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Twitter, “il problema non è Musk, ma la manipolazione dell’informazione da parte dei social per vendere pubblicità”

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L’analisi di Tommaso Valletti, professore di economia all’Imperial College London, e il botta e risposta Breton-Musk: “Dovrà adattarsi a regole europee”. "Io per libertà di parola che rispetta la legge".

Nell’attesa di capire come cambierà Twitter con il suo unico proprietario Elon Musk (vuole togliere il titolo dalla Borsa, fare a meno della pubblicità, introdurre la funzione modifica tweet, rendere l’algoritmo open source e soprattutto non censurare più nessuno), l’industria di auto elettriche ieri ha perso oltre 100 miliardi del suo valore perché i mercati temono i contraccolpi di un’eventuale uscita o comunque di un ridimensionamento del fondatore. 

Musk come si procurerà i soldi? Da Tesla?

“Ammaccatura per Tesla dagli investitori convinti che Musk cederà le sue quote per pagare Twitter” è l’analisi del Financial Times. 

Quelle che impensieriscono le Borse, spiega il Financial Times, sono solo ipotesi, perché Musk non ha ancora chiarito come si procurerà i 21 miliardi di dollari di liquidità necessari a perfezionare l’acquisto della piattaforma social al prezzo di 43,5 miliardi.

L’analisi

Invece molti sociologi ed utenti sono preoccupati da un unico, non politically correct, uomo al comando di Twitter. È di diverso avviso, Tommaso Valletti, professore di economia all’Imperial College London, che a Key4biz fornisce un’analisi diversa dal mainstream.

“Credo che il punto non sia tanto Musk e il culto della personalità che tendiamo ad avere (in questo caso si cambia un miliardario – Jack Dorsey – con un altro miliardario, Elon Musk). Quanto il modello organizzativo di queste piattaforme che comunque non verrebbe cambiato dal passaggio di proprietà”, ci spiega Valletti

“Twitter (come FB, YouTube, Google, TikTok)”, ha aggiunto il professore, “sono piattaforme che vendono pubblicità, e per far questo hanno bisogno di manipolare l’informazione per tenerci online il più a lungo possibile: è il contenuto incendiario a tenerci attaccati allo schermo sino a che arriva il momento giusto per farci vedere una pubblicità”.

“Dobbiamo pensare”, ha concluso Tommaso Valletti, professore di economia all’Imperial College London, “a come regolare questo aspetto, e quando ciò accadrà potremo ignorare Elon Musk”.

Il commissario Breton a Musk: “Twitter dovrà ora adattarsi pienamente alle norme europee

Si è rivolto direttamente a Musk il commissario europeo al mercato interno, Thierry Breton“Tutti sono benvenuti. Siamo aperti, ma alle nostre condizioni. E sappiamo cosa dirgli: Elon, sei benvenuto ma queste sono le nostre regole. Qui non si applicano le tue regole“, ha affermato Breton.

“Qualunque sia la nuova partecipazione azionaria, Twitter dovrà ora adattarsi pienamente alle norme europee”, ha detto Breton all’Afp, riferendosi in particolare al nuovo regolamento sui servizi digitali, il Digital services act (Dsa), approvato sabato dai legislatori dell’Ue e che costringerà le principali piattaforme a rimuovere tempestivamente i contenuti illegali.

La replica di Musk: “Io sono contro la censura che va oltre la legge

“Per libertà di parola, semplicemente intendo una libertà che rispetta la legge. Io sono contro la censura che va oltre la legge. Se le persone vogliono meno libertà di parola, chiederanno ai governi di agire in questo senso. Pertanto, andare oltre la legge è contrario alla volontà del popolo”. Così Elon Musk, in un tweet, ha risposto a Breton.