Il mercato

Vendite auto elettriche nell’UE cresciute quattro volte più velocemente rispetto ai punti di ricarica

di |

Il 2022 segnerà il ritorno del segno positivo nel mercato europeo dell’automobile, con l’Acea che stima un rialzo delle immatricolazioni del +7,9%. Il driver principale resta l’elettrico che però soffre delle interruzioni negli approvvigionamenti e della mancanza di un sufficiente numero di punti ricarica nell’Unione.

Lenta ripresa per il mercato auto europeo

Lo abbiamo detto tante volte, il driver principale del mercato automobilistico oggi in tutta Europa è il motore elettrico. Secondo dati dell’associazione dei costruttori europei Acea, nel 2021 un’auto nuova venduta ogni cinque è stata elettrica, mentre il segno meno ha caratterizzato tutti gli altri segmenti di alimentazione: benzina, diesel e a tratti gas.

Quest’anno le cose potrebbero andar meglio per il settore, stando alle stime dell’Associazione che sembrano piuttosto ottimiste: il 2022 dovrebbe chiudere con un +7,9% di nuove immatricolazioni a 10,5 milioni di unità.

Un dato buono solo apparentemente, perché rimarrebbe comunque un 20% al di sotto i livelli del 2019, quelle pre-pandemici.

La “carica” delle elettriche

In Europa i veicoli ibridi rappresentano ora il 19,6% di tutte le immatricolazioni durante tutto il 2021, chiudendo l’anno a 867.092 unità, il 71% in più rispetto al 2020.

Bene anche le auto 100% a batteria, che raggiungono le 878.432 nuove immatricolazioni durante l’anno passato, con un incremento del +63% sul 2020.

Complessivamente, in Europa, il mercato dell’auto vede i motori a benzina al primo posto, con una quota del 40%, seguiti dalle auto ibride e diesel entrambe con il 19,6%, quindi le 100% a batteria, con il 9,1% di quote, seguite dalle elettriche plug-in all’8,9%.

Stabilizzare approvvigionamenti di chip o ripresa a rischio

I problemi sono sempre gli stessi da mesi: scarsità di componenti e soprattutto di semiconduttori, di cui sono pieni i chip che riempiono a migliaia le nostre automobili ad alto contenuto tecnologico. Ma anche il rialzo dei prezzi dell’energia e delle altre materie prime, che danneggia fortemente l’industria.

Se l’Europa vuole salvare il ricco comparto automotive (che è anche una riserva di posti di lavoro) e tornare a competere sui mercati globali non basta puntare tutto sulle auto elettriche, hanno commentato i ricercatori Acea.

Oggi questo tipo di mobilità va alla grande, ma dietro ci sono gli incentivi all’acquisto offerti dalla gran parte dei Governi europei. Cosa accadrebbe se questi incentivi venissero meno?

E poi, tutti sappiamo che due dei problemi principali sono: l’autonomia della batteria e la presenza di punti di ricarica sul territorio.

Ancora insufficiente l’infrastruttura di ricarica europea

Quest’ultimo punto è particolarmente critico e negli ultimi cinque anni, in Europa, le vendite di auto elettriche sono cresciute quattro volte più velocemente rispetto all’accumulo di punti di ricarica.

Le vendite di auto elettriche sono aumentate di oltre 10 volte tra il 2017 e il 2021, mentre il numero di caricatori pubblici nell’UE è cresciuto di meno di 2,5 volte nello stesso periodo“, ha affermato Oliver Zipse, Presidente e CEO di ACEA del BMW Group, che ha aggiunto: “Se questa situazione non verrà affrontata con urgenza introducendo obiettivi ambiziosi per tutti gli Stati membri dell’UE, incontreremo molto presto un ostacolo“.

Un allarme lanciato proprio mentre il Parlamento europeo e i singoli Governi stanno discutendo sulla proposta di regolamento delle infrastrutture per i combustibili alternativi (AFIR). L’obiettivo da raggiungere è garantire che l’Europa realizzi rapidamente una rete sufficientemente diffusa e capillare di infrastrutture di ricarica, altrimenti si rischia di rovinare l’unico risultato positivo di questi anni difficili, sia in relazione agli obiettivi ambientali e climatici 2030-2050, sia in termini di forza e competitività dell’intero comparto.