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Vivendi controllo su Telecom, ok (condizionato) dalla Commissione Ue

Vivendi

La Commissione europea ha approvato l’acquisizione del controllo di fatto di Telecom Italia da parte di Vivendi, oggi 10 su 15 consiglieri nel CdA sono espressione dell’azienda francese. La decisione, però, è subordinata alla cessione delle quote detenute da Telecom Italia in Persidera, operatore di rete per i multiplex digitali.

Persidera, joint venture tra Telecom Italia Media Broadcasting (gruppo Telecom, 70% intestato alla capogruppo TI spa) e Rete A (gruppo L’Espresso, 30%), è un operatore di rete con cinque multiplex digitali, con sede a Roma.
Per la Commissione, dopo l’acquisizione del controllo de facto della compagnia telefonica italiana da parte della compagnia francese, quest’ultima ha “un incentivo” ad alzare i prezzi a carico dei canali televisivi nel mercato dell’accesso all’ingrosso alle reti del digitale terrestre, in cui Persidera e Mediaset possiedono entrambe una quota significativa.

I benefici di una strategia simile sarebbero ottenuti da Vivendi o direttamente tramite Persidera, oppure indirettamente, attraverso la quota di minoranza in Mediaset, dal momento che gli altri player attivi sul mercato “non rappresentano un’alternativa praticabile per i canali televisivi”. Come risultato, i canali tv dovrebbero sostenere costi maggiori per raggiungere il loro pubblico in Italia.

Vivendi è un’impresa francese che controlla un gruppo di imprese attive nei settori della musica, della televisione, del cinema, della condivisione di video e dei giochi. La sua associata Havas è attiva nel settore pubblicitario in Italia. Vivendi detiene significative quote di minoranza in Mediaset, anch’essa attiva sul mercato dell’accesso all’ingrosso alle reti digitali terrestri per la trasmissione di canali televisivi.

La Commissione ha anche indagato per appurare se il rapporto tra le attività dirette di Vivendi in Italia nella pubblicità, nella musica, nella Tv e nel mobile gaming e le attività di Telecom nelle tlc fisse e mobili sollevi o meno preoccupazioni in materia di concorrenza. A questo proposito, la Commissione ha concluso che Vivendi non avrebbe la possibilità o l’incentivo a escludere altri concorrenti dai rispettivi mercati.

Il contesto

La Commissione ha la giurisdizione esclusiva per valutare l’impatto della transazione proposta sulla concorrenza sui diversi mercati interessati nel SEE. Il regolamento dell’UE sulle concentrazioni riconosce tuttavia che gli Stati membri possono adottare misure idonee, compreso il divieto delle transazioni proposte, al fine di tutelare altri interessi legittimi, quali la pluralità dei mezzi di comunicazione. Una valutazione di tale pluralità di norma esamina le questioni di più ampio respiro relativamente a una sufficiente diversità del numero, della gamma e della varietà degli individui aventi il controllo delle imprese di comunicazione

In una decisione del 18 aprile 2017, la competente autorità nazionale (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, “AGCOM”) osserva che la posizione di Vivendi sui mercati italiani dei media e dei contenuti non è conforme al decreto legislativo sulla pluralità della radiotelevisione.

Considerato che l’indagine e i risultati della Commissione riguardano unicamente gli aspetti relativi alla concorrenza nella transazione in questione, l’odierna decisione di autorizzazione condizionata non pregiudica il processo di revisione della pluralità dei media a livello nazionale.

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