L’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP) accoglie con favore la posizione espressa dalla Vicepresidente esecutiva della Commissione Europea Henna Virkkunen, intervenuta a nome della Commissione, in risposta all’interrogazione parlamentare E-001618/20251. L’intervento auspica un ritorno concreto all’indipendenza digitale europea, a partire dalla leva più accessibile e strategica: il software. Nella risosta scritta Virkkunen ricorda come il 45% del software usato dalla Commissione è made in Usa. Testatto, ma made in Usa.
“AIIP accoglie con favore le parole della Vicepresidente Virkkunen, che per conto della Commissione riconosce finalmente l’urgenza di recuperare sovranità digitale a partire da ciò che oggi è più semplice e alla nostra portata: il software. È tuttavia paradossale che, nel 2024, quasi la metà dei software utilizzati dalla stessa Commissione provenga dagli Stati Uniti. Basterebbe guardare cosa è successo in Italia con il PSN ed il PNRR, dove si sono concentrati in un’unica entità molti sistemi digitali della Pubblica Amministrazione, basandosi però su tecnologie tutt’altro che europee. O ancora, l’uso quotidiano di cloud statunitensi da parte di grandi partecipate o enti pubblici centrali. Se non partiamo dal software, ogni discorso sull’autonomia digitale resterà basato su presupposti fragili”, dice il Presidente di AIIP Giuliano Peritore.
AIIP sostiene l’open source
Da quasi trent’anni AIIP sostiene il valore dell’open source, della sovranità digitale, dell’autonomia, delle infrastrutture cloud distribuite e del pluralismo tecnologico, fondamenti imprescindibili per garantire innovazione, sicurezza e libertà digitale nel mercato europeo.
La concentrazione dei servizi digitali della Pubblica Amministrazione su poche piattaforme, come nel caso del PSN, basate su tecnologie prevalentemente non europee, rappresenta un esempio emblematico dei rischi di dipendenza strategica e possibili fenomeni di lock-in tecnologico. Allo stesso modo, l’adozione generalizzata di servizi cloud extra-UE da parte di enti pubblici e aziende partecipate, è una deviazione significativa dagli obiettivi di autonomia strategica sanciti anche dalla Bussola Digitale 2030.
AIIP chiede con forza che si passi dalle dichiarazioni ai fatti:
- attraverso investimenti concreti in software open source europeo,
- con il potenziamento ed il supporto a datacenter e cloud-provider indipendenti gestiti da operatori italiani,
- e con linee guida vincolanti che garantiscano una reale preferenza per soluzioni europee, destinando ad esse almeno il 30% della spesa nelle Pubbliche Amministrazioni.
Come già ribadito nella nostra iniziativa pubblica StopDNA.eu, l’indipendenza digitale non è solo una questione tecnologica: è un pilastro di sovranità democratica, economica e civile. Il software è il primo fronte, e non possiamo più permetterci di ignorarlo.