabilità e, in questo momento storico, un conflitto sull’elezione del Consiglio di Amministrazione della Società, non risponde ad altri interessi se non a quelli circoscritti di Vivendi – aggiunge la nota – Elliott ha cercato molte volte di avviare un dialogo costruttivo con Vivendi per appianare i contrasti e andare oltre le mere prese di posizione pubbliche. Tutti i tentativi di Elliott sono tuttavia rimasti senza risposta. Elliott rimane aperta a un dialogo costruttivo nel convincimento che questo risponda al miglior interesse di tutti gli stakeholder di TIM, inclusa Vivendi”.

Il Cda odierno  

Nel Cda odierno, Tim ha convocato per il 29 marzo l’assemblea di bilancio che dovrà anche decidere sulla richiesta del primo azionista Vivendi di rivedere a suo favore i rapporti di forza nel Cda. Lo comunica la società in una nota, aggiungendo che il consiglio per l’approvazione dei conti è anticipata dal 26 febbraio al 21 febbraio, quando con ogni probabilità l’amministratore delegato Luigi Gubitosi esporrà il suo piano industriale per l’azienda, che avrà certamente il suo peso sul voto assembleare.

Vivendi ha richiesto la convocazione dei soci per mettere ai voti la revoca di cinque membri del Cda nominati nella lista del fondo attivista Elliott – Fulvio Conti, Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Dante Roscini e Paola Giannotti de Ponti – e la nomina di Franco Bernabè, Rob van der Valk, Flavia Mazzarella, Gabriele Galateri di Genola e Francesco Vatalaro.

Vivendi, primo azionista con il 23,9% del capitale, dopo il voto del 4 maggio 2018, ha 5 consiglieri su 15, gli altri 10 sono stati nominati con il voto degli investitori istituzionali, su proposta di Elliott che controlla l’8,8% dell’azienda.

La richiesta di Vivendi di anticipare l’assemblea “è stata accolta, con conseguente inserimento degli argomenti di cui il socio ha sollecitato la trattazione nell’agenda di un’Assemblea da tenersi, in unica convocazione, il giorno 29 marzo 2019, che viene altresì contestualmente chiamata ad  esaminare il bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2018 e la relazione sulla remunerazione – si legge nella nota – Nel prendere questa determinazione a maggioranza, il Consiglio di Amministrazione ha considerato le motivazioni addotte dal socio a fondamento della propria richiesta, così come l’interesse sociale ad una trattazione (unitaria) delle diverse materie su cui gli azionisti sono chiamati a deliberare, tale da:

  • agevolare il compimento dei processi approvativi e di disclosure del piano industriale, del connesso impairment test dell’avviamento e, quindi, del bilancio e così
  • assicurare agli azionisti un set di informazioni compiuto e adeguato,

favorendo nel contempo la maggiore partecipazione possibile a un evento assembleare, in cui il confronto sostanziale che si prospetta è quello sul futuro industriale della Società e sulle persone alle quali affidarne la gestione.

 

Alla luce di quanto sopra il calendario finanziario TIM per l’anno 2019 risulta aggiornato come segue:

21 febbraio 2019 Consiglio di Amministrazione per l’approvazione del progetto di bilancio d’esercizio e del bilancio consolidato al 31 dicembre 2018
29 marzo 2019 Assemblea per l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2018
20 maggio 2019 Consiglio di Amministrazione per l’approvazione del resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2019
1 agosto 2019 Consiglio di Amministrazione per l’approvazione della relazione al 30 giugno 2019
7 novembre 2019 Consiglio di Amministrazione per l’approvazione del resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2019

L’assemblea del 29 marzo sarà quindi l’occasione per verificare il corso futuro e la governance di Tim dati alla mano, visto che il bilancio 2018 sarà pubblicato il 21 febbraio. Il titolo Tim intanto continua ad attestarsi intorno ai 50 centesimi, ben al di sotto del suo valore potenziale secondo gli esperti.