E ora?

Ue. Bocciata la commissaria Goulard. Brutta tegola per il digitale

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Bocciata dal Parlamento europeo la candidatura della francese Sylvie Goulard, commissaria designata a promuovere il mercato unico digitale e quindi responsabile diretta dell’implementazione dell’Agenda Digitale Europea della nuova Commissione.

La francese Sylvie Goulard non sarà la commissaria al mercato unico digitale e quindi la responsabile diretta dell’implementazione dell’Agenda Digitale Europea della nuova Commissione Ue. La sua candidatura è stata bocciata dal Parlamento europeo e rischia di far slittare il voto in plenaria a Strasburgo per tutta la commissione guidata da Ursula von der Leyen, previsto per il 23 ottobre: potrebbe essere rinviato alla plenaria di novembre.

Goulard, sostenuta dal presidente francese Emmanuel Macron, era stata designata al Mercato Interno, alla Difesa, alla nuova direzione Industria e Spazio e a promuovere anche il Mercato Unico Digitale. L’ex ministra della Difesa francese si è vista così respingere la candidatura con una grossa maggioranza nel voto degli europarlamentari delle commissioni Mercato Interno e Industria dell’Europarlamento che l’hanno ascoltata in audizione per la seconda volta (la prima audizione avvenuta il 3 ottobre scorso). Tra gli eurodeputati chiamati ad esprimersi con voto segreto, 82 hanno votato contro, 29 a favore e uno si è astenuto. Contro Goulard hanno votato il Ppe, i Verdi, la sinistra del Gue e i sovranisti. Spaccati i socialisti.

Il voto espresso nelle commissioni Mercato Interno e Industria dell’Europarlamento

Perché bocciata la commissaria francese Sylvie Goulard

La bocciatura ha una forte valenza politica, perché è vista dagli analisti come un affronto a Macron, il king maker delle nomine europee per la nuova legislatura. Il pretesto per respingere la candidatura è stato il comportamento “non etico” tenuto da Goulard quando era eurodeputata, che non è stato lasciato in secondo piano dagli attuali parlamentari europei. L’uso di fondi Ue per lavori non documentati l’ha già portata a restituire 45mila euro all’Europarlamento e l’ha coinvolta in indagini ancora in corso dell’antifrode Ue, Olaf di Bruxelles, e della magistratura francese, che la costrinsero a dimettersi da ministro della Difesa poco dopo la nomina. In più, durante le audizioni al Parlamento Ue le sono state contestate consulenze pagate “oltre 10mila euro al mese” dalla lobby/think-thank Usa Berggruen Institute durante il suo mandato di eurodeputata.

A Goulard la presidente della Commissione Ursula von der Leyen aveva assegnato la pesante delega per promuovere il mercato unico digitale. Ora a chi passerà: a un nuovo commissario indicato da Macron o sarà affidata ad interim magari a Margrethe Vestager? Ossia alla vice presidente esecutiva e commissario alla Concorrenza (da lei dipende la DG Competion), investita già dell’incarico di supervisionare alla realizzazione di un’Europa pronta per la “Digital Age”.