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‘Vera fibra’, Italia come la Francia. Disco verde solo per l’Ftth

Il semaforo con i cinque bollini colorati dell’Agcom per classificare le diverse connessioni Internet in base alle loro reali capacità sarà pronto fra un paio di mesi, dopo la consultazione pubblica aperta dall’Autorità con la pubblicazione sul sito della delibera n. 33/18/Cons “Consultazione pubblica in merito alla definizione delle caratteristiche tecniche delle corrispondenti denominazioni delle diverse tipologie di infrastruttura fisica utilizzate per l’erogazione dei servizi di telefonia, reti televisive e comunicazioni elettroniche, ai sensi dell’articolo 19 del decreto legge 16 ottobre 201, n. 148”.

Il nuovo regolamento entrerà poi in vigore, allo scopo di tutelare i consumatori che fin dalla sottoscrizione del contratto con il provider potranno con chiarezza sapere di che tipo di connessione si sono muniti, leggendolo a chiare lettere sul contratto se si tratta di un collegamento “fibra fibra” (full fiber) o misto rame-fibra o semplicemente in rame. I provider dovranno inoltre indicare a chiare lettere la velocità massima e minima attesa (stop quindi a denominazioni fumose come “velocità fino a…”) dal che deriveranno diversi prezzi di abbonamento a fronte di specifiche performance in termini di velocità e latenza della conessione.

Dalla Francia il dibattito sulla ‘vera fibra’

Il dibattito sulla “vera fibra”, in qualche modo ereditato dalla Francia dove il Governo già nel 2016 stabilì che l’Fttb (Fiber to the building) non è vera fibra, è stato rilanciato in Italia dal presidente di Open Fiber Franco Bassanini, e inserito nel Dl fiscale a fine 2017.

Stop quindi al rischio di pubblicità ingannevole, perché il termine “vera fibra”, “super fibra”, ultra fibra” – finora alquanto abusato a scopi pubblicitari – potrà essere associato esclusivamente al tipo di connessione davvero più performante, che in base alla classificazione dell’Agcom è quello della fibra fino all’abitazione del cliente (Ftth, fibra fino a casa).

Il termine fibra sarà comunque mantenuto anche per le connessioni in fibra (semplicemente “fibra”) fino all’edifico Fttb (Fiber to the building), con la fibra che arriva fino alla base degli edifici, mentre il raccordo finale fino all’abitazione del cliente (il verticale di palazzo) resta quello della rete in rame.

Sgombrato il campo da ogni possibilità di equivoco, oltre all’Ftth e all’Fttb Agcom la delibera Agcom relatore il commissario Antonio Nicita, individua altre tre tipologie di connessione: si tratta dell’Fttn (Fibra fino all’armadio) mista fibra-rame, con la fibra che arriva fino ad un punto intermedio (nodo) con il rilegamento finale fino a casa degli utenti in rame. “In questa categoria ricadono, in Italia, le infrastrutture di rete Fttc (Fiber to the cabinet), in cui la fibra ottica è utilizzata fino al cabinet (armadio) stradale della rete in rame (sulla quale è utilizzata la tecnologia trasmissiva Vdsl), ad oggi le più diffuse in Italia, e le possibili evoluzioni G.fast (è la tecnologia trasmissiva utilizzata sul segmento in rame, sia dal cabinet stradale che da un nodo di distribuzione più prossimo all’edificio, quindi anche nel contesto Fttb)”, si legge nella delibera.

Per Ftte (no fibra) si considera invece l’architettura di rete di accesso con cui sono offerti i tradizionali servizi Adsl.

Per rete Fwa (Fixed wireless access, Fibra fino alla stazione radio base) si considera il tipo di accesso con fibra ottica fino alla stazione radio base a cui sono collegati i terminali dell’utente mediante l’uso di frequenze wireless.

Il sistema a bollini che l’Agcom vorrebbe introdurre (foto da Repubblica.it) si basa su un sistema a cinque bollini, con sigle e colori differenti a seconda della tecnologia utilizzata per la connessione a Internet.

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