crittografia end-to-end

Uk e Usa, patto per le backdoor su Facebook e Whatsapp?

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I due Paesi sono pronti a firmare un nuovo accordo che costringerebbe gli OTT a condividere i messaggi crittografati degli utenti con la Polizia britannica durante le indagini che riguardano persone sospettate di reati gravi.

A breve nel Regno Unito le compagnie tecnologiche con sede negli Stati Uniti, come Facebook e WhatsApp, saranno costrette a condividere i messaggi crittografati dei loro utenti con la polizia britannica ai sensi di un nuovo patto tra i due Paesi.

L’accordo, secondo quanto riporta Bloomberg, costringerà le tech company a condividere informazioni riservate (come chat e messaggi) per supportare le forze dell’ordine durante le indagini che riguardano persone sospettate di reati gravi, tra cui terrorismo e pedofilia. Secondo Bloomberg l’accordo sarà firmato entro il prossimo mese.

L’alleanza Five Eyes

Già in passato i Paesi membri dell’alleanza Five Eyes (Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda e Canada) hanno chiesto alle aziende tecnologiche di aiutare le agenzie di intelligence fornendo loro accesso speciale e backdoor di WhatsApp e ad altre comunicazioni crittografate.

Priti Patel, Segretario di Stato per gli affari interni del Regno Unito, “aveva dichiarato che il piano di Facebook e WhatsApp di consentire agli utenti di inviare messaggi crittografati end-to-end è vantaggioso per i criminali“.

A luglio, il procuratore generale degli Stati Uniti William Barr invitava le società tecnologiche a fare di più per aiutare le autorità federali a ottenere l’accesso ai dispositivi con un ordine legittimo.

Barr ha affermato in passato che i consumatori dovrebbero accettare i rischi che le backdoor di crittografia comportano per la loro sicurezza informatica personale per garantire che le forze dell’ordine possano accedere alle comunicazioni crittografate.

Il no delle piattaforme

La messaggistica crittografata è aumentata negli ultimi anni, arrivando ai dispositivi e servizi di Apple, Facebook, Instagram e WhatsApp. Una risposta (non sicura al 100%) della Silicon Valley all’abuso di accesso da parte dei servizi di intelligence a seguito delle rivelazioni di Edward Snowden nel 2013.

In una dichiarazione a Bloomberg, Facebook ha affermato di essersi opposto ai tentativi dei Governi di implementare “backdoor” su piattaforme di messaggistica in quanto ciò minerebbe la sicurezza e la privacy dei suoi utenti.

Siamo contrari ai tentativi del Governo di costruire backdoor perché minerebbero la privacy e la sicurezza dei nostri utenti ovunque”, ha affermato Facebook in una nota. “Le politiche governative come il Cloud Act consentono alle aziende di fornire informazioni disponibili quando riceviamo richieste legali valide e non richiedono alle aziende di costruire backdoor“.