Sanità digitale

Vaiolo delle scimmie, altro che contact tracing. Il Ministero è fermo all’email

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Sistemi avanzati di tracciamento e prevenzione dei focolai sono già diffusi in diverse regioni italiane, ma il Ministero chiede agli operatori di segnalare via mail i casi di vaiolo delle scimmie. Quali garanzie per i pazienti?

Ma allora il Covid non ci ha insegnato proprio nulla in termini di contact tracing di malattie contagiose. Eppure dopo tre anni di convivenza con il virus dovrebbe essere chiaro che le potenzialità del digitale per il tracciamento di una malattia infettiva sono fondamentali per contenere il rischio contagio. Per assurdo, pare che il Ministero della Salute non si sia ancora reso conto che gli strumenti tecnologici sono una risorsa fondamentale non soltanto per tracciare, ma anche per prevenire la diffusione di un virus. Motivo? Il Ministero chiede di segnalare i casi sospetti di vaiolo delle scimmie via mail.

E’ questo che si evince, purtroppo, dalla circolare emanata non più tardi di ieri sulle linee guida per gestire il vaiolo delle scimmie. Il primo caso in Italia è stato confermato il 20 maggio 2022. L’Organizzazione mondiale della sanità il 23 luglio 2022 ha dichiarato il vaiolo delle scimmie (Monkeypox) ‘un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale (PHEIC)’ e formulato una serie di raccomandazioni.

E cosa fa il Ministero? Usate la mail per segnalare i casi sospetti o acclarati

Nella circolare “raccomanda agli operatori sanitari (soprattutto MMG, PLS, infettivologi, dermatologi, urologi, proctologi, medici di pronto soccorso, e quanti in servizio presso strutture di ostetricia e ginecologia, di malattie a trasmissione sessuale, etc) di considerare l’infezione da vaiolo delle scimmie nella diagnosi differenziale in pazienti con rash vescicolari.

I casi sospetti, probabili e confermati devono essere segnalati tempestivamente dal medico segnalatore all’ASL di competenza e da questa alla Regione/Provincia Autonoma. La Regione/Provincia Autonoma provvede a trasmettere i soli casi probabili e confermati al Ministero della Salute all’indirizzo email: malinf@sanita.it, indicando nell’oggetto “CASO PROBABILE DI MPX” o “CASO CONFERMATO DI MPX”.

Per i casi probabili e confermati con storia di viaggio recente, la Regione/Provincia Autonoma deve segnalare il caso anche all’indirizzo coordinamento.contactracing@sanita.it del Ministero della Salute. In caso di viaggio interregionale la Regione/PA di segnalazione provvede a comunicare il caso anche alle altre Regioni/PA coinvolte. Per le segnalazioni dei casi probabili, si raccomanda di aggiornare sempre l’esito delle indagini di conferma, ovvero se il caso venga confermato o scartato”.

Ma ci sono già regioni virtuose

Una mail per segnalare i casi sospetti è uno strumento obsoleto che non dà alcuna garanzia di successo.

La mail può finire nello spam.

La mail può non essere recapitata per svariati motivi.

Chi è responsabile di aprirla e di registrare il nuovo caso sospetto?

Chi le schedula queste mail?

Chi le traccia?

Quali garanzie ci sono per i pazienti, sul fronte della privacy?

Come vengono incrociati i dati di un potenziale paziente in caso di conferma della malattia?

Con questa circolare, il Ministero sembra fermo al 2018. A prima che il Covid imprimesse, volenti o nolenti, una forte accelerazione al processo di digital transformation della società. Anche in ambito sanitario ci sono casi di regioni virtuose, che hanno adottato sistemi di tracciamento e monitoraggio dei malati all’avanguardia. Ad esempio, Lombardia, Veneto, Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Liguria sono regioni dove l’uso del digitale e di sistemi ad hoc per monitorare e prevenire eventuali focolai già esistono, con linee guida belle e fatte.

Eppure, Sogei stessa sostiene che il digitale è stato un forte acceleratore per l’adozione di diverse tecnologie (AI, IoT, Big Data, Cybesecurity) in campo sanitario. Perché il Ministero non si adegua?