L'APERTURA

Vivendi apre a rete unica Tim-Open Fiber, ma lancia attacco ad Elliot ‘5 consiglieri da sostituire’ (Ecco i nomi)

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Vivendi si dice favorevole alla rete unica Tim-Open Fiber ‘fondamentale per creare valore a Telecom’, ma all'assemblea del 29 marzo chiederà la revoca di 5 dei 10 membri del CdA nominati da Elliott (a partire dal presidente Conti) e sostituirli con: Bernabè, Galateri di Genola, Mazzarella, Vatalaro e van der Valk.

Anche Vivendi si dice favorevole alla rete unica Tim-Open Fiber perché “fondamentale per la creazione di valore per Telecom”. L’annuncio del primo azionista di Tim è contenuto nel documento “Restituire valore a Telecom Italia”, di 48 pagine, pubblicato ieri nel quadro di una sollecitazione di deleghe di voto, in cui si legge anche che il gruppo francese è pronto a “supportare la fusione nel caso in cui le condizioni siano corrette ed eque da un punto di vista operativo, finanziario e normativo”. La possibile fusione delle reti fisse è uno dei 10 punti del piano strategico 2019-2021 presentato dall’AD Luigi Gubitosi, approvato dal CdA giovedì scorso, con due astensioni quelle dell’ex ceo Amos Genish e dell’ad di Vivendi Arnaud de Puyfontaine.

Ieri, invece, è giunta l’apertura sulla rete unica. Dopo il tavolo avviato tra Tim e Open Fiber, il progetto di fusione, sostenuto anche dal Governo, ma che divideva i due principali azionisti di Tim, ottiene ora una prima ufficiale disponibilità di Vivendi che punta a sostenere “qualsiasi proposta che si riveli nel miglior interesse a lungo termine di tutti gli azionisti di Tim e degli altri stakeholder, inclusi modelli di business alternativi di rete fissa, iniziative di riduzione del debito, potenziale vendita di asset non strategici, semplificazione della struttura del capitale e distribuzione di dividendi”.

Vivendi-Elliot, la battaglia continua

Però l’apertura di Vivendi sulla rete unica presuppone la “supervisione di un consiglio di amministrazione composto in maggioranza da amministratori indipendenti”. Ecco la nuova stoccata ad Elliot. Infatti, Vivendi va in pressing in vista dell’assemblea del 29 marzo e torna a chiedere la revoca di 5 dei 10 consiglieri in quota Elliot“e la nomina di cinque nuovi amministratori indipendenti altamente qualificati (quattro dei quali italiani e nessuno con l’ambizione di candidarsi alla carica di Amministratore Delegato), con competenze di eccellenza e specifiche nel settore delle telecomunicazioni”, si legge nel white paper.

L’attacco ad Elliot ‘5 consiglieri da sostituire’: ecco i nomi dei nuovi consiglieri proposti

Nel documento Vivendi indica anche i 5 consiglieri del CdA nominati da Elliot di cui propone la sostituzione, motivandone anche la decisione:

  • Alfredo Altavilla (Presidente del Comitato Nomine e Remunerazione)
  • Fulvio Conti (Presidente)
  • Massimo Ferrari
  • Paola Giannotti de Ponti (Presidente del Comitato per il Controllo e i Rischi)
  • Dante Roscini (Lead Independent Director)

Allo stesso tempo il primo azionista di Tim ha indicato anche i nomi dei 5 consiglieri che proporrà all’assemblea del 29 marzo.

  • Franco Bernabè (Nel novembre del 1998, è diventato Amministratore Delegato di Telecom Italia, una posizione che ha rivestito sino al maggio 1999. Nel 2008, è tornato in Telecom Italia, dove ha ricoperto la carica di Amministratore Delegato fino al 2010 e Presidente Esecutivo nei successivi).
  • Gabriele Galateri di Genola (attualmente è amministratore Indipendente di Endered SA, Moncler S.p.A., e Presidente di Generali S.p.A).
  • Flavia Mazzarella (Presidente non esecutivo in Banca Finnat Euramerica S.p.A.).
  • Rob van der Valk (Dal 2007 al 2018, è stato Senior Portfolio Manager e Capo di Telecom e Telecom Equipment presso la Norges Bank – NBIM).
  • Francesco Vatalaro (professore ordinario di Telecomunicazioni all’Università di Roma Tor Vergata).

“Il prezzo delle azioni TIM ha perso circa il 40% dalla nomina del CdA Elliott”

Vivendi ha evidenziato, con il supporto di dati e grafici, come “l’inadeguata gestione” degli amministratori indicati dal fondo Usa abbia “provocato una distruzione del valore di Tim, mettendone in pericolo la stabilità finanziaria”. “Il prezzo delle azioni TIM ha perso circa il 40% dalla nomina del CdA Elliott”, è messo in evidenza nel documento.

La revoca non vuole essere “una contesa per il controllo di Tim”, si difende Vivendi, “ma esclusivamente una sollecitazione a nominare un CdA veramente indipendente”.

Vivendi ha le maggiori quote di Tim, il 23,9%, ma non ha espresso i posti del vertice, così vuole ribadire la propria posizione sulla composizione del CdA, lanciando un nuovo attacco al fondo Elliott, che esprime l’AD Luigi Gubitosi e il presidente Fulvio Conti, ma è in minoranza nell’azionariato con il 9%. “Elliott ha ingannato gli investitori”, è scritto ancora nel documento. Il nuovo guanto di sfida per l’assemblea del 29 marzo.