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UberPop: l’apertura dell’Antitrust nel mirino dei tassisti

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Delegazione di tassisti e Ncc oggi all’Autorità ha esposto critiche rispetto alla recente segnalazione che apre alle app di trasporti

Tassisti-UberPop non si placa la querelle che investe ora anche l’Antitrust dopo la recente raccomandazione con cui l’Autorità per la Concorrenza nel Mercato ha chiesto la revisione della normativa sul trasporto pubblico non di linea per regolare anche le nuove app come quella di Uber. Oggi una delegazione sindacale di tassisti e Ncc di Roma (Ugl Taxi, Federtaxi Cisal, Fit Cisl Taxi, Uil Trasporti Taxi, Usb Settore taxi, Ati Taxi, Associazione tutela legale taxi e Anar (Associazione nazionale autonoleggiatori romani) è stata ricevuta dal presidente Giovanni Pitruzzella.
Una nota dell’Autorità fa sapere che “la delegazione ha esposto una serie di osservazioni critiche in merito alla Segnalazione del 2 novembre scorso con cui l’Antitrust ha chiesto al Parlamento di emanare ‘una nuova regolamentazione su Uber e sulle nuove App digitali per il trasporto urbano’”.

A tutela della concorrenza e degli utenti, il documento dell’Agcm sollecitava, fra l’altro, “una maggiore facilità di fruizione del servizio di mobilità, una migliore copertura di una domanda spesso insoddisfatta, una conseguente riduzione dei costi per l’utenza e, nella misura in cui si disincentiva l’uso del mezzo privato, un decongestionamento del traffico urbano”.
Il presidente dell’Antitrust ha preso atto delle richieste e delle proposte presentate dalla delegazione dei tassisti, insieme a un’ampia documentazione sulla materia, con particolare riguardo all’applicazione delle nuove tecnologie al settore dell’autonoleggio. Al termine Pitruzzella ha auspicato la prosecuzione del confronto in modo più approfondito sulle tematiche oggetto dell’incontro.

Il 2 novembre scorso l’Antitrust aveva aperto a UberPop, chiedendo al Parlamento di prevedere una “regolamentazione minima” per normare questo genere di app di trasporto urbano, inibita in Italia in quanto ‘servizio taxi abusivo’ da una sentenza del Tribunale di Milano dello scorso maggio, che equipara la app a un servizio di trasporto non di linea.

Una presa di posizione, quella dell’Autorità, che evidentemente non piace ai tassisti.