Regolamentazione

Una convergenza dei prezzi rame e fibra rallenta gli investimenti e crea nuove incertezze sul mercato

di Marina Benvenuto, Esperta Regolamentazione europea Tlc |

La misura di revisione dei costi su rame e fibra per il 2023 conferma una visione conservativa dell’intervento regolamentare, non attenta a sostenere uno sviluppo rapido di nuove infrastrutture all’utente.

Agcom ha notificato all’UE una revisione dei costi del rame che determinerà aumenti significativi sulle tariffe wholesale di questa rete, a partire da un + 12,79% per l’ULL, nella medesima procedura è intervenuta anche sui costi all’accesso della rete in fibra, per ridurli.

Aumentare oggi il prezzo del rame e diminuire contestualmente quello della fibra, quando su oltre la metà  del paese non sussiste una concreta scelta per l’FTTH, ostacola il progetto di connettività ad alta velocità:

  • gli operatori alternativi hanno costi più elevati per mantenere la loro base clienti su rame
  • TIM non è motivata ad un progetto efficiente di migrazione dalla rete legacy, come si riscontra invece in altri mercati dell’UE, con una ricaduta negativa sui piani di cablaggio in fibra, anche governativi
  • gli operatori che investono oggi in fibra non hanno  certezze sui prezzi che potranno applicare

Diminuire i ritorni sulla fibra diminuisce gli investimenti

Diminuire i ritorni sulla fibra rallenterà gli investimenti, mentre il cablaggio del Paese ha le già note difficoltà nel realizzare il PNRR anche a seguito dei ritardi riscontrati sul concessionario Open Fiber.

La misura dell’AGCOM ha una prospettiva di breve periodo, effetti anche retroattivi e copre il periodo 2022/2023, in attesa della prossima analisi di mercato, che è stata posticipata anche per l’esigenza di valutare le opzioni di riassetto della rete TIM. Ne consegue che sulle condizioni regolamentari di accesso al broadband a gennaio 2024 l’incertezza sul settore è massima.

Per il regolatore la revisione proposta non costituisce una modifica degli obblighi, ma un’operazione di aggiustamento dovuta a parametri economici mutati, tra i quali il livello dell’inflazione, in applicazione della Raccomandazione del 2013 che aveva costituito l’ossatura per la definizione del pricing degli input wholesale dell’ultima analisi di mercato del 2019. Si tratta di un aggiustamento significativo sul rame, in quanto è stato valutato capace di un aumento di introiti per 60 milioni di euro. 

Italia ha ancora il 79% dei clienti attestati sul rame

La Commissione europea sui dati delle sottoscrizioni a servizi broadband, nel Digital Economy and Society Index del 2022, ha indicato che l’Italia, dopo la Grecia, è il paese con la più alta quota di clienti attestati ancora sulla rete in rame (xDSL), pari al 79%.

Sui dati di banda per servizi di backhauling al bitstream, Agcom considera che in media gli operatori alternativi, nel 2022,  hanno pagato importi decrescenti per velocità medie in crescita e pari a 952 Kbps per cliente su xDSL, e a 2.284 Kbps per cliente su FTTx.

La copertura in fibra all’abitazione in Italia ristagna, il take up su FTTH è al 7%, la mancanza di un cablaggio capillare in FTTH non consente al cliente finale, deluso dal servizio xDSL, la possibilità di una concreta scelta per un’offerta realmente innovativa.

La misura di revisione dei costi su rame e fibra per il 2023 conferma una visione conservativa dell’intervento regolamentare, non attenta a sostenere uno sviluppo rapido di nuove infrastrutture all’utente. 

Italia in ritardo su Spagna e Germania

L’Italia, infatti, in passato si è distinta per un orientamento di policy che ha applicato il quadro comunitario sostenendo misure di abbassamento delle barriere all’entrata e adottando una politica di accesso a favore di una concorrenza sui servizi. Oggi riscontriamo un ritardo sui livelli di copertura e di investimenti che Paesi come la Spagna e la Germania hanno sostenuto con scelte maggiormente orientate a remunerare gli investimenti su fibra, in una fase precoce del mercato.

I dati attuali di sfruttamento della rete legacy e le velocità supportate testimoniano di un mercato in difficoltà di fronte a uno scenario regolamentare ancora molto incerto.

