L'operazione

Vivendi continua a guardare all’estero e su Tim prende tempo

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Yannick Bollorè, presidente del consiglio di sorveglianza di Vivendi, conferma che il gruppo sta ancora valutando come muoversi su Tim dopo la cessione di NetCo a KKR.

Vivendi continuerà a potenziare la sua presenza internazionale in diversi ambiti e in particolare tramite Canal+, attraverso acquisizioni e partecipazioni in altri player esteri. Lo ha detto Yannick Bollorè, presidente del consiglio di sorveglianza della media company francese dopo l’acquisizione di Lagardère, chiusa dopo tre anni, che amplia di molto il perimetro della conglomerata francese che fra le altre cose è anche il primo azionista di Tim con il 23,75%.

Vivendi, diverse opzioni su Tim

In una intervista a Les Echos Yannick Bollorè parla dei piani futuri del gruppo e non tralascia nemmeno Tim. La domanda del quotidiano è diretta:

Vivendi contesterà in tribunale l’acquisizione della rete fissa di Telecom Italia da parte di KKR?

La risposta è altrettanto chiara e lascia aperte diverse possibilità.

“In questa fase – ha detto Bollorè – non abbiamo avviato alcun procedimento (di impugnazione della decsione del Cda che il 5 novembre ha deciso di cedere la rete a KKR ndr) e stiamo ancora valutando le nostre diverse opzioni. Il gruppo Vivendi mantiene concentrato il suo progetto di essere un gruppo nel settore dei media, della comunicazione e dell’intrattenimento e ha riclassificato la propria partecipazione in TIM come partecipazione finanziaria. La sfida per noi, come azionisti, è sia che TIM si sviluppi, sia che cerchi di massimizzare il valore della nostra partecipazione”.

Non sembrano, a prima vista, le parole di un azionista che vuole lasciar perdere l’Italia e la sua partecipazione in Tim, che per i francesi al momento si traduce in una perdita virtuale di 3 miliardi di euro.

Problemi di Open Fiber potrebbero accelerare la fusione con NetCo?

Nel frattempo, secondo gli analisti di Intermonte citati dal Sole 24 Ore, “le difficoltà legate al rifinanziamento di Open Fiber e la necessità di una ricapitalizzazione potrebbero indurre Cdp e Macquarie a considerare più concretamente una combinazione futura o partnership industriale con NetCo”, cioè la newco nella quale confluiranno le reti secondarie e primarie di Tim. “Ricordiamo – aggiunge il broker – che l’offerta di Kkr approvata dal consiglio di amministrazione di Tim prevede un earnout da 2,5 miliardi a favore di Tim in caso di una eventuale operazione di M&A con Open Fiber e o dal riconoscimento di una regolamentazione incentivante stile Rab entro 30 mesi dal closing (atteso entro l’estate 2024)”.