il progetto

‘Uniti si riparte’, dal Piemonte il progetto per la Fase 2 a prova di privacy

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Uniti si riparte garantisce uno stretto legame tra il risultato dei test e la raccolta dei dati provenienti dai device personali dei soggetti tracciati, assicurando l'anonimato e la privacy.

Una cabina di regia composta da enti pubblici e privati, massiccia produzione di Dpi (dispositivi di protezione individuale) e una campagna a tappeto di tamponi e test sierologici fino ad arrivare, a pieno regime, a circa 100 mila cittadini piemontesi testati al giorno.

Si basa su questi tre elementi fondamentali il progetto Uniti si riparte, ideato e diretto da Pietro Stopponi, Esperto in Digital Strategy e Innovazione della University of Chicago Booth School of Business, che punta a far ripartire il Piemonte e l’Italia intera nel corso della delicatissima “Fase 2” di convivenza con il Coronavirus.

Uniti si riparte: il progetto

Il progetto si propone di monitorare la diffusione del Coronavirus con particolare attenzione ai soggetti positivi asintomatici, garantendo uno stretto legame tra il risultato dei test e la raccolta dei dati provenienti dai device personali dei soggetti tracciati, assicurando l’anonimato e la privacy.

Serve una visione olistica basata su una metodologia integrata a tutto tondo, se no si rischia di trattare questo evento come un disastro, quindi limitato nel tempo. Invece è una guerra, non sappiamo quando finirà, motivo per cui la predisposizione del fabbisogno rischia di essere carente, inadeguata o, nel caso dei materiali, totalmente insufficiente afferma il direttore Pietro Stopponi -. Il metodo, sostenuto dalla tecnologia, può fare la differenza e nel contempo favorire una semplificazione nella gestione sanitaria e sociale della crisi. Proprio su queste basi è nato il progetto Uniti si riparte, ideato, sviluppato e strutturato in poche settimane vista l’emergenza, che vuole contribuire a far ripartire il Piemonte e il Paese intero in sicurezza”.

Il piano prevede quindi una campagna a tappeto di tamponi e test sierologici con raccolta elettronica dei dati in tempo reale che, abbinata al piano operativo del progetto, costituisce una soluzione credibile alle incertezze correlate alla fase di convivenza con il coronavirus, la cosiddetta Fase 2, passaggio fondamentale per tornare ad una nuova normalità.

Il monitoraggio

Un elemento chiave del piano operativo è la piattaforma di monitoraggio Smart Operation Brain Covi-DE (Digital Emergency), una piattaforma sviluppata con software ”Open-Source”dal Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna (CRS4), che consente di contenere e visualizzare in modo centralizzato informazioni provenienti da fonti diverse, permettendo di avere una visione globale della situazione riferita all’intero territorio nazionale con l’opportunità di focalizzare le informazioni sulle singole regioni, province, comuni, aree rurali facendo scattare in questa maniera eventuali lockdown di zona in base alla fascia di rischio.

Il database

Il Database, che il CRS4 sta approntando, permetterà di condividere i risultati della campagna di test e la metodologia con la quale sono stati raccolti i dati, con il mondo della ricerca a livello mondiale, attraverso gli OpenData.

Il database si interfaccia con Back2Life, piattaforma sviluppata per capire e prevedere dinamiche epidemiche e supportare le decisioni al fine di attuare o adeguare tempestivamente misure di contenimento e controllo.

Sviluppato da analisti informatici in collaborazione Helpy/Poli MD e dall’Università di Genova, che ha concesso la licenza d’uso gratuito alla Regione Piemonte per tutto il tempo della crisi Covid, il software verrà installato sul server della Regione in modo da garantire la sicurezza dei dati.