I criteri di orientamento al costo e di charge control applicati all’impresa in posizione dominante potevano considerarsi giustificati se circoscritti ad un ambiente legacy e ammortizzato in gran parte, ma, di fronte alle attuali esigenze del mercato, la scelta di Agcom quale strategia propone sul lungo termine per il settore?

Comparazione con l’Ofcom

Per una rapida comparazione, se osserviamo Ofcom, il regolatore forse più attento ad una policy di sostegno della concorrenza privilegiando i principi di equivalence e di non discriminazione per assicurare un level playing field concretamente funzionante, notiamo che i criteri di azione sulla fibra sono ispirati ad una filosofia di intervento minimale, in considerazione di analisi di mercato tempestive e applicate su base geografica.

Ofcom modula il controllo dei prezzi sulle reti con una differenziazione sostanziale per velocità sopra i 40 Mbits e diversificando tra reti legacy rispetto all’FTTH. Possiamo dire che questo regolatore supera il principio di neutralità tecnologica per distinguere gli strumenti di intervento in base ai nuovi obiettivi.

L’ambiente FTTH infatti è sostanzialmente deregolato, la differenziazione delle misure è sensibile rispetto al passato, con una significativa eliminazione di forme di charge control.

Sul mercato italiano la Raccomandazione del 2013 in materia di accounting e orientamento al costo è ancora ampiamente applicata dal nostro regolatore, pur essendo una misura non vincolante ma di soft law. Ofcom invece dal 2021 abolisce l’applicazione del modello LRIC bottom up (che la Raccomandazione chiede di applicare su una rete ipotetica), ma tiene conto dei reali investimenti, dei promessi obiettivi di copertura, delle politiche commerciali di Openreach sui servizi per reti ad alta velocità (VHCN). Le strategie commerciali di vendita di Openreach, inclusa la previsione di sconti a volume, sono soggette ad una verifica influenzata da una filosofia ex post e non sono vincolate a priori da un’applicazione di obblighi ex ante. Le forme di charge control pensate per aprire le reti in rame non sono traslate da Ofcom sui nuovi investimenti.

La posizione di Ofcom

Può valere la pena dedicare uno spazio alla posizione espressa da Ofcom nel valutare i remedies applicabili sul mercato wholesale broadband dal 2021, alla luce degli obiettivi perseguiti:

  • Our strategy is to promote investment in gigabit-capable networks through network competition in areas where this is sustainable… We recognise that promoting network competition may entail the replication of network investments. However, it will deliver significant benefits to consumers in the longer term from innovation (including innovation to increase efficiency and reduce costs), choice, stronger incentives to price keenly to attract customers, and higher quality of service. (Promoting competition and investment in fibre networks: Wholesale Fixed Telecoms Market Review 2021-26 Volume 1: Overview, summary and structure).

Questo statement implica una filosofia di intervento sostanzialmente differente sui destini degli attori del mercato, ossia le imprese investitrici e i bisogni dei clienti business e residenziali.

Anche qualora la cultura regolatoria nazionale non riesca ad esprimere fiducia nel mercato per supportare una duplicazione di reti a velocità misurabili in Giga, la Raccomandazione del 2013 non dovrebbe più essere considerata il parametro per gestire la concorrenzialità e il buon funzionamento del settore: si tratta di una normativa di soft law ancorata alle politiche di liberalizzazione e modellata per reti già ammortizzate. Applicarla alle attuali condizioni del mercato sulla fibra introduce delle costrizioni all’iniziativa di impresa tali da renderla inadeguata a fornire risposte competitive alla sfida dell’innovazione sui nuovi servizi Giga-dipendenti.

Convergenza di prezzi svaluta i vantaggi della fibra

Se la policy di settore interviene con misure che portano a convergere i prezzi tra rame e fibra si induce il cliente finale a non riconoscere un valore per l’innovazione in fibra che sostenga il rischio ad investire. Tale valore richiede un riconoscimento sul mercato anche a livello retail, infatti l’innovazione della fibra ha un costo che non può essere sostenuto esclusivamente da una policy di controllo del prezzo wholesale. Questa opzione è stata possibile sul rame ma non sarà vincente su un mercato emergente per innovazione e qualità di servizi.

Se la scelta dell’impresa ad investire sarà condizionata da una politica di misurazione dei ritorni come applicata sul rame dagli anni 2000 ad oggi, con gli effetti distorsivi che ancora con l’ultima misura stendono la loro ombra sulla propensione ad investire, quale orizzonte temporale si prevede in Italia per le reti capaci di velocità misurabili in Giga?